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beati, venerabili - Innamorati
di Maria.
S. Gemma
Galgani
(1878-1903)
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La vita di S. Gemma Galgani
Gemma Galgani nasce il 12 marzo
1878 a Bogonuovo di Camigliano (Lucca).
Il giorno dopo viene battezzata. Della piccola, il parroco di
Gragnano, ebbe a dire: «Le gemme sono in paradiso. Speriamo che
anche questa bambina sia una Gemma di paradiso».
Il 26 maggio 1885, nella chiesa di San Michele in Foro,
larcivescovo di Lucca somministra a Gemma la Cresima.
Durante la messa, «a un tratto una voce nel cuore mi disse:
"Mi vuoi dare a me la mamma? Me la dai volentieri?".
Fui costretta a rispondere di sì». Mamma Aurelia morirà nel
settembre dellanno successivo. La piccola Gemma entra
precocemente nella scuola del dolore.
Un altro grande dolore fu per la giovane la morte del fratello
Gino, seminarista, avvenuta nel 1894, ad appena 18 anni.
Durante il 1895 e l'anno seguente, Gemma riceve varie ispirazioni
a seguire con più impegno e decisione la via della croce,
itinerario di ogni autentico discepolo di Cristo. «In me sentivo
crescere una brama di amare tanto Gesù crocifisso, e insieme a
questo una brama di patire e aiutare Gesù nei suoi dolori».
Per la prima volta le aapare un angelo, che in seguito riconosce
come il suo Angelo Custode: le ricorda quali sono i veri monili
«che abbellano una sposa di un Re crocifisso», ossia le spine e
la croce.
Dopo la morte di Enrico Galgani, padre di Gemma, l11
novembre 1897, le tristi condizioni della famiglia, la portano ad
un trasferimento della casa di Via S. Giorgio, a quella di Via
del Biscione 13 (oggi Via S. Gemma 23). Gemma, in questo periodo,
è presso la zia di Camaiore che laveva voluta con sé dopo
la morte del babbo.
Nellautunno 1899 Gemma si ammala gravemente e ritorna in
famiglia. I mesi invernali segnano grandi sofferenze per tutti:
le ristrettezze economiche si fanno sentire penosamente, e la
famiglia è tuttora numerosa: oltre alle due zie Elisa ed Elena,
vi sono i fratelli di Gemma, Guido, Ettore e Tonino, e le sorelle
Angelina e Giulietta. Guido, il maggiore, studia a Pisa e, dopo
la laurea in farmacia, cerca di aiutare la famiglia lavorando
presso lospedale di Lucca. Anche Tonino studia a Pisa con
sacrificio di tutti.
E in
questo tempo che Gemma, ammalata, legge la biografia del ven.
Gabriele dellAddolorata (ora santo), Passionista, che le
appare per confortarla. La sera dell8 dicembre, festa
dellImmacolata, Gemma fa voto di verginità, e nella notte
seguente il ven. Gabriele le appare e la chiama «sorella mia»,
porgendole a baciare il «segno» dei Passionisti e posandoglielo
sul petto. Nel gennaio, la malattia di Gemma si aggrava: è
osteite delle vertebre lombari, con ascesso agli inguini e
paralisi alle gambe. A nulla giovano due bottoni di fuoco
applicati, secondo la terapia del tempo, ai reni. Il 28 gennaio
si manifesta anche unotite purulenta con partecipazione
della mastoide.
In questi giorni, Guido si trasferisce a Bagni di San Giuliano
dove ha ottenuto una farmacia.
Oltre al ven. Gabriele, anche lAngelo custode conforta
Gemma e lammonisce: «Se Gesù ti affligge nel corpo, fa
per sempre più purificarti nello spirito». Ma anche il demonio
le si avvicina per affliggerla con tentazioni. Gemma ne esce
vittoriosa invocando laiuto del ven. Gabriele che ella
considera ormai come fratello spirituale.
Il 2 febbraio lammalata è gravissima e i medici avvertono
che non passerà la notte. Ma Gemma non muore e i giorni scorrono
tra indicibili sofferenze fino al 3 marzo, giorno della
guarigione miracolosa. E il primo venerdì del mese, e la
giovane ha terminato una novena in onore della beata Margherita
Maria Alacoque (ora santa). «...feci la Comunione. Che momenti
felici passai con Gesù! Mi ripeteva: "Gemma, vuoi
guarire?". La commozione fu tanto che non potevo rispondere.
