Le miniere dei Gans di Gworl

Nel Lanach an Reif si trova un villaggio in mezzo fra il Grande Forte ed il Piccolo Forte, posti a chiusura della valle per tutti coloro che possono venire dal Nord. Il villaggio ha nome di Esluch, che nella lingua degli uomini del Luirf significa "lo sbarramento", perche' nel villaggio vivono gli uomini che fanno la guardia alle due fortezze. Un tempo, durante la Seconda Era, un grande forte di sbarramento si trovava a monte di Esluch, dove la valle si stringe ed il fiume ha scavato una profonda gola. Da quel punto, andando verso Ebietnoh la strada correva per un lungo tratto scavata nella roccia che cade a picco con un salto di circa 200 braccia (1) sul fiume Elef, chiamato Stalwas dalla gente che vive oltre le montagne. Difendere quella strada era facile in quel punto ed il forte di Esluch venne distrutto verso la fine della Seconda Era, mentre diversi piccoli fortini, scavati nella roccia della montagna, erano disseminati fra Esluch ed il grande valico di Sivrat o Dohranstal. All'inizio della Terza Era, quando vi era ancora molta confusione fra le genti della Terra Antica, si trovava solo un piccolo fortino a valle di Esluch, abbandonato negli ultimi cento anni dell'Era precedente e rapidamente riadattato per difendere la piccola comunita' dalle incursioni della gente dell'Engrajc. Oltre l'Elef, poco a valle dell'antico forte, inizia il Lanach na Enlokar, dove alcuni piccoli villaggi di pastori e boscaioli rimanevano isolati da tutto quanto stava avvenendo nel mondo. Ma il Lanach an Reif e' una via importante fra le terre a nord dei monti ed il Luirf ed oltre la grande pianura ed il mare meridionale. Cosi', quando a Sud delle montagne torno' la pace e tutte le comunita' aderirono al Consiglio di Nihud, si ritenne opportuno di controllare la valle. Nella stretta forra dell'Elef durante la Seconda Era si trovava un grande ponte che permetteva ad una strada di attravesare il fiume. Questa strada percorreva grandi gallerie scavate nelle montagne e passava su ponti quando, ad una svolta della valle, sbucava fuori cambiando versante. Il grande ponte venne trasformato nel Piccolo Forte di Esluch, controllando cosi' sia la strada della forra che quella delle gallerie. A monte di quel punto le gallerie non erano piu' utilizzabili dai carri perche' numerose alluvioni, terremoti e frane avevano riempito ampi tratti di pietre, mentre verso la pianura la strada era utilizzabile. In questo modo il Piccolo Forte era collegato in modo sicuro con il Grande Forte che venne costruito a valle di Esluch in un punto dove la Strada Sotterranea veniva per un breve tratto alla luce. Il Grande Forte era l'espansione del fortino della Seconda Era, il nucleo principale si trova su una spalla rocciosa a picco sopra l'imbocco di un tunnel in cui la strada detta Ras Troh na Reif, la Strada Antica del Reif, passava. Un muro continuo sbarrava la valle, dalla base della parete del Primo Gradino al fiume, per continuare brevemente sull'altro versante fino alla parete del Wolk Siverc, il Monte delle Spaccature.

Sopra Esluch passa un antico sentiero, il Troh Srihinn, la Via dei Cervi. Questo corre con leggeri saliscendi lungo la base delle pareti del Primo Gradino e venne tracciato durante la Seconda Era per consentire alla gente della valle di raggiungere la miriade di piccole case sparse nei boschi fra il Lanach lad Reif e le cime dei Monti Dlonuah, le cui vette bianche si sollevano al centro di un massiccio intricato di gole e dirupi ricoperti di mughi. Il Troh Srihinn presso Esluch passa lungo una sottile cengia che si alza lentamente nella parte inferiore del Primo Gradino. In questo punto la parete non e' continua ma composta da una serie di salti separati da grandi cenge erbose, il sentiero corre proprio su una asperita' secondaria dello zoccolo del salto piu' basso alzandosi leggermente per raggiungere la spalla che domina lo sbocco sul Lanach lad Reif del Vallone dello Slenwas, il torrente dalle acque verdi. Il Troh non puo' superare lo sbocco dello Slenwas poiche' questo e' profondamente inforrato e precipita direttamente su un braccio dell'Elef che va a lambire la base delle pareti non lontano dal Grande Forte. In alto, dove il Primo Gradino e' piu' basso lo Slenwas scorre per alcune centinaia di klow (1) fra pendii aperti e relativamente dolci. Qui il Troh Srihinn attraversa il torrente per poi tornare ad abbassarsi per tornare a percorrere i pendii alla base del Primo Gradino. Poco oltre un altro torrente sbocca nella valle principale, anche questo profondamente inforrato, ma l'assenza di una grande cascata come quella dello Slenwas ha consentito di costruire un ponte attraverso il baratro in fondo al quale rumoreggia l'Othrewas.
