APPUNTI FILOSOFICI
Con questo insieme di annotazioni e
riflessioni, mi propongo di illustrare ed esporre, a vantaggio di
chi è curioso ed avido di esperienze altrui, il cammino
intellettuale e le tappe conoscitive di un uomo: Gianni F., un
individuo che si presenta al Mondo come una nullità non
inconsapevole, privo di qualsiasi condizionamento sociale e
fisico-fisiologico.
Il condizionamento temporale, ultimo ed
inevitabile, impone una precisazione: nel leggere il Quaderno,
bisognerà tener conto che Gianni F. è uno studioso agli
inizi...
G. 14
I singoli elementi di questo Quaderno, che a volte potranno sembrare disorganici e privi di collegamento, sono destinati ad avere la stessa funzione delle tessere di un mosaico e, con il passare del tempo e degli aggiornamenti, che saranno effettuati periodicamente, andranno a comporre un organico sistema di concezioni e di riflessioni, che presenterà aspetti variegati e multidisciplinari, sempre e comunque legati dal filo conduttore del non plus ultra di ogni pensiero, vale a dire, della FILOSOFIA.
13 e 14-03-1999
LA FILOSOFIA...
"Epperò l'Intelletto pensa se stesso, se è vero che esso è il bene supremo, e il suo pensiero è pensiero di pensiero."
Aristotele, Metafisica, L, 9
"Questo concetto della filosofia è l'Idea che pensa se stessa, la verità che sa, la logicità, col significato che essa è l'universalità convalidata dal contenuto concreto come dalla sua realtà."
G.W.F. Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche, § 574
Appunti di storia della filosofia.
Appunti di letteratura italiana.
Appunti di letteratura inglese.
Appunti di letteratura latina.
Riflessioni su vicende di
politica ed attualità.
-- BRANI TRATTI DA OPERE VARIE --
(sommarioÚ )
INTERPRETAZIONE DEGLI ATTI
"Nessuno farebbe il
minimo atto se non avesse la persuasione che quell'atto è la
sola e unica realtà. Tale accecamento è la base assoluta, il
principio indiscutibile di tutto ciò che è. Colui che lo
discute dimostra soltanto che egli esiste meno, e che il dubbio
ha minato il suo vigore... Ma, anche in mezzo ai suoi dubbi, deve
sentire l'importanza di essersi avviato verso la negazione. La
consapevolezza che nulla vale la pena diventa implicitamente una
convinzione, dunque una possibilità di atto; e questo perché
anche un briciolo di esistenza presuppone una fede inconfessata;
un semplice passo - fosse pure verso una parvenza di realtà - è
un'apostasia nei confronti del nulla; il respiro stesso deriva da
un fanatismo in embrione, così come qualsiasi partecipazione al
movimento...
Dalla flânerie al massacro, l'uomo percorre la
gamma degli atti soltanto perché non ne percepisce il nonsenso:
tutto quello che viene fatto sulla terra promana da un'illusione
di pienezza nel vuoto, da un mistero del Nulla...
All'infuori
della Creazione e della Distruzione del mondo, tutte le
iniziative sono egualmente senza valore."
E. M. Cioran, Sommario di decomposizione
SENZA SCOPO, SENZA SPIRITO DI PROFITTO
Un giorno il maestro Nansen
chiese al discepolo Obaku:
"Quando la pratica della
meditazione e la saggezza si equilibrano in noi, siamo in grado
di attingere lIlluminazione, di vedere la natura del
Buddha. Cosa significa ciò?".
La risposta di Obaku fu
questa:
"Non voglio dipendere da nulla".
Intendeva dire
che il discepolo non dipende né dalla meditazione né dalla
saggezza. E che non desidera ottenere lIlluminazione con
questi mezzi.
Disse allora Nansen:
"E però non devi neppure
dipendere dalla non dipendenza".
La tazza e il bastone Storie Zen
NÈ UN NULLA, NÈ UN QUALCOSA DI DIVERSO DAL NULLA
Il maestro Joshu chiese un
giorno a un suo discepolo:
"Cosa sei?".
Il discepolo
rispose: "Sono in meditazione, nello stato del Nulla, e
dunque non sono nulla".
Il maestro Joshu allora gli disse:
"Devi abbandonare il pensiero di non esser nulla, devi
abbandonare i tuoi pensieri!".
Ibidem
-- RIFLESSIONI SU VICENDE DI POLITICA ED ATTUALITÀ --
(sommarioÚ )
PENA DI MORTE, TORTURA... E GUERRA NEI BALCANI
Attualmente, esistono diversi luoghi nel mondo nei quali si praticano, in maniera più o meno istituzionale, la pena di morte e la tortura.
Ora, ritengo necessario precisare gli intenti e l impostazione delle brevi riflessioni che seguiranno ed affermo, a questo proposito, che parlerò solo in relazione a quei paesi ritenuti "moderni" e rispettosi dei "diritti umani", fra i quali, naturalmente, lItalia.
