THE BIG KAHUNA
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Regia: John Swanbeck
Cast: Kevin Spacey (Larry), Danny DeVito
(Phil), Peter Facinelli (Bob)
Trama: È in corso un'importante
convention, e Larry e Phil faranno di tutto per accalappiare Dick Fuller,
fantomatico cliente con cui concludere l'affare della vita. Il difficile
incarico verrà dato all'inesperto Bob...
PHIL COOPER: Non risponde.
BOB WALKER:
Sarà andato a fare compere.
PHIL: Dio ce ne scampi.
BOB: Perché lo
dici?
PHIL: Ma no, così... Una cosa che gli uomini dicono quando parlano
delle loro mogli. Uno dice: "Sarà andata a fare compere", e l'altro dice: "Dio ce ne scampi".
È una battuta.
BOB: Ah...
PHIL: Allora, come ti senti, Bob?
BOB: In che
senso?
PHIL: Come ci si sente in trasferta?
BOB: Ah... Capisco che può
essere stancante.
PHIL: Ci si affatica in questo lavoro. Uno magari non ci
pensa, ma... ci si affatica, sì.
BOB: Se
non ho capito male, tu lo fai da tanto tempo.
PHIL: A
dirti la verità, Bob, a volte ho la sensazione di non fare altro nella vita che
stringere la mano di qualcuno.
BOB: Però lo fai molto
bene.
PHIL: Ti ringrazio, Bob.
BOB: Insomma, da quello che dicono.
PHIL: Non ti rimangiare il complimento. Che ora fai?
BOB: Le cinque meno un quarto.
PHIL: Eh! Chissà se è arrivato Larry.
BOB: Non porti l'orologio?
PHIL: Il mondo è pieno di orologi. Orologi e specchi, una
vera cospirazione. Non che m'importi più molto, le mie occasioni me le sono giocate da un pezzo.
BOB: Perché lo dici, scusa?
PHIL:
Non mi sto lamentando. Ognuno tocca il suo punto più alto e poi torna nel
grigiore. Non c'è da vergognarsi.
BOB: Quanti anni hai?
Se non sono indiscreto.
PHIL: Ne ho 52.
BOB: La tua segretaria ha detto che hai un'aria
distinta.
PHIL: Davvero?
BOB: E
che hai una faccia che ha carattere.
PHIL: Mi concederò
il beneficio del dubbio, e immaginerò che l'abbia detto con tutte le migliori
intenzioni.
BOB: Certe volte mi chiedo come sarò quando
avrò la tua età.
PHIL: Mi strappi il cuore, figlio
mio.
BOB: No, non volevo dire che...
PHIL: Ah, non fa niente. Ho sentito di gente che sopravvive
benissimo anche ai 60. Spero solo che sia vero.
BOB:
Volevo dire che a volte mi chiedo... com'è che una persona si forma il
carattere? Cioè, è una cosa con cui uno nasce, e che si rivela man mano nel tempo, o si devono
vivere certe cose?
PHIL: Non ci avevo mai pensato.
No.
BOB: Insomma, in fondo potrei anche avere una faccia
piena di carattere e neanche saperlo. Tu che dici?
PHIL:
È un'arma a doppio taglio, Bob. Da quanto sei nell'azienda?
BOB: Sei mesi.
PHIL: Appena finiti
gli studi?
BOB: Sì.
PHIL: Beh,
ti do un consiglio. Non è mai troppo presto per mettersi a pensare a dove si
vuole arrivare.
BOB: C'è un bel po' da pensare.
PHIL: Sì, è vero. Fra non molto qualcuno ti porterà una
torta con sopra 40 candeline. Magari 50. Un po' di gente salterà fuori da un armadio gridando
"sorpresa!", come se tu non ci pensassi sempre, ogni attimo della tua vita.
BOB: Che stai leggendo?
PHIL:
Penthouse.
BOB: Ah...
PHIL: Vuoi
che te lo presti quando ho finito?
BOB: No, grazie.
PHIL: Non lo vuoi?
BOB: No, non
leggo quel tipo di riviste.
PHIL: Sei uno di quelli che
crede che certe riviste non andrebbero pubblicate?
BOB:
Sono uno di quelli che pensa che non andrebbero comprate.
PHIL: Una risposta intelligente.
BOB: Ho detto quello che penso.
PHIL: Sì, appunto. Lo hai fatto senza riflettere. Il che mi
porta a pensare che puoi fare carriera nelle vendite.
BOB: Che dice tua moglie del fatto che leggi quel tipo di
riviste?