Poco prima del guado sullo Slenwas alcuni sentieri accidentati si dipartono dal Troh Srihinn e si inoltrano nel Vallone. Qui si trovano alcune piccole case abitate dai membri del clan Nohram. Negli ultimi duecento anni della Seconda Era gli antenati dei Nohram avevano numerose case sparse lungo il Vallone dove, durante l'estate, risiedevano per lavorare piccoli orti, tagliare il bosco e pascolare poveri gruppi di capre. Nella Terza Era solo il gruppo piu' basso di case, gli Stal na Nohram, sono ancora utilizzate, oltre vi sono solo le tracce dei ruderi degli altri antichi stal, quella del vecchio Erlill Nohram e' l'ultima casa abitata da uomini nel Vallone, appena alcune centinaia di klow piu' in altro del Troh Srihinn.

Nel tardo pomeriggio di una primavera piovosa Oyam Ohrm e Laghluill Tnedach arrivarono agli Stal na Nohram. Avevano raggiunto Esluch lungo la Ras Troh na Reif, la Strada Antica del Reif, provenienti dalla pianura del Luirf Centrale alla ricerca di ferro. Era infatti anticamente noto che sui monti attorno al Lanach lad Reif si trovavano numerose miniere di minerale ferroso, da cui per secoli era stata estratta la materia prima per fare lavorare le fucine di tutta la valle e gli artigiani di gran parte della Pianura. Alcune miniere erano state riaperte dopo l'abbandono della Seconda Era, quando le grandi miniere del Nord avevano rifornito le fonderie di Ras F™s. Ma ormai di quelle fonderie ciclopiche rimanevano solamente i resti, rappresentati da grandi distese di ruderi su cui svettano ancora due torri di ferro, trasformate in vedette durante le Prime Guerre.
L'aria non era particolarmente fredda perche' il sole di aprile era gia' capace di scaldare in modo efficace i pendii rivolti a mezzogiorno, ciononostante sui Monti Dlonuah era caduta ancora un po' di neve. Dalle case di Stal na Nohram si alzavano sottili volute di fumo mentre la pioggia spingeva l'erba nuova a crescere rendendo i prati falciati l'estate precedente distese di un verde tenero su cui pascolavano pigramente alcune pecore ed un paio di grossi muli. I due cercatori di ferro raggiunsero la prima casa coperti da spessi mantelli di pelliccia, ormai completamente inzuppati d'acqua. Laghluill si appropinquo' alla porta e provo' a bussare.
La porta si scosto' appena quanto bastava per fare intravvedere due occhi che investigavano l'esterno e far passare una leggera corrente d'aria calda e odorante di fumo che raggiunse il volto di Laghluill facendogli pregustare il piacere del focolare.
Laghluill si presento' "Buona giornata, io ed il mio compagno siamo arrivati dalla valle e stiamo cercando ospitalita' per la notte, un fuoco a cui asciugarci ed un po' di cibo.", "E cosa siete venuti a fare da queste parti?" interrogo' da dietro la porta socchiusa la voce di un uomo che non si preoccupava di celare la propria diffidenza. "Siamo alla ricerca di vecchie miniere dove estrarre un po' di ferro per le fucine della Pianura e ...", "Qua non troverete di certo ferro, e' meglio che torniate a valle prima che sia buio" interruppe l'uomo. Laghluill capi' che non avrebbe ottenuto nulla in quella casa e si volto' con lo sguardo sconsolato verso Oyam che si trovava alcuni passi dietro a lui. Oyam taceva, evidentemente infastidito per la mancanza di ospitalita' di quella gente. "Vedi?" disse "Anche con la tua gentilezza ed il tuo sorriso stampato sempre in faccia non sei riuscito ad ottenere di poterci togliere tutta questa umidita' di dosso!". Laghluill risolse di tentare in tutte le case degli Stal na Nohram, anche se Oyam sosteneva che, probabilmente, erano finiti sulla terra di un clan di persone estremamente antipatiche.