Povero Gesù! La grazia era fatta, ero guarita».
Il 23 dello stesso mese, tornato a casa dopo aver ricevuto
lEucaristia, sente dire dal ven. Gabriele: «Gemma,
coraggio! Ti aspetto al Calvario: è verso quel monte che sei
diretta».
Il 30 marzo è il Giovedì Santo; Gemma è in preghiera, compie
l«Ora Santa»in unione a Gesù nellOrto degli Ulivi,
e Gesù a un tratto le appare, tutto ferite e sangue. «Le piaghe
di Gesù rimasero sì bene nella mia mente che non si sono più
cancellate».
Nellaprile seguente, un giorno, preoccupata di non sapere
amare Gesù, Gemma si trova nuovamente davanti al Crocifisso e ne
ascolta parole di amore: «Guarda, figlia, e impara come si ama»
e mi mostrò le sue cinque piaghe aperte. «Vedi questa croce,
queste spine, questo sangue? Sono tutte opere di amore, e di
amore infinito. Vedi fino a qual segno io ti ho amato? Mi vuoi
amare davvero? Impara prima a soffrire. Il soffrire insegna ad
amare».
«Il giorno 8 giugno, dopo la Comunione, Gesù mi avvisò che la
sera mi avrebbe fatto una grazia grandissima. Andai poi il giorno
steso per confessarmi e lo dissi a Monsignore, e rispose che
stessi bene attenta a riferirgli dopo ogni cosa.
Eravamo alla sera: tutto ad un tratto, più presto del solito mi
sento un interno dolore dei miei peccati; ma lo provai così
forte, che non lho più sentito; quel dolore mi ridusse
direi lì lì per morire. Dopo questo mi sento raccogliere tutte
le potenze dellanima: lintelletto non conosceva che i
miei peccati e loffesa di Dio; la memoria tutti me li
ricordava, e mi faceva vedere tutti i tormenti che Gesù aveva
patito per salvarmi; la volontà me li faceva tutti detestare e
promettere di voler tutto voler soffrire per espiarli. Un mucchio
di pensieri si volsero tutti alla mente: erano pensieri di
dolore, di amore, di timore, di speranza e di conforto.
Al raccoglimento interno successe ben presto il rapimento dei
sensi, ed io mi trovai dinanzi alla Mamma mia celeste, che aveva
alla sua destra lAngelo mio Custode, che per primo mi
comandò di recitare latto di contrizione. Dopo che
lebbi terminato, la Mamma mi rivolse queste parole:
"Figlia, in nome di Gesù ti siano rimessi tutti i
peccati". Poi soggiunse: "Gesù mio figlio ti ama tanto
e vuol farti una grazia; saprai tu rendertene degna?". La
mia miseria non sapeva che rispondere. Soggiunse ancora: "Io
ti sarò madre, ti mostrerai tu mia vera figlia?". Aperse il
manto e con esso mi ricoprì.
In
quellistante comparve Gesù, che aveva tutte le ferite
aperte; ma da quelle ferite non usciva più sangue, uscivano come
fiamme di fuoco, che in un momento solo quelle fiamme vennero a
toccare le mie mani e i miei piedi e il cuore. Mi sentii morire,
sarei caduta in terra; ma la Mamma mi sorresse, ricoperta sempre
col suo manto. Per parecchie ore mi convenne rimanere in quella
posizione. Dopo, la Mamma mia mi baciò nella fronte, e tutto
disparve, e mi trovai in ginocchio in terra; ma mi sentivo ancora
un dolore forte alle mani, ai piedi e al cuore.
Mi alzai per mettermi sul letto, e mi accorsi che da quelle
parti, dove mi sentiva, usciva del sangue. Mi coprii alla meglio
quelle parti, e poi, aiutata dallAngelo mio, potei montare
sul letto. Quei dolori, quelle pene, anziché affliggermi, mi
recavano una pace perfetta. La mattina a stento potei andare a
fare la Comunione, e mi misi un paio di guanti, tanto per
nascondermi le mani. Non potevo reggermi in piedi; ad ogni
momento credevo di morire. Quei dolori mi durarono fino alle 3
del venerdì, festa solenne del Sacro Cuore di Gesù».