PHIL: A mia moglie non gliene importa.
BOB: Non gliene importa?
PHIL: No.
Siamo divorziati.
BOB: Posso chiederti qual è stato il
motivo?
PHIL: Perché non provi a richiamare tua
moglie?
BOB: Certo. È che mi riesce difficile immaginare
come dev'essere arrivare al divorzio.
PHIL: Il quadro ti
si fa paurosamente chiaro in un lasso di tempo molto breve. Puoi credermi,
Bob.
LARRY MANN: Però! Salve.
FATTORINO: Come va?
LARRY: Bene e a te come va?
FATTORINO: Non mi lamento. A che piano?
LARRY: Beh, dipende da dove vai con tutta questa roba.
FATTORINO: Quindicesimo.
LARRY: Una
suite per meeting.
FATTORINO: Già.
LARRY: Hm. Anch'io. Al sedicesimo.
FATTORINO: Ah, già.
LARRY: Sarebbe questa?
PHIL: Ciao, Larry.
LARRY: Cazzo, sarebbe questa qui?
PHIL: Come "sarebbe questa qui"? Certo che è questa qui,
che ti aspettavi?
LARRY: Phil, "suite". La parola chiave
è "suite". "Suite per meeting", non "cesso per meeting". Ma non lo vedi quant'è
striminzita?
PHIL: È il meglio che ho potuto trovare.
LARRY: Dove... dove ti aspetti che stia la gente, in
corridoio?
PHIL: Ma che hai da lamentarti? Siamo al
sedicesimo piano. Guarda che vista!
LARRY: Phil,
pensaci, siamo a Wichita, in Kansas. Che cambia se siamo al primo o al
cinquecentesimo piano? La vista è sempre la stessa.
PHIL: Organizza
tu la prossima volta.
LARRY: Murdock avrebbe trovato una
suite quattro volte più grande.
PHIL: Ah, sì? Ma Murdock
non c'è, giusto?
LARRY: Sì, questo è evidente. Almeno
possiamo buttarci di sotto, se non si presenta nessuno.
PHIL: Vaffanculo, Larry.
LARRY: Lo
vedi? Uno ha un forte senso estetico ed è costretto a convivere con persone
volgari.
PHIL: Conosci Bob del settore Ricerche?
LARRY: Certo che lo conosco. Come va?
BOB: Ciao.
PHIL: È al telefono con
la moglie.
BOB: ... va bene, sì..
LARRY: Spero che sia soprattutto lei a parlare, dobbiamo
conservare quel po' d'ossigeno che c'è ancora qua dentro.
BOB: ... sì, però adesso non posso. Non lo so quanto
durerà.
LARRY: Questo cos'è?
PHIL: A te cosa sembra?
LARRY: No,
sentiamo.
PHIL: Quello è il buffet.
LARRY: Tu questo lo chiami "il buffet"?
PHIL: Non cominciare, per favore, Larry.
LARRY: Phil, amico mio, questo non è un buffet. Ma che roba
è? Carote, gambi di sedano, un paio di salsine, e quattro palline di mais al formaggio?
PHIL: Lo sai, è stato organizzato tutto all'ultimo
momento.
LARRY: Sai che cosa serve l'azienda al piano di
sotto?
PHIL: Non lo so e non lo voglio sapere.
LARRY: Gamberoni, amico mio, un trionfo di gamberoni
giganti. Ostriche, un assortimento dei più strani formaggi francesi,
delle tortine salate
di pasta sfoglia. Quello sì che è un buffet, Phil, amico mio caro, non questo!
Lì con un gambo di sedano neanche entri, devi lasciarlo fuori dalla porta.
PHIL: Allora va' a mangiare di sotto, stasera.
LARRY: Infatti sto pensando di andarci. Santo cielo, Bob,
ma ti pare possibile?
BOB: Eh... Io direi che va
bene.
LARRY: Ecco, questo è esattamente il punto! Tu non
ne sai niente. Senza offesa, ma a quante di queste cose hai partecipato?
BOB: Solo una.
LARRY: Questa qui,
giusto?
BOB: Sì.
LARRY: Già, ne
ero sicuro. Va beh... Phil, magari saremo fortunati, e stasera verranno soltanto
dei novellini come Bob.
BOB: Ci sono problemi?
PHIL: No, nessun problema.
LARRY:
Ti stai aggiornando sulla letteratura tecnica, Phil?
PHIL: Fatti gli affari tuoi, grazie.
LARRY: Non ti stavo condannando. Ho soltanto notato. Avessi
visto la ragazza seduta vicino a me in aereo...