Dopo avere provato, inutilmente, ad ottenere ospitalita' presso varie famiglie i due raggiunsero la casa di Erlill Nohram. Ormai quasi rassegnati all'idea di doversi trovare un riparo di fortuna per la notte bussarono. Si sentirono dei passi trascinati all'interno e la porta si apri' rivelando il voltoscolpito dal tempo di Erlill. Laghluill espose al vecchio la situazione e la richiesta di ospitalita' chiedendosi perche' un vecchio che abitava la casa piu' isolata della valle dovesse essere piu' ospitale dei suoi parenti. Eppure, con grande gioia dei due viandanti, il vecchio Erlill li invito' ad entrare per asciugarsi al suo fuoco.
Viveva da solo Erlill nell'antico Stal che apparteneva al suo clan da tempo immemorabile. La moglie era morta da anni, due dei suoi figli abitavano nelle case poco lontano, altri tre vivevano a valle e facevano parte del contingente del Grande Forte. Lo Stal di Erlill era il piu' grande di Stal na Nohram, un tempo il centro della vita del clan. La stanza dove etrarono Laghluill e Oyam occupava meta' della costruzione principale, la porta si trovava alla sua estremita' destra, in fondo ad essa vi era un grande focolare sollevato dal livello del terreno su una massiccia base quadrata di pietra, il fumo veniva raccolto da una cappa, anch'essa quadrata, di legno ricoperto di calce. Attorno al focolare si trovavano tre panche addossate alle pareti, mentre il quarto lato era aperto verso il resto della stanza. Al centro di questa si trovava un grande tavolo di legno rettangolare ai cui lati erano due panche, mentre alle estremita' si trovavano due sedie massicce. Il soffitto era piuttosto basso, di travi di legno ed assi e costituiva il pavimento di una stanza al livello superiore della casa. A questa si accedeva tramite una stretta scala di legno addossata alla parete di fronte alla porta d'ingresso. A destra della porta si trovava un varco che immetteva su una seconda stanza, piu' piccola.
Al piano superiore vi erano due stanze separate da una parete di assi di legno, nella prima si trovava il letto di Erlill, nella seconda erano conservate le provviste per l'inverno: sacchi di noci, mele, orzo e segale, mais, fagioli.
Accanto alla casa si trovava la stalla, rappresentata da un unico ambiente con un paio di finestrelle ed una mangiatoia in muratura lungo il lato maggiore opposto alla porta d'ingresso. Di fronte alla casa si trovava una costruzione piu' piccola, il porcile. In tutto Erlill possedeva tre vacche e due maiali, oltre a sei capre che pero', dato il peculiare carattere caprino, non accettavano di essere rinchiuse in una stalla e vagavano libere nella zona attorno allo Stal. Per essere un vecchio solo Erlill aveva di che vivere. Inoltre, poco lontano dalla casa, si trovava un piccolo orto e tutto attorno, su terrazzamenti faticosamente costruiti sui pendii della montagna, alcuni campicelli che Erlill coltivava con l'aiuto dei figli e dei nipoti. Poca cosa, rispetto alle abitudini di vita della Seconda Era o della Pianura, ma lassu' era gia' molto avere qualche fazzoletto di terra con alcune decine di piante di mais su cui si arrampicano i fagioli, per risparmiare spazio. I noci erano piantati tutti attorno alla casa, dietro di essa, in alto, si trovavano quattro larici, appositamente piantati da Erlill quando aveva rifatto il tetto della casa, cosi', quando i travi avrebbero iniziato ad invecchiare, altri larici sarebbero stati pronti per farne di nuovi.
Ragionava su tempi lunghi Erlill, nonostante gli ottanta anni suonati che, insieme al freddo, al sole ed al vento, avevano dato al suo volto l'aspetto di una immane statua di legno in mezzo alla quale spuntava spesso un sorriso eccezionalmente integro. Nonostante la vecchiaia Erlill aveva ancora tutti i suoi denti e godeva di ottima salute.
Accolse dunque Laghluill e Oyam nella sua casa senza esitazioni, perche', sosteneva, che "i malintenzionati da queste parti non bussano". Laghluill avrebbe voluto chiedere spiegazioni sul comportamento degli altri abitanti degli Stal, ma non ritenne opportuno esprimersi. Erlill appese i mantelli zuppi dei due accanto al fuoco dove aveva gettato un paio di pezzi di legno in piu' e li fece accomodare sulle panche mentre preparava loro una tazza di un infuso che, secondo lui, doveva preservarli da prendersi un accidente, bagnati come erano.