Da quella sera, ogni settimana Gesù chiama Gemma ad essergli
compagna e collaboratrice nellopera della salvezza,
unendola a tutte le sofferenze fisiche e spirituali che Egli,
Agnello immolato, volle portare su di sé per il peccato del
mondo.
La «grazie grandissima» è motivo per Gemma di ineffabili gioie
e di profondi dolori. In casa vi è perplessità e anche
incredulità per quanto le avviene. Rimproveri dalle zie e dai
fratelli; canzonature e indiscrezioni da una sorella; Gemma tace
e attende, abbandonata alla guida del suo Signore.
Sempre nei mesi estivi conosce i Passionisti impegnati nella
Missione popolare in Cattedrale. E da uno di essi viene
introdotta in casa Giannini. Gemma conosceva già la signora
Cecilia, ma per mezzo del padre Passionista che frequenta la casa
ospitale del via del Seminario, inizia una vera e profonda
amicizia con quella che le sarà come «seconda mamma». In casa
Giannini, nel gennaio dellanno seguente, Gemma comincerà a
scrivere a p. Germano, Passionista, il sacerdote che avrebbe
riconosciuto in lei lopera infinita della divina
misericordia. Nel settembre successivo lo incontrerà per la
prima volta.
Sempre nel settembre 1900, Gemma lascia definitivamente la sua
famiglia per abitare in casa Giannini. Solo qualche volta ancora
tornerà in via del Biscione, soprattutto per consolare
Giulietta, la sorellina tanto cara e tanto sofferente. Tra quelle
pareti, testimoni di tanto amore e di tanto dolore di Gemma,
rimangono soltanto le zie con Tonino, ammalato già seriamente di
tisi, e Giulietta, mentre Angelina vive a pigione presso una
famiglia. Gemma si avvia decisamente al Calvario; lo salirà in
un crescendo di amore e di fedeltà, fino alla consumazione
totale, come Gesù sulla croce, unita a Lui in un unico anelito:
la gloria di Dio e la salvezza dei fratelli, specialmente i più
poveri: i peccatori.
Nel maggio del
1902 Gemma si ammala, poi si riprende. Si aggrava di nuovo il 21
ottobre (la sorella Giulia muore il 19 agosto; il fratello Tonino
si spegne il 21 ottobre dello stesso anno). Il 24 gennaio 1903,
per ordine dei medici, la famiglia Giannini deve trasferire
Gemmea in un appartamento affittato dalla zia Elisa Galgani. La
santa vive lesperienza dellabbandono di Gesù in
croce e del silenzio di Dio. E fortemente vessata dal
demonio, ma non smarrisce mai la fede, non perde mai la pazienza
ed è sempre piena di amore e di riconoscenza verso che la
assiste nellultima malattia. Sperimenta fino in fondo,
nella sua carne, labbandono di Gesù sulla croce per il
bene della Chiesa.
Lassenza forzata di padre Germano negli ultimi giorni di
agonia e le troppe rapide visite di mons. Volpi accentuano
lultima desolazione dello spirito. Ma anche la loro
presenza non avrebbe certo distolto Gemma dalla suprema
conformazione allabbandono in Gesù «solo solo».
L11 aprile del 1903, alle ore 13:45, Gemma si addormenta
nel bacio del Signore, assistita amorevolmente dai Giannini.
Gemma si è incontrata, nella suprema povertà della morte, con
lo Sposo crocifisso risorto. Quell11 aprile era Sabato
santo. Come usava allora, da unora e tre quarti le campane
di Lucca e del mondo avevano annunziato la risurrezione del
Signore.
Nel 1933, il 14 maggio, Pio XI annovera Gemma Galgani fra i Beati
della Chiesa.
Nel 1940, il 2 maggio, Pio XII, riconoscendo la pratica eroica
delle sue virtù cristiane, innalza Gemma Galgani alla gloria dei
Santi e la addita a modello della Chiesa universale.
Preghiera per ottenere grazie composta da S. Gemma Galgani
Eccomi ai vostri santissimi piedi, caro Gesù, per manifestarvi ogni momento la mia gratitudine per tanti e continui favori che mi avete fatto e che ancora volete farmi. Quante volte vi ho invocato, o Gesù, mi avete fatte sempre contenta: ho ricorso spesso a voi e mavete sempre consolata. Come esprimermi con voi, caro Gesù? Vi ringrazio. Ma unaltra grazia voglio, o mio Dio, se a voi piace ........ (esporre la grazia che si desidera). Se voi non foste onnipotente, non vi farei questa domanda. O Gesù, abbiate pietà di me! Sia fatto in tutto il vostro santissimo volere.