Degli altri è inutile parlare in quanto ci si trova di fronte a realtà storico-sociali che non arriverei a definire asincrone o sfalsate rispetto alle nostre, ma almeno indipendenti e dunque, probabilmente, non è corretto, sotto molti punti di vista, interferire e imporre il proprio punto di vista mai libero da ipocrisie, secondi fini politico-economici o visioni del mondo, sì, contrarie a quelle che si combattono, ma ugualmente fanatiche.
Per i riferimenti alla stringente attualità, ognuno tragga le sue conseguenze.
Certo che, se mi si concede di approfondire e sbilanciarmi, chi ha, come me, una visione della vita profondamente relativista e dialettica, anche riguardo ai princìpi umani ritenuti "universali", può finire, daltra parte, per subordinare tutto agli interessi politici del momento e concordare per lintrusione e linterferenza violente.
In conclusione di questa premessa, legata evidentemente ai problemi attuali nei Balcani, si delineano, secondo il mio pensiero, due opzioni, entrambe ragionevoli: non interferire oppure interferire ma con interessi e fini politici consapevoli e dichiarati, almeno nella mente di chi comanda e/o arriva a capire questo discorso, senza ritenersi John Wayne o, peggio e più ridicolo ancora, i crociati del "bene".
Ma torniamo allargomento principale: la pena di morte e la tortura, e, precisiamo che per tortura, nei paesi moderni, intendo quellinsieme di azioni che, a volte, dei presunti colpevoli devono subire da parte delle autorità giudiziarie, più per abitudine che per degenerazione del sistema.
In ogni caso, focalizziamo lattenzione sulla pena di morte.
Essa rappresenta indubbiamente lultimo ed il più grave attentato alla libertà individuale ed alle garanzie elementari che dovrebbero essere assicurate ad ogni uomo. Ha la stessa inutilità della vendetta ed è provocata dagli stessi propositi ottusi, in sostanza è una vendetta. Lomicidio, anche e soprattutto a scopi difensivi, ha una sua logica, e a volte si rende inevitabile, se è commesso in un contesto di conflitti tra singoli, basti pensare allepoca del West americano oppure anche a certe situazioni allinterno di realtà in cui dominano la malavita ed il crimine, ma se è istituzionalizzato diventa palesemente assurdo.
Daltra parte però, è altrettanto assurdo il comportamento di chi si scandalizza e si indigna per la pena di morte e non si rende conto che la sua "qualità" e la sua natura sono identiche a quelle degli altri tipi di pene inflitte dalla società a chi si permette di trasgredire; in primo luogo il carcere: la pena di morte rappresenta solo un piccolo passo in avanti quantitativo rispetto agli altri provvedimenti. Pensiamo a come si deve sentire un semplice carcerato, che viene bandito per sempre dalla vita regolare, quando ci si scaglia con tutta la nostra forza e convinzione contro la pena di morte: non ci sono parole per descrivere la rabbia e la beffa subita.
Con tutto questo, non intendo dire necessariamente che non devono esistere la giustizia, le pene ecc.; non intendo demolire a tutti i costi le basi della società civile; contesto semplicemente il fatto che esistono molte contraddizioni e, per questo motivo, sarebbe logico e ragionevole cercare di essere distaccati il più possibile.
"Il respiro stesso deriva da un fanatismo in embrione, così come qualsiasi partecipazione al movimento..." ha affermato un filosofo che ammiro.
Comunque, è bene che questo distacco rimanga prerogativa di pochi.
-- BREVI SCRITTI DI GIANNI F. --
(sommarioÚ )
LA LIBERTÀ
Una frase molto spesso usata
dice: "La libertà di ogni individuo finisce dove comincia
quella degli altri".
Niente di più falso!
Porre dei limiti
alla libertà fa cadere in una palese contraddizione, come se un
carcerato chiuso per molta parte della giornata in una cella di
pochi metri quadrati affermasse di essere libero.
Porre dei
limiti alla libertà è ipocrita e assurdamente repressivo nei
confronti della nostra natura e della ragione stessa.
La libertà
è necessariamente incondizionata e si attua
nellindividualità, per questo essa è lorigine di
ogni conflitto tra le persone e porta, nella storia collettiva e
dei singoli, ad una naturale serie di prevaricazioni e violenze.
Nessun atteggiamento è più conforme alla libertà
dellesaltazione della prepotenza e dellarroganza.
Anche quando le false coscienze avranno del tutto soppresso ogni
nobile istinto e fermato la Guerra, suprema divinità, esisterà
sempre qualcuno che affermi queste verità.
La libertà è
prevaricazione e violenza appunto, quindi lindividualismo
cui essa conduce è sì estremo, ma non assoluto, perché non è
indipendente dagli altri individui di cui ha bisogno per avere un
senso e non cadere nel solipsismo.
La libertà rappresenta,
dunque, il fine di ogni uomo e giustifica ogni sua azione. Non ha
senso parlare di colpa o peccato, di pena. La giustizia rivela
così la sua vera natura: vendetta e prevaricazione essa
stessa...
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