Poi il vecchio si dette da fare per preparare un pasto degno di "due giovani lupi" come li aveva chiamati lui. Doveva vedere la fatica e la fame negli occhi di quei due giovani uomini, in particolare Oyam aveva l'aria di uno che si sarebbe mangiato un bue se l'avesse avuto a disposizione. Erlill armeggio' per un po' attorno al focolare e mise a cuocere dei grossi pezzi di carne di cervo. "Due giorni fa in una trappola che avevo piazzato per i caprioli e' finito un grosso cervo. E' un fatto eccezionale, soprattutto perche' la trappola non era fatta per trattenere un animale cosi' forte, eppure il cervo era rimasto li' ed e' stato agevole finirlo. Molto strano, ma adesso capisco perche', il cervo sapeva che avrei avuto bisogno della sua carne per due ospiti affamati!". Laghluill guardo' il vecchio stralunato, il cervo si faceva catturare per sfamare loro? Dubitava che il nobile animale avesse di questi gesti di altruismo. Lancio' uno sguardo significativo a Oyam, che tuttavia trovava le affermazioni del vecchio, fatte peraltro con estrema serieta', piu' che naturali.
Mentre mangiavano Erlill volle conoscere le ragioni che avevano spinto i due in quei luoghi poco frequentati dai forestieri. Laghluill spiego' che le riserve di ferro che alimentavano le fucine di Nihud iniziavano a scarseggiare. Fino a pochi anni prima si era fuso tutto il ferro che era stato abbandonato alla fine della Seconda Era dagli uomini e si trovava sparso in grande quantita' nei ruderi delle antiche case e fabbriche, ma ora quel ferro era sempre piu' difficile da trovare, cosi' loro avevano deciso di provare a rintracciare le antichissime miniere nel Lanach lad Reif.
Erlill ascolto' con interesse le spiegazioni di Laghluill, rimase per un po' pensoso, poi disse "E' vero, un tempo da queste parti vi erano numerose piccole miniere da cui si cavava il ferro, il minerale veniva lavorato giu' nelle fonderie della valle, ma gia' prima della fine della Seconda Era nessuno ricordava piu' dove e come cavarlo, le miniere erano state abbandonate quando vennero costruite i grandi palazzi nella Pianura e le antiche torri di ferro di Ras F™s, oggi gli uomini non cavano piu' il ferro quassu', non dico che non ce ne sia, anzi, ma gli uomini non hanno miniere.".
Laghluill era sempre piu' meravigliato dai discorsi del vecchio, cosa intendeva con "gli uomini non hanno miniere"? E chi diavolo doveva avere miniere se non gli uomini, forse i cervi che si sacrificano per la cena altrui sono anche capaci di scavare le montagne?
I pensieri di Laghluill vennero interrotti da Oyam "No, Lagh, non sta dicendo sciocchezze il nostro ospite". Erlill sorrise. Laghluill appariva evidentemente imbarazzato per essere stato scoperto mentre dubitava della salute mentale di chi lo stava gentilmente ospitando al caldo e nutrendo, era un giovane beneducato, ma anche giudizioso e poco disposto a credere a certe storie.
"Vuoi sapere se ci sono miniere?" domando' Erlill, "Si, ci sono miniere di ferro, ma anche di rame, zinco, argento, grandi miniere come non se ne scavavano da molto tempo, solo durante l'ultimo secolo della Seconda Era, quando l'uomo usava macchine incredibili per scavare le miniere, vennero realizzate gallerie come quelle che percorrono le viscere dei Dlonuah. Da quelle miniere esce tanto di quel metallo che basterebbe a rivestire tutte le mura di Nihud e delle altre citta' della Pianura.", Laghluill era disorientato, "ma se avete detto che non ci sono miniere scavate da queste parti!", Erlill si volse verso Oyam, che sembrava capire di cosa stavano parlando, "Sei uno zuccone Lagh, Erlill ha detto che non ci sono miniere degli uomini, non che non ci sono miniere!". Era proprio come temeva Laghluill, Erlill era un vecchio pazzo e Oyam, sulla cui stranezza non aveva mai dubitato, aveva trovato un ottimo compagno di follia.
