Per Gianni:
Non c'è motivo perché tu ti debba adoperare tanto per questa promozione. Quello che vuoi fare: "studicchiare", come dici, lo puoi fare anche senza i sigilli dell'Autorità Scolastica. Puoi guardare le enciclopedie, i dizionari, la TV e il resto anche lontano dalle Istituzioni e dalle Accademie. Proprio così, "quasi al di fuori della società", come dici.
Se mantieni questo atteggiamento avrai certamente una carriera di studioso, come sembri volere, ma con ogni probabilità poco o per niente riconosciuta; anche se sei bravo come dici di essere. Ci sono mille vite che ti possono illuminare al proposito, prima fra tutte quella di Nietzsche. E non giova a nulla che tu pensi e ti comporti in modo assurdo o contradditorio, e dica: "Ebbene, io voglio restare fuori dalla società, ma voglio anche che la società riconosca quanto valgo e mi consenta una fruttuosa carriera!". Puoi gridarlo finchè vuoi; ma quel che succede è che se tu mostri di essere inaffidabile oppure non dimostri di essere affidabile nessuno ti affida nulla.
Ti ritieni, orgogliosamente, irresponsabile? Non ti biasimo, ma sappi che anche gli altri lo faranno. Vuoi tagliare con la società, per un senso di disprezzo e di superiorità? Non ti biasimo, ma la società taglierà con te, e non ti darà nulla, visto che mostri di disprezzare ciò che essa ti può dare.
Non voglio dilungarmi e ti lascio, spero, uno spunto per pensare. Filosofare è lavorare con i concetti, crearli, distruggerli, metterli in relazioni nuove. Il concetto di irresponsabile non è niente di nuovo rispetto a quello di responsabile: ne è solo il negativo, scontato, come il "gratuito" è il negativo, altrettanto scontato, del "dovuto" che tu detesti tanto. Voglio dire che non apre nessuna nuova possibilità di pensare, perchè riposa sul già pensato (la responsabilità, il dovere) non facendo altro che negarlo: non ci vuole niente per mettere un "non" davanti a "responsabile", è un'operazione quasi meccanica. Si potrebbe farla con tutti i concetti esistenti, non creando però nulla di nuovo. Se disprezzi l'etica della responsabilità (e per certi versi, sono con te, anche se ritengo molto ingenue le tue osservazioni sulla non sottomissione al tempo), inventa un'etica diversa: ma non quella dell'irresponsabilità, che ne è soltanto l'immagine negativa.
Un tentativo da fare può essere per esempio quello di un'etica aresponsabile dell'affidabilità. Porsi oltre la responsabilità, senza negarla direttamente, ma superandola, sapendo comunque che è qualcosa di cui molti tengono gran conto. Il modo in cui renderti affidabile senza diventare schiavo del lato detestabile delle leggi della responsabilità lo devi trovare tu, ma per conto mio non è un'impresa impossibile.
Mauro
P.S. Se vuoi filosofare ma non vuoi essere un filosofo banale o superficiale o addirittura stupido, ti avverto che ti aspetta un lavoro enorme. Non parlo né di impegno, né di dovere, bada bene: parlo di lavoro da fare, che può essere più o meno faticoso o piacevole, ma resta da fare. Per filosofare davvero bisogna assumere i pensieri fino in fondo, nel sangue e nella carne, bisogna pensare tutto il pensabile prima di pensare l'impensabile. Altrimenti ci si attesta nella schiera dei funamboli passacarte, dei ciarlatani, o dei poveri imbecilli che parlano dei grandi filosofi come del loro salumiere (con gran rispetto per il venerato mestiere del salumiere). Ciao.