All'Ill.mo Presidente del Tribunale di Roma

VI° Sezione Penale

 

Oggetto: Istanza di Ammissione di Testimonianza scritta e convocazione della Testimone Pinna Graziella

Procedimento Penale n. 1427/94R R.G. notizie di reato

n.6834/94 R. GIP.

Contro: Antonino Stefano Arconte (nato il 10/02/1954).

 

Ill.mo Sig. Presidente.

Il sottoscritto Antonino Stefano Arconte, dopo aver assistito a tutte le Udienze Penali, quelle tenutesi del 13 Novembre '95, del 05 Marzo '96 e quelle di semplice rinvio del 27 Marzo '95 e del 06 Giugno '95.

Dopo aver sentito i Testimoni dell'accusa, convocati come parti offese dal PM, Stefano Rodolfo Antonino Arconte, nato il 05/10/1955, della cui Testimonianza ritiro copia da presentare in Corte d'Appello a Cagliari per l'Udienza di Revisione della Sentenza definitiva il 29 Marzo 1995, con la quale mi si condannava a sei mesi di Reclusione (Pena scontata) per le false accuse di Carta Vincenzo e dei suoi complici, da me denunciati, fissata per l'otto Luglio '96 e subito rinviata, causa l'astensione di un membro del Collegio che già mi aveva giudicato innocente il 14 Novembre 1995.

Dello stesso Stefano R. A. Arconte, deposito copia originale della Testimonianza da questi resa alla Corte d'Appello di Cagliari. dalla stessa si può rilevare altre prove di innocenza del sottoscritto, riguardo alle false accuse dei complici di Carta Vincenzo in merito ad accuse di appropriazione indebita, che non sussiste, in danno della Cooperativa edilizia Turrimanna della quale ero Presidente e fondatore, accuse ottenute con false testimonianze e falsificazioni di prove, dal sottoscritto denunciate agli Uffici di Roma e Strasburgo.

Sentita inoltre la Testimonianza del Commissario Malloni Antonio all'epoca del 1991 Commissario della Mobile, lo Denuncio per falsa Testimonianza e spergiuro

In quanto nell'Udienza del 05 Marzo 1996 , sotto Giuramento, Testimoniava il falso, Dichiarando che: Lui, non aveva partecipato all'operazione che portò al mio arresto in seguito alla simulazione del reato di spaccio di 5 grammi di Hashish a Carta Vincenzo, noto spacciatore e confidente locale.

Tale dichiarazione è del tutto falsa.

Il Commissario Malloni Antonio il 2 Marzo 1991, dopo avermi ammanettato in questura, dove fui portato dai suoi uomini alle ore 12.00, mi portò personalmente a Torregrande con la sua auto di Servizio, perquisì la mia Auto, Casa mia, anche alla presenza di mia moglie! effettuò con me i sopralluoghi nella Cooperativa Turrimanna e in via Magellano, rilevò personalmente che tutti ebbero esito negativo e che, gli stessi, dimostravano che carta Vincenzo MENTIVA!

Lo stesso Commissario Malloni Antonio, disse a me ed a mia Moglie Graziella Pinna che LUI, i risultati dei suddetti sopralluoghi, li aveva fatti presenti ai Magistrati, ma che gli stessi Magistrati, nonostante il suo rapporto!? decisero di arrestarmi e poi di condannarmi!.

Averlo sentito, improvvisamente Testimoniare che, Lui, non aveva preso parte a nessuna operazione contro di me, mi ha fatto capire che a Lui ed ai suoi complici devo tutto quello che ho passato di ingiustizie e persecuzioni Giudiziarie in questi anni e non, come Lui stesso mi portò a credere, ai Magistrati che mi arrestarono e condannarono nel Tribunale di Oristano.

