OPERAZIONE RIGOLETTO

1937. La guerra non e' ancora scoppiata ma i Servizi italiani si insospettiscono per la caccia che i francesi danno ai nostri cifrari navali.
Tutto lascia pensare che abbiano una efficiente rete spionistica nel nostro paese. Il capo del SIS, l'ammiragio Lais, viene a sapere che a Palazzo Farnese, sede dell'Ambasciata francese, in una stanza dell'attache' navale cui corrisponde la terza finestra del pianterreno a partire dal portone stanno tre robuste casseforti che contengono tutti, ma proprio tutti, i documenti che potrebbero interessare.
Incaricato della bisogna e' il tenente dei carabinieri Giuseppe Scordino, brillante ufficiale non nuovo a queste imprese.
Scordino si convince che senza la collaborazione del portiere dell'Ambasciata, tal Boccabella, di entrare nella stanza non se ne parla nemmeno. Da qui la pensata, si fa passare per certo... Bellagamba, simpatico popolano che incontra, ovviamente per caso, il portiere in una osteria. "Piacere, Boccabella" "Oh, no... piacere Bellagamba ah.. ah..".
E' l'inizio dell'amicizia Boccabella - Bellagamba con tanto di gite fuori porta con le famiglie ecc. ecc. Ad un certo momento il falso Bellagamba si qualifica e fa appello con lusinghe e minacce al patriottismo del portiere che accetta di collaborare.
Per esser maggiormente sicuri, il maresciallo Manca, noto "tombeur de femmes" del SIS, biondo con gli occhi azzurri, viene inviato sulle piste della cameriera valdostana Corbaz, che ha accesso a tutto il pianterreno per le pulizie.
La cameriera capitola in un amen per amore e procura un calco delle chiavi delle casseforti.
Nella notte agenti del SIS, il portiere e la cameriera provano le chiavi ma le serrature sono di precisione millimetrica e le casseforti non si aprono. Seccante.
Si risale cosi' alla ditta Fichet che ha l'incarico della loro manutenzione periodica ed all'addetto che, col solito sistema lusinghe - minacce - viva l'Italia si dichiara disposto a collaborare e provando durante un intervento di manutenzione le chiavi false ne corregge i difetti.
E' fatta, le casseforti si aprono e per circa due anni, tutte le notti agenti del SIS entrano nella stanza e fotografano posta in arrivo e partenza, cifrari, documenti ecc. ecc. Capita anche che il Capo di S.M. della Marina, amm. Cavagnari, legga i dispacci francesi prima dei francesi stessi!
Tuttavia l'elenco delle spie francesi non si trovo' mai in quelle casseforti anche se fu proprio Scordino nel 1940, con un'altra rocambolesca impresa, a smascherare l'intera rete.
Ma e' un'altra storia.
I francesi si accorsero che qualcosa non andava solo nel 1940 e provvidero a smantellare le casseforti. In ogni caso ebbero buona memoria, appena le cose furono loro piu' chiare.
Nel 1944, dopo l'occupazione di Roma, arrestarono Boccabella, Manca, il tecnico della ditta Fichet e la cameriera (Scordino si eclisso') e li spedirono tutti in un'orrenda prigione algerina da cui tutti tornarono dopo qualche anno assai malconci.
Scordino ando' in pensione col grado di generale. Nel 1969 era vivente mentre era defunto Boccabella che, tornato a Roma, era diventato portiere del Partito Liberale, in via Frattina. Si vedeva ogni tanto con Scordino. L'amicizia era sopravvissuta.:-)

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