Erlill riprese a parlare; "Da queste parti lo sanno tutti che oltre gli Stal na Nohram la montagna e' il dominio dei Gans e che in essa sono scavate le loro grandi miniere, ma vedo che nulla di tutto cio' e' giunto alla Pianura, evidentemente." Laghluill era sempre piu' stupito, mentre Oyam sembrava bere avidamente le parole del vecchio ed alla parola "Gans" gli occhi gli avevano brillato.
"I Gans sono gente molto antica, caro il mio giovane incredulo, o meglio ignorante" disse Erlill con un tono falsamente severo "abitavano su queste montagne molto prima che l'uomo vi giungesse, tutti i monti erano disseminati di piccoli regni dei Gans, piccoli ma potenti, come piccoli e fortissimi sono loro. Se tu vedessi un Gan non potresti che rimanere sorpreso, ma e' meglio che ti abitui all'idea, se ti interessano le miniere. I Gans sono esseri gentili, anche se il loro aspetto massiccio non ha alcuna grazia, hanno una forza inimmaginabile per noi umani ed una sapienza nel cavare e lavorare i metalli che ormai abbiamo perso, questi per lo meno i Gans delle miniere, ma ve ne sono diversi, alcuni clan vivono solo nei boschi e sono piu' abili nel lavorare il legno. Molti secoli fa, quando la Prima Era termino', gli uomini avevano imparato dai Gans a lavorare il bronzo ed il ferro, diventando abili artigiani, per molto tempo fra gli uomini delle montagne ed i Gans vi fu una sorta di alleanza, di amicizia. I Gans mettevano la loro conoscenza a disposizione degli uomini e, talvolta, li aiutavano nel loro lavoro, in cambio non chiedevano nulla, se non di potere rimanere in pace nei loro regni sulle montagne. Era piu' che sufficiente per loro, dato che avevano osservato come gli uomini erano in perenne guerra fra loro, clan contro clan, tribu' contro tribu'." Erlill si interruppe ed ando' a prendere un sacchetto di foglie secche sminuzzate che mise in infusione nell'acqua bollente. "Questo vi rimettera' in forze e vi terra' svegli, fino a quando non avro' finito la mia storia.".

"Dicevo dunque dei Gans" riprese Erlill "e della loro convivenza con gli uomini. L'alleanza duro' per molto tempo e coinvolgeva non solo uomini e Gans, gli uomini di allora, molto piu' intelligenti di quelli della Seconda Era, si allearono con molte forze della Natura e con altri esseri per fronteggiare il pericolo, sempre in agguato, di una forza che ha sempre tentato di distruggere e dominare qualunque civilta' nella Terra Antica."
"Ma questa alleanza era destinata finire, nuovi modi di pensare si diffusero fra gli uomini, la parola del figlio di un grande Dio giunse da terre lontane ma venne fraintesa, gli uomini iniziarono ad adorare questo Dio Unico ed a considerarsi come eletti da Lui al dominio della terra, tutti gli altri esseri vennero allora considerati come nemici, servitori di un essere oscuro e malvagio che e' il capo di tutti i demoni. Che molte cose malvagie vivano nella Terra Antica, come in altre terre, e' vero, ma gli uomini, guidati da sacerdoti ciechi e spesso disonesti sbagliarono a confondere le cose".
"Cosi' gli uomini presero a lottare contro gli altri esseri, desiderarono scacciarli dalla terra quando la memoria dell'antica amicizia era scomparsa. Gli uomini colonizzarono le montagne fino nei loro piu' lontani recessi, costruirono case, scavarono loro miniere, fecero strade e ponti, abbatterono le foreste per portare al pascolo le loro mandrie e ricacciarono i Gans ed altri esseri in pochi segreti luoghi. I Gans non divennero mai nemici degli uomini ed avrebbero desiderato continuare ad aiutarli come un tempo, ma gli uomini della Seconda Era, se avessero incontrato uno di questi esseri, sarebbero fuggiti o avrebbero fatto di tutto per ucciderlo, tanto stupidi siamo stati!"
"Questo ha distrutto l'alleanza e, probabilmente, ha condannato tutti gli esseri della terra alla futura schiavitu', quando la forza che desidera il dominio tornera' a tentare la sua scellerata impresa."