Lo stesso vale per il Sig. Carlo Satta che, con sua annotazione in data 2 Marzo '91, agli Atti del Processo 20 Marzo 91, dichiarò di avermi "visto" andare con Carta Vincenzo, a bordo della mia Auto Panda 30, nella via Magellano e da lì verso il punto della Pineta indicato dal Carta Vincenzo (vedasi Plan.Sc.1/5.000 già inviata). Su questa annotazione, la quale è un'altra palese falsità in Atti, fu fondata la Sentenza 20 Marzo 1991. In Udienza 5 Marzo '96, Carlo Satta, dichiara di avermi visto andare a piedi in Via Magellano ... "però con Carta ...?!". A maggior riprova di quanto affermai circa l'impraticabilità della Via Magellano, cosa della quale sarebbe stato Testimone il Commissario Malloni Antonio e gli altri Agenti che parteciparono ai sopralluoghi il 2 Marzo '91, invio fotocopia della Richiesta di Certificazione all'Ufficio Tecnico Comunale di Oristano e la sua risposta, Atti allegati all'Istanza di Revisione.

Oggi, alla luce di questi nuovi fatti, credo che i Magistrati del Tribunale di Oristano siano stati ingannati, come me, da una Banda di emeriti farabutti, spergiuri e gaglioffi.

Su tutta la vicenda che mi riguarda, si è attivata anche la Commissione di Giustizia Europea di Strasburgo, alla quale mi rivolsi, unitamente alle Autorità Nazionali, in tutela dei miei Diritti violati e per collaborare con la Magistratura affinché si faccia Giustizia di tutte la malefatte che ho subito in tutti questi anni e che mi hanno rovinato moralmente e materialmente e che da ormai sei anni mi costringe a non potermi occupare d'altro che della mia difesa da false accuse e calunnie nelle aule Giudiziarie.

Riguardo la Sentenza del 2 Marzo 1991, definitiva il 2 Aprile 1995, è in corso, presso la Corte d'Appello di Cagliari, la Revisione da me richiesta con Istanza del 4 Aprile 1996, ai sensi degli Art. 630 lett.a - lett.d- lett.c.; che la prima Udienza si è tenuta l'otto Luglio, subito rinviata al 27 Novembre 1996, causa l'astensione di un membro del Collegio che già mi aveva giudicato Innocente il 14 Novembre 1995 e

certo del suo senso della Giustizia, passo a ben distintamente salutarla.

Con Osservanza. In fede. Antonino Arconte

12 / 07 / 1996

Allegati:

1) Certificazioni dell'Ufficio Tecnico del Comune di Oristano.

2) Testimonianza di Graziella Pinna Residente in via ............. - 00000 ..........

3) Copia Originale della Testimonianza resa da Stefano R. A. Arconte alla Corte d'Appello Di Cagliari per l'Udienza dell' otto Luglio '96.

4) Fotocopie dei Verbali di Pequisizione locale Abitazione in Torregrande a firma di Thela Pinuccio - Matrisa Giovanni - e Com. Malloni Antonio.

5) Verbale di Ispezione e controllo della mia Auto Panda in Torregrande a firma di Thela Pinuccio - Matrisa Giovanni - Com. Malloni Antonio.

6) Dichiarazione di Thela Pinuccio, il quale dichiara, a firma di Malloni Antonio, di essersi recato a casa di mio Padre per chiedere testimonianza di dove mi trovassi realmente io quel Sabato mattina due Marzo '91 dalle ore 9:30 alle 11: 45 circa.

Mio fratello gli avrebbe detto di non disturbarlo che stava male?!

Spedita con Racc.A.R n.0349 del 13 Luglio '96 e Ricevuta il 16 Luglio '96.

Torna a : Roma VI°

 

All'Ill.mo Presidente del Tribunale di Roma

VI° sez. Penale

___________

Oggetto:

Dichiarazione per Testimonianza e richiesta di convocazione per l'Udienza del 25 Settembre 1996, da celebrarsi presso la suddetta VI° Sezione Penale.

