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Il tema del doppio negli X-Men di Chris Claremont
- di Pietro Meroni -
(continua)


Di lì a poco, Claremont si dedicherà al soggetto di una storia in 4 parti che è stata senz'altro l'ispirazione segreta (mica poi tanto) per tutto "Onslaught". Sto parlando di "X-Men vs Micronauts", storia stranissima, ingenua, irreale, impazzita, gestita a quattro mani con Bill Mantlo e che introduce il "doppio malvagio" di Xavier, la sua metà oscura che ha acquistato coscienza propria e che, vestita con l'armatura psichica inventata ai tempi da Byrne, se ne va a massacrare il Microverso.

La saga della Covata è troppo pesantemente ispirata ad "Alien" per poter essere esaminata come contributo di Claremont. Segnalo tuttavia la nuova identità di Carol Danvers, presto sdoppiata in Rogue, che assume il nome in codice di "Binaria". Anche Tempesta gioca a sdoppiarsi: tutt'uno con l'Acanti, si proietta agli occhi dei compagni in diverse versioni, alcune tratte dal suo passato, altre "varianti" possibili (come la sua incarnazione vampiresca).
"Non preoccuparti: non mordo" butta lì a una sorpresa Binary, mentre la invita ad entrare nella bocca dell'Acanti.
La storia, e il concetto di Alien in generale, rappresentano anche l'occasione per vedere come il tema del parassita che nasce nella pancia possa sempre essere considerato una simbologia del "nemico dentro".

Ciclope e Madelyne Pryor Ma la fine della saga spaziale ci porta due bellissimi avvenimenti: l'arrivo di Paul Smith (il miglior disegnatore che gli X-Men abbiano mai avuto in assoluto) e Madeleine Pryor.
Madeleine: MML (sapete tutti a chi si riferisce questo acronimo, vero?) ai tempi fece un piccolo quiz fra i lettori per scoprire a chi si era ispirato Claremont per questo nome. La risposta fu esatta: alla protagonista di "La donna che visse due volte" (Vertigo) di Hitchcock. Ma a voler andare ancora più indietro, Madeleine si chiama anche la sorella di Roderick Usher, la non-morta protagonista de "Il Crollo di Casa Usher" di Poe, e "madeleine" è anche il biscotto che scatena la ridda dei ricordi nella memoria del Narratore all'inizio de "La ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust. Maddie Pryor, infine è anche la cantante di uno storico gruppo folk inglese, gli Steeleye Span, di cui si cita una canzone all'inizio di UXM 238.
Quante cose in un nome! Sosia di Jean Grey, tanto da lasciare di stucco il ramo maschile dei Summers al completo, ma con un caratterino tutto suo. Personaggio bellissimo, purtroppo finito male (meritava molto di meglio), Madeleine scatena con la sua apparizione la saga "Dalle ceneri", in cui il suo ruolo è estremamente sottile ed ambiguo. È Jean Grey? È Fenice? È solo se stessa? Claremont inizia in questa saga anche una strana forma di "persecuzione" nei confronti di Ciclope, iniziando a tormentarlo con dubbi, fantasmi, paure, trasformandolo dall'intrepido capo del periodo Byrne al guscio vuoto che perderà il comando degli X-Men contro Tempesta in UXM 201.
Fenice...?
In "Dalle ceneri" tutti sono pedine di Mastermind. Dal punto di vista che abbiamo assunto in questo saggio, Claremont stesso è Mastermind, l'autore della memorabile galleria di specchi, sosia, illusioni che costella tutta la saga. La tensione strisciante si identifica con un nome, una parola che sembra essere sussurrata in ogni episodio: "Fenice", "Fenice"...
Ma la storia "Fenice!" (UXM 175) regge il gioco del doppio solo nella prima parte, finchè Ciclope non scopre l'arcano. Continua invece il gioco di specchi, con una memorabile sequenza nella Stanza del Pericolo sospesa fra i due punti di vista degli X-Men e di Scott. In tutta la saga, l'uso del doppio ottiene lo scopo di accumulare tensione narrativa, di costruire un'aspettativa che poi si scatena "a valanga" nello scontro finale, dove invece ci si confronta con i chiari, netti "valori" razionali. Il doppio torna strisciando nel subconscio. Segnalo solo Tempesta, pronta ad ammazzare tutti pur di finire Mastermind.

Ma Madeleine riesce a ritagliarsi un ottimo spazio nella saga per fare solo la fine della vittima. Donna concreta, passionale, intelligente, orgogliosa: la vignetta in cui stende Summers con un pugno è da antologia. E infatti Madeleine rimane. Come un filo sottile teso verso il futuro.
Con Madeleine arriva in pianta stabile nel gruppo il miglior personaggio creato da Claremont: Rogue.

Come abbozzato in Fenice, la bellezza (escludendo quella fisica, palese a tutti) del personaggio di Rogue sta nella sua profonda contraddizione interna.
Invulnerabile e fragilissima, mostruosamente forte e infinitamente debole, splendidamente bella e inesorabilmente sola: Rogue è l'esempio di come costruire un personaggio che tocchi il cuore. Certo, i critici più cinici affermerebbero che Rogue è perfettamente "costruita" per rivolgersi alle pulsioni sessuali emergenti degli adolescenti, fatte di desiderio e paura, allo stesso modo in cui Rogue è desiderabile e intoccabile al tempo stesso. Permettetemi di lasciare il cinismo a casa questa volta: con Rogue Claremont tocca vette di poesia; tutto UXM 182, l'inizio di UXM 203, la sequenza dell'Annual n° 11, piccole perle di dialogo qua e là...
A questo Claremont aggiunge una "doppia personalità" quando Rogue assorbe, permanentemente, le emozioni di Carol Danvers. (Annual n° 9 dei Vendicatori)
In piena "scuola Marvel" (Uomo Ragno docet), Claremont introduce Rogue nel gruppo giocando sui sensi di rimorso della ragazza per l'assassinio di Carol: una soluzione per trasformarla da criminale a eroina.
Carol Danvers si vede attraverso gli occhi di Rogue Assorbita la personalità della Danvers, Rogue diviene a tutti gli effetti un caso di schizofrenia, due persone in una testa sola: la dinamica di Rogue prende le mosse da qui, ma Claremont la saprà arricchire di una grandissima carica umana.
Le prove sul campo di Rogue sono molte e umilianti. Un'altra vetta narrativa di Claremont è la seconda parte di UXM 182, in cui Rogue, dopo aver salvato il Col. Rossi, continua ad oscillare fra la sua persona e quella di Carol, come un pendolo impazzito, in uno splendido crescendo emozionale che culmina nella scena sulla spiaggia, piena dei fantasmi d'infanzia della Danvers.

 

Continua...
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