SPEEDGRAPHIC
Fra le macchine a medio formato ad ottiche intercambiabili
incontriamo spesso i modelli tedeschi Linhof, meno quelli americani Bausch e
Graflex. le Graflex sono apparecchi folding interessanti, dotati di mirino a
telemetro e talvolta di otturatore centrale accoppiato a tendina a scorrimento
verticale.
L'uso di queste macchine sembra premiare il formato 4x5" (simile
al nostro 9x12mm) usando però anche 10x12mm, più reperibile presso i
fotonegozianti.
Sfogliando i libri di storia, segnalo alcuni fotografi che
usarono questo strumento per creare il loro linguaggio fotografico: Tina
Modotti, che è caratterizzata da una produzione molto varia di immagini di
grande purezza, il fotogiornalista Wegee, che usò un linguaggio narrativo, e
Paul Strand, che, su invito di Cesare Zavattini, documentò con immagini di tipo
neorealista la vita del paese di Luzzara (Reggio Emilia)
1924, Messico: Tina Modotti scatta le sue prime foto (ma si sospetta una produzione anteriore) con una "Corona", forse donatale da Weston, nel 1926, mentre frequenta lo studio di Dorothea Lange a S. Francisco (USA), affittato dal 1925 dall'amico Weston assieme ad Hagemeyer, decide di acquistare una Graflex.
1942, USA: troviamo un giornalista americano "Wegee" alle prese
con una spedgraphic 9x12mm = 4x5 pollici, flash sincronizzato 1/200 di sec, f/16
distanza 3 metri.
questo professionista si distingueva per lo stile "Candid"
( =foto rubata), caratterizzata da espressioni mutevoli dei volti, movimenti
sincopati delle mani o dei piedi, che ne costituivano autentici punti di forza
grafici. E' famoso per aver usato anche lastre ad infrarosso.
1953: Paul Strand esegue una serie di fotografie di Luzzara usando una vecchia Deardoff (8x10mm) ed una Speedgraphic per pellicola 5x10mm. Alcuni testimoni oculari riferiscono che contemporaneamente sua moglie Hazel scattasse alcune immagini con una Leica, della quale però non trovo riscontro nella documentazione dell'epoca.