 

La sottoscritta Pinna Graziella, nata il 06/01/1959 a Cabras; Insegnante; coniugata con Antonino Stefano Arconte, nato il 10/02/1954; Marittimo, Macchinista Navale, e residente, con questo e col figlio Marco, di anni dieci, a ....... ...... .......

Rende alla Ill.mo Tribunale, in forma scritta, spontanea e veritiera Testimonianza circa fatti di sua conoscenza, riguardanti la vicenda Processuale che vede, purtroppo, coinvolto il coniuge, Antonino Stefano Arconte.

A tal proposito, la sottoscritta dichiara quanto segue:

Vengo a sapere, da mio marito, che, durante l'Udienza del 5 Marzo 1996, tenutasi presso il Tribunale di Roma VI° sezione Penale, che il Dottor Malloni Antonio, il quale in data 2 Marzo 1991, prestava servizio presso la questura di Oristano come Commissario Capo della squadra Mobile, testimoniava, in qualità di "parte offesa",

di non aver preso, personalmente, parte a nessuna perquisizione e sopralluogo, nè in casa nostra (all'epoca risiedevamo a Torregrande -OR- in Via dei Pescatori 2, sopra il Ristorante "da Giovanni"), nè in Via Magellano, nè nel cantiere della Cooperativa edilizia "Turrimanna" (di cui mio marito era Presidente), e, nel testimoniare, sosteneva di aver avuto a che fare con l'operazione unicamente a causa del ruolo che egli rivestiva.

La sottoscritta, incredula, ha dovuto leggere la trascrizione della Testimonianza di costui, resa sotto Giuramento davanti al Tribunale di Roma sez.VI° il 5/03/96, per non pensare a una incomprensione di mio marito nell'ascoltare tale Testimonianza.

All'uopo, ai fini di verità, la sottoscritta, in opposizione a quanto dichiarato dal Dott. Malloni Antonio, dichiara che, quest'ultimo, ha direttamente e personalmente partecipato alla operazione di perquisizione dell'abitazione della scrivente e dei citati siti, secondo le modalità dappresso descritte.

l 2 Marzo 1991, la sottoscritta, insegnante, all'epoca dei fatti Commissario di Pubblico concorso per esami e titoli, rientrando a casa, dal lavoro in Commissione di concorso, alle ore 13,30 trovava, nella propria abitazione una perquisizione in atto, effettuata da poliziotti della questura di Oristano ed evidentemente condotta da colui che, al mio ingresso in casa, si presentò come commissario Malloni Antonio.

Altresì, costui, tranquillizzava la sottoscritta, evidentemente scossa nel trovare all'aria ogni cosa ed i propri effetti personali violati da mani estranee, sostenendo che trattavasi di normali operazioni di controllo.

Inoltre, durante la perquisizione della cucina, ad un agente che trovava sospetta una bottiglia di olio di semi di sesamo (da me acquistato in erboristeria per cucinare cibi vegetariani), lo stesso Dottor Malloni, dopo aver annusato il contenuto della bottiglia, diceva che non trattavasi, sicuramente, di olio di hashish.

Conclusa la perquisizione in casa nostra, che ebbe esito negativo, come si legge nel Verbale a firma, tra le altre, del Dott. Malloni, il Commissario Malloni ed i suoi Agenti, con mio marito, si recarono in via Magellano ed io, dalla finestra della mia cucina al terzo piano, potei vederli fermare le loro auto, perchè impossibilitati a procedere causa gli scavi delle Urbanizzazioni, allora in atto nella borgata di Torregrande, quindi avviarsi, a piedi, verso il cantiere della Cooperativa edilizia "Turrimanna".

