HANNIBAL AD PORTAS!
Ed allora, a gentile richiesta...... :-))) vai con Polibio :-)
211 a. C. Canne e' lontana, Annibale e' ancora imbattuto in Italia ma le sorti stanno lentamente volgendo in favore dei Romani. Due grossi eserciti stanno assediando Capua, grande alleata dei Cartaginesi, che e' ormai allo stremo. Lo stesso Annibale ha forze insufficienti a rompere l'assedio ed aiutare la citta' e concepisce allora un piano temerario.
Sceglie 2-3000 uomini tra cavalieri e fanti e si dirige a marce forzate verso Roma!
La speranza e' che la sua presenza minacciosa infonda terrore nei romani a tal punto da far loro richiamare le legioni che sono a Capua in difesa di Roma. Dopo aver razziato il territorio si accampa a tre miglia dalla Capitale, probabilmente presso il fosso della Boffalotta, un piccolo torrente affluente del Tevere, accanto alla Via Salaria.
L'effetto a Roma e' devastante: il loro nemico di sempre, l'invincibile e maledetto Annibale, e' alle porte!
Torme di sopravvissuti ai saccheggi, sbandati, disperati sciamano per le vie, il senato, choccato, siede in sessione permanente, cittadini, anche cospicui, percorrono le vie battendosi il petto e strappandosi le vesti, nobildonne si sciolgono i capelli e con essi spazzano i gradini ed i pavimenti dei tempi, sacrifici di prigionieri vengono allestiti per ingraziarsi gli dei.
L'unico che non perde la calma e' il solito Fabio Massimo che convince i senatori a non richiamare le legioni a Capua ed a mettere in campo cio' che rimane a Roma: una forza si' di reclute, ma alquanto cospicua anche per Annibale, 15-20.000 uomini che vigilano dall'alto di mura che si estendono per 11 Km., alte nove metri e spesse quattro (ne resta qualcosa in Via Salandra).
La citta', costretta a ragionare, comincia a respirare.
Una leggenda (ma e' posteriore) dice che i Romani, intemerati, misero addirittura all'asta i terreni sopra cui sorgeva l'accampamento dei Cartaginesi, considerandoli niente piu' che una molestia paseggera ed insignificante.
Annibale capisce che la partita e' persa, nessun romano arrivera' da Capua e lui non puo' certo pensare di espugnare Roma. Ed ecco l'episodio che fara' delirare generazioni di storici e poeti :-)
Un giorno in cui un violento uragano primaverile misto a grandine si abbatte su Roma, tre cavalieri galoppano verso la Porta Collina.
Le sentinelle danno l'allarme e scagliano frecce ma prima che escano truppe d'intercettazione, uno dei tre (chi potra' mai essere? :-) arretra di un passo, si fa dare un giavellotto, ne avvolge la punta in uno straccio e con due selci asciutte fa sprizzare la scintilla che da' fuoco alla punta.
Allora Annibale incita il cavallo al galoppo e lancia l'arma che vola al di sopra della porta ed atterra nella citta' tanto odiata.
Il giavellotto cade in un campo, il Campo Scellerato, dove venivano sepolte vive le Vestali che avevano infranto il voto di castita' e che per legge non potevano essere uccise in modo cruento.
Polibio ricorda l'immagine del volto tormentato di Annibale che appare e scompare in mezzo alla tempesta ed ai lampi... una pacchia per i poeti romantici! :-) I tre cavalieri si allontanano nella pioggia....
Di quel gesto in effetti si e' favoleggiato per secoli, un gesto di rabbia, di sfida, di provocazione, forse l'estremo atto di un uomo che sapeva che non avrebbe piu' potuto mantenre la promessa fatta al padre un giorno lontano.
Comunque sia, resta il gran gesto di un grande uomo: e' un gesto Umano con la U maiuscola.
La fine sarebbe venuta assai piu' tardi ma era cominciata.
Restano ancora un paio di notazioni per chi (non io) Roma conosce.
Il Campo Scellerato e' ora un cortile abbandonato all'interno del Palazzo delle Finanze, a due passi da Porta Pia.
Porta Collina si trovava quasi all'angolo tra Via XX Settembre e Via Goito, quella zona era il margine estremo della citta'. Le rovine della porta rimasero per secoli, ora son sepolte sotto gli uffici dei burocrati del Ministero delle Finanze.
Per quanto riguarda le mura, quelle esistenti durante la II Guerra Punica erano mura (dette Repubblicane) che derivavano da quelle che si credono originariamente erette durante il regno di Servio Tullio (Mura Serviane) nel 378 a. C.
Queste mura subirono nei secoli profonde ristrutturazioni ed ampliamenti.
Gli ultimi ampliamenti portarono alle Mura Aureliane ( 275 d.C. ) ed alle Mura di Onorio (403 d.C.) che sono quelle che si vedono qua e la' ancor oggi e che, ovviamente, con le Mura Repubblicane di 500 anni prima hanno assai poco da spartire :)
Frammenti di Mura Serviane e/o Repubblicane si dovrebbero trovare in Largo Magnanapoli ed all'interno del prospicente Palazzo Antonelli al numero 158.
Altri frammenti nella Via S.Pietro in Carcere che scende dal Campidoglio, davanti alla scala che sale al Vittoriano.
Dopo tutto 'sto movimento, non avete fame e siete ancora affascinati? :-)
Presto, alla Stazione Termini partendo da Piazza dei Cinquecento! Sulla sinistra della pensilina del 'dinosauro' c'e' il tratto di mura meglio conservato che gareggia in 'freschezza' con quello in Via Sant'Anselmo e quello subito a destra in Piazza Albania.
A questo punto se avete avuto costanza avete visto tutto quello che resta di mura che probabilmente esistevano durante la II Guerra Punica, bravi! :-)
Direi che sarebbe il caso di fermarsi in una trattoria e brindare ad Annibale ed alla Guida di Roma Antica di Romolo Staccioli :-)))
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