Preghiera composta da S. Gemma Galgani
mio Dio Crocifisso, eccomi ai
piedi vostri, non vogliate rigettarmi ora che mi presento come
peccatore. Vi ho offeso tanto per il passato, Gesù mio, ma non
sarà più così. Dinanzi a Voi, mio Dio, presento tutte le mie
colpe... già le ho considerate e vedo che non meritano perdono,
ma deh! Date uno sguardo ai vostri patimenti e guardate quanto
vale quel Sangue che scorre dalle vostre vene.
Chiudete, mio Dio, in questo momento gli occhi ai miei demeriti e
apriteli agli infiniti meriti vostri, e giacché vi siete
compiaciuto morire per i miei peccati, perdonatemeli tutti
affinché mai più senta il peso di essi perché quel peso, o
Gesù, troppo mi opprime. Aiutatemi, mio Gesù, vo ad ogni
costo diventare buono: togliete, distruggete, annientate tutto
ciò che si trova in me non conforme alla vostra volontà. Vi
prego però, Gesù, ad illuminarmi affinché possa camminare nel
vostro S. Lume.
Preghiera composta da S. Gemma Galgani
Caro mio Dio, mi abbandono interamente nelle Vostre SS. Mani, accioché Voi facciate di me e delle cose mie quello che più e meglio Vi aggrada. In questo dolce abbandono mi riposo sul Vostro Cuore Divino come la tenera bambina si riposa sul seno della mamma sua. Voi pensate a tutto ed io penserò solo ad amarVi e a compiere le Vostra SS. Volontà.
Preghiera a S. Gemma Galgani per la conversione dei peccatori
Santa Gemma, ricordati che in
vita protestasti tante volte di volere salvi tutti i peccatori, e
per questo ti offristi vittima al Signore, soffrendo per essi,
con Gesù e Maria, i dolori della Passione, e versasti lacrime di
sangue nel sentirLo offeso con la diabolica bestemmia.
Ora che in cielo godi di favori tanto più grandi, pèrora, te ne
preghiamo, la causa di tutti i poveri peccatori, che privi della
divina grazia, vivono lontani da Dio, affinché per te
convertiti, amino e servano fedelmente il Signore in questa vita
e passino un giorno a lodarLo e benedirLo eternamente in cielo.
Amen.
Preghiera a S. Gemma Galgani
O S. Gemma, quanto pietoso era il tuo amore per i miseri, quanto grande il tuo zelo per aiutarli! Vieni anche in mio aiuto, nei miei presenti bisogni, ed ottienimi la grazia... se è profittevole allanima mia. I numerosi miracoli, le meravigliose grazie attribuite alla tua intercessione infondono in me la fiducia che tu mi potrai aiutare. Prega Gesù, il tuo Sposo Celeste, per me: mostraGli le stimate che il suo Amore ti ha donato, ricordaGli il sangue che da esse stillavi, gli spasimi che tu hai sopportato, le lacrime che tu hai versato per la salvezza delle anime, poni tutto questo tuo tesoro prezioso come in una coppa di amore, e Gesù ti esaudirà. Amen.
Ringraziamo LA
CASA DELLE STIGMATE .
Abbiamo riportato una piccola parte della vita di S. Gemma. Per
chi desidera approfondire la conoscenza di S. Gemma Galgani
consigliamo la visita a Lucca alla "Casa delle
stigmate": si può visitare tutti i giorni, ad eccezione
delle domeniche al mattino: dalle 9-11, nel pomeriggio dalle
15:30-17:30.
Abbiamo riportato anche uno stralcio del libro di padre Tito
Paolo Zecca "Così lontani così vicini". Ed.Paoline.
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Ti ringrazio
Mamma Celeste perché so che ogni persona che ha visitato questa
pagina è stata chiamata da te.
Ti chiedo di proteggere e di accompagnare queste anime nella loro
vita.
Fa ,o Madre, che tutti possano conoscere presto
l'Amore di Dio.
"Se
sapeste quanto vi amo piangereste di gioia."- Madonna di Medjugorje
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