Più tardi, presso la questura di Oristano, ove mi ero recata per avere notizie di mio marito che non rientrava a casa, i poliziotti alla guardiola mi dicevano che sarebbe stato rilasciato subito dopo l'interrogatorio e mi consigliavano di ritornare ad aspettarlo a casa . Viceversa, io pretesi di poter accedere agli Uffici per parlare con mio marito, o con chiunque potesse chiarirmi cosa stesse succedendo e, fu proprio in quella sede che lo stesso Dottor Malloni, molto frettolosamente, nell'andito, mi comunicava che mio marito sarebbe stato, molto probabilmente, tratto in arresto e mi demandava per ulteriori conferme, all'Ispettore La Gioia, il quale sottoscriveva la dichiarazione del collega.

Questi particolari ed altre situazioni potrò precisare meglio Testimoniandole direttamente in Udienza, affinchè sia chiaro che in quel periodo ebbi più volte a che fare col Commissario Malloni e pertanto non posso averlo scambiato con qualcun altro.

Poi, introdussero la sottoscritta, in lacrime, presso un ufficio dove un poliziotto, certo

"Pinuccio", incitava mio marito a "confessare" mentre questi, serenamente, ma forte e chiaro, proclamava la sua innocenza e la sua totale estraneità ai fatti che gli venivano contestati.

Mi fecero salutare mio marito che fu poi trasferito presso le carceri di piazza Manno ad Oristano.

Processato diciotto giorni dopo, mio marito, fu condannato.

Fu l'inizio di una dolorosa querelle che, da allora, ha coinvolto tutta la nostra famiglia, esposta, ma con tanta dignità ed umiltà per gli eventi, ad ogni sorta di sofferenza, alla gogna pubblica perpetrata anche dagli organi di stampa locali (in quanto mio marito era conosciuto in qualità di fondatore della Lista Civica Verde Oristanese) alla calunnia, alla diffamazione ed al carcere.

Per questa ed altre ingiustizie, abbiamo tentato di ottenere Giustizia indirizzando gli Esposti di tutto ciò che ci accadeva, le Testimonianze, le Documentazioni e gli Atti Pubblici, utili a dimostrare la nostra condizione, di reale parte offesa, alle deputate Istituzioni Nazionali ed Internazionali. Siamo rimasti sorpresi e delusi perchè, nonostante le prove documentali allegate agli Esposti, il nostro tentativo di perseguire la Giustizia sia culminato, per l'ennesima volta, in un ingiusto (a mio avviso) rinvio a Giudizio di mio marito, che per quel che ho visto, in tutti questi anni, è colpevole sempre e solo di aver detto la verità, come d'altra parte, il tempo galantuomo sta dimostrando. Ciò lo posso affermare, grazie a Dio, viste le Sentenze di Assoluzione del Tribunale di Cagliari del 10/5/94 e della Corte d'Appello di Cagliari, per la vicenda direttamente consequenziale a questa, del 14/11/95, nonchè per il comportamento della Commissione Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo su tutta la nostra disgraziata vicenda e della quale ci è fatto obbligo, dalla loro Procedura, di non riferire.

Una verità, che è stata, peraltro, Testimoniata anche dal Padre di mio marito, Augusto Arconte, morto il 20/08/1993. Infatti, lo stesso Augusto Arconte, prima di morire, ha denunciato tutto quanto accorso a lui ed alla nostra famiglia, alle sedi della Commissione di Strasburgo, al Capo dello Stato ed al Ministero di G. Giustizia, nonchè alla Procura della Repubblica di Oristano. Nelle denunce, mio suocero, tra l'altro, asseriva di non essere stato informato dell'arresto di mio marito, confermando che mio marito, la mattina del 2 Marzo 1991, come tutte le mattine, dalle ore 09,30 alle ore 10 circa, si trovava presso di lui nella sua abitazione di Via Macomer n.28 ad Oristano.

A causa del fatto che non ne fu informato, non potè testimoniare sulla verità dei fatti!

Ill.mo Sig. Presidente, noi ci siamo affidati alla Giustizia perchè, onesti Cittadini dai sani principi, insistiamo col credere nel Diritto per poterlo insegnare ai nostri figli ed ai nostri alunni!

