Terzo show italiano dell'ex
tecnico del suono dei Beatles e dei Pink Floyd che fu titolare del
«Project»
L'«ingegner» Alan
Parsons atterra a Milano
Al pubblico del Propaganda
l'artista cinquantenne presenterà i brani dell'ultimo album
«On Air»
Il celebre Alan Parsons offre il suo
terzo show italiano stasera, alle 21, al Propaganda (ex City Square) di
via Castelbarco a Milano.
Musicista, produttore e ingegnere del suono, il cinquantenne Parsons si
è fatto le ossa negli anni Sessanta come assistente negli Abbey
Road studioso di beatlesiana memoria. Lavori arcinoti come «Abbey
Road» dei Beatles e «Dark Side Of The Moon» dei Pink
Floyd lo hanno visto dietro la consolle, oppure produttore di stelle
come Al Stewart, Jimmy Page e Roy Harper. A metà dei Settanta
opta per una produzione ispirata ai "concept album" epici tipo
«The Six Wives Of Henry VIII» e «King Athur» [sic] di Rick Wakeman.
Si allea quindi a Eric Woolfson, già membro degli Herman's
Hermits, autore di hits dei Sessanta (Chris Farlowe, Velvet Opera) e
fido collaboratore del produttore degli Stones Andrew Oldham, e al
direttore d'orchestra Andrew Powell. I tre danno il nome all'Alan
Parsons Project. Il debutto è del '76 con «Tales Of
Mystery And Imagination», messa in musica di cinque famosi
racconti di Edgar Allan Poe: lavoro affascinante e suggestivo, a
tutt'oggi considerato il migliore di Parsons. Da questo momento gli Lp
avranno cadenza annuale, ogni "concept" con un tema preciso: ad esempio
«I Robot» sulla rivalsa della macchina sull'uomo, o
«Pyramid» sulle teorie di Aasimov [sic]. I dischi dell'Alan Parsons
Project seguono sempre lo stesso schema logico di brani: il tema
portante, un brano lento, strumentale, epico e così via.
Nell'80 il primo hit del Project: «The Gold Bug» (anche
questo titolo di E. A. Poe) da «Turn Of A Friedly Card» e,
nell'estate '82, il grande successo italiano di «Eye In The
Sky». Altri singoli noti sono «Let's Talk About Me»
nell'85 (con uno spassoso video) e «Limelight» nell'86,
sfruttata per vari spot pubblicitari. Dell'84 è
«Keats» con l'ex Camel Pete Bardens, mentre l'87 vede il
Project dedicare un disco all'architetto catalano Antonio Gaudi. Nel
'90 avviene il commiato da Eric Woolfson con l'ambizioso
«Freudiana».
Dopo tre anni Parsons, accantonata la dicitura «Project»,
debutta in solo, sempre però con l'aiuto di Powell, con
«Try Anything Once», quindi la svolta: il primo concerto
della carriera, immortalato dall'album «Alan Parsons Live»,
uscito in Usa con tre inediti di studio. L'ultimo lavoro è
«On Air» del '96, dedicato alla conquista del volo da parte
dell'uomo, uscito nelle prime centinaia di copie con un cd rom
allegato. Tre anni fa l'AP Band ha condiviso una tournée
mondiale con i Barclay James Harvest, mentre attualmente suona negli
Usa con gli Yes.
Stasera Parsons (chitarra, tastiere, basso e voce) suonerà con
il fedele chitarrista Ian Bairnson, Richard "Trix" Cottle al sax,
Stuart Elliott alla batteria, l'ex Simple Minds e Brand X John Giblin
al basso, Andrew Powell alle tastiere e Neil Lockwood al canto.
Alessandro Casellato
La Provincia, 25 maggio
1998