A sovrastare l'imbocco del Canal d'Incarojo si trova una montagna, il Monte Cucco. Non e' un monte particolarmente impervio o alto, ma sulle sue pendici si e' svolta una delle pagine epiche della storia della Carnia. Nessuno sa, in realta', se quanto sto per narrarvi sia realmente accaduto o se si tratti solo della fantasia della gente che vive fra quei monti, comunque questo e' cio' che narrano i vecchi.
Sulle pendici meridionali del Monte Cucco si trovava un villaggio abitato dai Pagāns,
gli uomini dei boschi e delle montagne, dei barbari che venivano chiamati cosi' perche'
non avevano mai abbracciato la fede cristiana come gli abitanti dei paesi della valle e
continuavano a vivere secondo costumi molto antichi.
I carnici avevano timore dei Pagans, uomini robusti e forti, abituati alla vita sulla
montagna, dove vivevano di caccia e da dove, saltuariamente, scendevano per derubare gli
abitanti dei paesi di valle.
Il villaggio sul Cucco si chiamava Cjaserualis [1] ed era abitato da un clan di Pagans che
custodiva una specie di tempio. Sopra il villaggio infatti si trovava un tempo un
castello dove era custodito un idolo sacro per i Pagans. Il castello non era stato
costruito da esseri umani essendo destinato a dimora di una sorta divinita'. L'idolo
che il clan di Cjaserualis custodiva e venerava era un grande bec [2] completamente d'oro.
Questa non era una semplice statua, ma un essere soprannaturale vero e proprio. Il
Bec d'Aur [3] era un essere potente che dominava le montagne e proteggeva i Pagans.
Un giorno un altro clan di Pagans, che aveva la propria dimora nel villaggio di
Prunescjes [4], pretese di prendere in custodia il Bec d'Aur togliendolo a quelli di
Cjaserualis. Non serve dire che la cosa non fu per nulla risolta in modo pacifico, dato
che i Pagans erano un popolo di cacciatori e di fieri guerrieri ed i loro clan erano
in perenne lotta. Cosi' i Pagans di Prunescjes fecero guerra a quelli di Cjaserualis
per il possesso dell'idolo d'oro del Bec.
La battaglia si svolse nei pressi del castello, dato che quelli di Prunescjes erano
arrivati con le armi per impadronirsi del Bec. Ad attenderli c'erano tutti i guerrieri
di Cjaserualis. I Pagans combattevano in modo antico, non avevano armature e le loro
armi erano principalmente mazze e asce, molti portavano archi con cui erano, da cacciatori
provetti, ottimi tiratori, pochi portavano spade.
Lo scontro fu terribile, i Pagans delle due parti si affrontarono con violenza inaudita
sul campo di battaglia per tutto il giorno. Quelli di Prunescjes non riuscivano ad
avvicinarsi al castello, quelli di Cjaserualis non ce la facevano a respingerli in modo
definitivo. Tutto il pendio sul monte era ormai coperto di sangue e di corpi di guerrieri
uccisi e la giornata stava per volgere al termine. Sembrava che la battaglia avrebbe dovuto
continuare il giorno dopo.
Nel castello il Bec d'Aur assisteva allo scontro fra i Pagans e l'ira crebbe in lui.
Come potevano quei miseri uomini pretendere di trattare un dio come se fosse qualcosa di
loro proprieta'? Cosi' il Bec d'Aur si animo' ed usci' dal castello per punire la
presunzione degli uomini. Corse verso il crêt [5] che sovrastava
Cjaserualis e con i colpi delle sue potenti corna fece saltare in frantumi la roccia, questa
frano' improvvisamente con un enorme boato e precipito' sul campo di battaglia uccidendo
gran parte dei Pagans impegnati nello scontro. Anche il castello fu travolto e distrutto
in un solo istante, con tutte le sue mura che avevano sfidato intatte i secoli.
I Pagans erano stati sterminati, quasi tutti i guerrieri erano morti e quelli rimasti
non avevano altro da fare che ritirarsi verso le loro case per evitare l'ulteriore ira
del Bec d'Aur.
Quella fu l'ultima battaglia dei Pagans in Carnia, da quel giorno la loro gente si disperse
sui monti e fra tante valli, i clan non tornarono mai all'antica potenza e lentamente
si estinsero. L'ultimo pagan del clan di Cjaserualis rimasto al villaggio nel XV secolo
per sopravvivere fu costretto a scendere a valle e convertirsi. Gli altri vivono probabilmente
ancora oggi fra i boschi, nelle caverne sulle montagne della Carnia, tanto e' vero che
le madri minacciano i figli piu' irrequieti dicendo loro "Cjale che vegnin i Pagans e
ti puartin vie se no tu fâs 'l brâf" [6].
Il Bec d'Aur offeso per quanto avevano fatto i Pagans non torno' piu' fra gli uomini e tutt'ora vaga per le montagne senza che nessuno lo possa mai incontrare. Camminando lascia impronte profonde nel terreno e dove si ferma a riposare la sua sagoma rimane segnata sull'erba bruciata dal potere che emana il suo corpo. Ogni tanto i montanari trovano queste tracce e sanno che sono quelle del Bec d'Aur che un tempo viveva nel castello di Cjaserualis.
Leggenda carnica originale