Ritengo, inoltre, utile, ad approfondimento di quanto da me scritto in relazione alla testimonianza finora resa, circa il Commissario Antonio Malloni, sottoporre, altresì, all'attenzione della S.V uno dei fatti oggetto degli esposti di cui sopra. Si tratta di una orribile circostanza risalente al 14. 07. 91. Nella tarda serata di quel giorno, dopo cena, mentre con un amico facevamo quattro chiacchiere, due loschi ed incapucciati figuri picchiavano, a bastonate, nel cortile della nostra abitazione di Torre Grande, ( una casa di ringhiera presso la quale abitavano diverse famiglie ) il sig. Meloni Mario, barista del bar della piazza, anch'egli lì residente. Mio marito, infortunato al piede in un incidente stradale accorsogli nel pomeriggio, non poteva prestare soccorso e così, la sottoscritta, dopo aver telefonato al 113, chiamando la polizia ed un'ambulanza, soccorreva prontamente il poveretto il quale, ripetutamente colpito alla testa, sanguinava in modo impressionante, rischiando la vita. Successivamente arrivavano, in soccorso, altre persone residenti nello stabile, tra cui la padrona, sig. Piana Grazietta ed il fratello della vittima, sig. Meloni Ignazio, il quale, arrivata l'ambulanza, accompagnò il malcapitato Mario all'ospedale. Dopo la prima volante, arrivavano sul posto, il comm. Malloni e gli agenti della scientifica, che facevano i rilevamenti di rito, trattenendosi fino alle tre del mattino, circa (dato che il pover'uomo aveva perso molto sangue ed erano rimasti a terra i bastoni insanguinati, con cui era stato picchiato). Nel frattempo, anche mio marito, aiutato dall'amico, era riuscito a scendere nel cortile ed, il comm. Malloni, nell'andar via, ci chiese di recarci, il giorno dopo, in questura, per testimoniare sull'accaduto per la stesura del verbale. In questura, il pomeriggio successivo, espletate le suddette formalità, il comm. Malloni, riferendosi alle vicende giudiziarie di mio marito che, peraltro, aveva, pochi giorni prima, finito gli arresti domiciliari, ci disse che..." Fosse stato per lui non vi sarebbe stato alcun arresto o detenzione e che egli non aveva alcuna responsabilità, avendo riferito gli esiti delle indagini e dei sopralluoghi, effettuati a casa nostra, in via Magellano, in pineta e nel cantiere della coop. Turrimanna, al giudice. Il G.I.P., dottr. Mastrolilli, su richiesta del P.M. dottr. Lampis M. Cristina, convalidava l'arresto di mio marito.

Abbiamo scoperto, solo nell'ottobre 94, all'epoca del processo d'Appello, che i risultati delle indagini di cui sopra, che dimostravano che mio marito era vittima di false accuse, non furono introdotti nel processo, che, per scelta dei legali di primo grado, fu celebrato col rito abbreviato. Questo non permise, al nuovo difensore, di ottenere una riapertura dell'istruttoria dibattimentale, attraverso la quale dimostrare che in realtà, si trattava di una simulazione di reato che, grazie a quell'arresto, impedì, a mio marito, di difendere se stesso, il padre ed i beni di famiglia e personali. Tuttavia, le dichiarazioni di Mannoni ci ingannarono, facendoci credere che l'arresto, a nostro avviso illegale ( perchè mio marito non ha fatto niente! ), fu responsabilità dei Magistrati di Oristano e non di chi, attraverso falsità di testimonianze ed omissioni di atti relativi alle indagini, causava a mio marito ed alla nostra famiglia la rovina della quale chiediamo giustizia da, ormai, cinque anni.

Confermando che tutto quanto qui scritto risponde al vero e chiaramente disponibile a meglio confermare e precisare in udienza quanto fin qui dichiarato.

Con osservanza, la sottoscritta.

Cabras,27/06/96

Spedita con Racc.A.R n.0349 del 13 Luglio 1996.