"Ma torniamo alle miniere dei Gans. Ve ne sono molte da queste parti, scavate nei Monti Dlonuah, altre sono sparse nelle montagne. Dopo il Crollo della Seconda Era i Gans riuscirono a ricolonizzare i monti, i loro clan si riunirono, i regni tornarono a sorgere, retti da antichissime leggi. Oggi, l'instancabile lavoro dei Gans, ha portato nuovo splendore su queste montagne coperte di mughi e ghiaioni. Gli uomini del Lanach lad Ireip conoscono l'esistenza del regno dei Gans di Dlonuah, o Gworl come lo chiamano loro stessi. In questi anni un buon capo governa quel regno, Gwynlyll, un mio vecchio amico." A questo punto Laghluill stava per cadere dalla panca su cui era seduto, non solo il vecchio parlava di questi misteriosi esseri, ma asseriva perfino di esserne amico! Eppure il racconto sembrava proprio reale e ricordava a Laghluill qualcosa che gli aveva narrato sua nonna da bambino, leggende delle montagne. Per contro Oyam sembrava prendere con naturalezza il racconto del vecchio e sorrideva osservando l'espressione attonita del suo compagno.
"Vedi Lagh" disse Oyam " quando dissi che sarei venuto con te a cercare miniere immaginavo qualcosa del genere, e' per quello che sono qui, tu avresti finito per passare sopra il Regno di Gworl senza vederlo.", Laghluill tento' di indagare nello sguardo di Oyam il significato delle sue parole. "Vuoi dire che tu conosci questo regno di questi Gans?" domando'. "In realta' ne ho solo sentito parlare, ma credo che sarei in grado di trovare le porte della montagna grazie all'aiuto di alcune amicizie che non potevo confessarti prima di stasera. Non conosco Gwynlyll, ne' alcun Gan, pero' conoco chi e' ancora in alleanza con loro ed io sono in alleanza con questi esseri."
"Bene! Ora che il nostro amico si sente circondato da pazzi e' bene che noi parliamo di cose serie, a quanto pare non sono l'unico ad avere rapporti con le Genti Antiche." disse Erlill.
Ebbene, giovanotto" - disse il vecchio rivolto a Laghluill - "non so se faccio bene a parlare tanto di fronte a te, lascio la decisione al tuo compagno!"; "Non c'e' problema con Lagh, e' una persona fidata, anche se non sa nulla di quello che cammina attorno a lui. Nel caso tu mi voglia dire qualcosa di particolare ut sidop alevef rap el ehitna ehgnel"; vorp orbod, ima! Toiv ek ut silevef enu ehgnel edaetnemsid.(2) Gli occhi di Erlill erano cambiati ed ora sembravano molto piu' di quelli di un vecchio ancora vispo, sembrava avessero ancora abbastanza vita ed energia per continuare per secoli a guardare la valle dello Slenwas.

Oyam ed Erlill parlarono sommessamente per ore ed ore, Laghluill era incuriosito, ma ad un certo momento si senti' di troppo, quando i due iniziarono a parlare sempre piu' in quella strana lingua. Non aveva il suono di alcuna parlata nota, eppure non suonava cosi' estranea. Eppure non si capiva nemmeno una parola. Usci' all'aperto, sul prato antistante lo stal di Erlill, e si mise a guardare le montagne. Lontano, oltre la distesa scura dei boschi del Vallone si alzavano delle masse bianche, le rocce delle montagne Dlonuah, striate da fasce scure di mughi. La luna riflettava su quelle masse di roccia chiara in un modo che sembrava innaturale, tanto che, in altre terre, molte leggende narrano di come i raggi di luna sono stati tessuti a coprire le montagne di una coltre lucente da gente imparentata proprio con i Gans dei Dlonuah. Laghluill pensava a queste storie, narrategli da bambino, c'era ancora qualcuno di quegli antichi libri di una volta che parlava di queste cose, lui sapeva leggere e gli era capitato di vederlo, nei giorni in cui poteva agevolmente girare per le sale del Consiglio, dove si trovava una delle poche biblioteche del Luirf. Poi erano venuti altri tempi, certo il Consiglio era diventato piu' grande e potente, ma Laghluill era dovuto diventare grande presto e prendere in mano la spada, forse troppo presto, come tutti daltronde.
Con questi pensieri nella mente Laghluill rientro' nello Stal, passando per la stanza del focolare senti' ancora Oyam ed Erlill discutere, sembrava che qualcosa fosse cambiato, erano molto seri, amichevoli ma un po' rigidi. Laghluill ando' a coricarsi.

Fine della prima parte