PHIL:
Carina?
LARRY: Altro che carina! E con un fisico, e...
aveva il tailleur.
PHIL: Già, ti piacciono quelle col
tailleur, a te.
LARRY: C'è qualcosa nelle donne col
tailleur che mi fa impazzire. Non lo so, è come se fossero confezionate in un
bel pacchettino e...
aspettassero solo qualcuno che lo scarti e ne liberi il contenuto. Una donna in
tailleur è la mia idea di arte. Sentiamo te, Bob, che abbigliamento femminile ti
esalta?
BOB: Non penso di potertelo dire.
LARRY: Non hai preferenze?
BOB:
Cerco di non pensarci.
LARRY: Cerchi di non pensarci?
BOB: Sono sposato.
LARRY: Certo che
sei sposato. Siamo tutti sposati. Anche Phil lo era. Ti ho solo chiesto come si
orientano i tuoi gusti.
BOB: Io... non lo so.
LARRY: Ti dovrei fare una domanda, seria.
BOB: E cioè?
LARRY: Sei gay?
PHIL: Larry!
LARRY: Beh, ho
soltanto chiesto! Sembra che gli manchi una delle caratteristiche fondamentali
del maschio americano. Lo capirei se fosse... ma non lo sei... insomma credo che
tu... Sei sposato, no?
BOB: Non vedo ragioni di
guardarmi ancora in giro, visto che Dio mi ha dato una donna meravigliosa come
moglie.
LARRY: Ah, ecco cos'è. Sei un tipo
spirituale.
BOB: Sì, diciamo che è questo.
LARRY: Cioè, Dio ti toglie la vista per darti la
salvezza?
BOB: Gesù ha detto che guardare le donne con
lussuria è come commettere adulterio.
LARRY: Ha detto
così? Vuol dire che non aveva mai visto una donna in tailleur. Se no, chi lo sa?
Forse ora avremmo tutta un'altra religione. Una dove la lussuria è un
sacramento.
PHIL: Ehi! Non ti facevano schifo i miei
stuzzichini?
LARRY: Sto solo assaggiando, Phil, e non lo
faccio per il piacere, voglio essere sicuro che nessuno ci resti secco.
PHIL: Beh, non ti spazzolare tutto.
LARRY: Sai perché sei qui, Bob?
BOB: No. Non esattamente.
LARRY:
Cristo Santo, per forza quest'azienda sta finendo nello scarico del cesso. Sei
qui a fini, come dire, di tipo cosmetico.
BOB: Come sarebbe?
LARRY: Sei qui per rappresentare il settore Ricerche e
Sviluppo. I cervelli della nostra azienda.
BOB: Io?
LARRY: Esattamente.
BOB: Eh, ma non
ho mica tanta esperienza.
LARRY: Non ha importanza. Tu
come persona non hai importanza, è quello che rappresenti.
BOB: Ah... E dovrei fare qualcosa?
LARRY: No, solo star seduto con l'aria assennata o in
piedi, dipende da te.
PHIL: Farai un figurone, Bob.
BOB: Accidenti, spero di sì.
LARRY:
Lo sai, se ci pensi bene, in realtà, non c'è anima viva qui. Credi di vedere
persone per i corridoi, ma non è così. Quel che vedi sono funzioni. Questa è la natura di una
convention.
PHIL: Larry vuole dire che, se la guardi dal
punto di vista del perché siamo qui, cosa siamo è più importante di chi
siamo.
BOB: Mi sembra un tantino impersonale.
LARRY: Ma certo che è impersonale, e come! Perché credi che
tengano le convention in posti del genere? C'è qualcosa in questo posto che per te abbia
un'ombra di personalità?
BOB: Eppure mi sembra un
peccato.
PHIL: Non è un peccato, Bob.
LARRY: Guarda... E con chi ti stanno facendo lavorare?
BOB: Ah... Il professor Young.
LARRY: Jim Young?
BOB: Sì. Lo
conosci?
LARRY: Un poco.
BOB: Un
tipo strepitoso.
LARRY: Ah, davvero? In che senso?
BOB: Avrà registrato, non lo so... venti, trenta brevetti?
Credo che sia anche diacono della sua chiesa.
LARRY: Ah,
e questo lo renderebbe strepitoso?
BOB: Beh, i brevetti
soltanto.
LARRY: Senti, Bob, senza offesa, perché vedo
che ammiri il professore, ma... devo proprio dirti una cosa su Jim Young.
BOB: Che cosa?
LARRY: È un
idiota!
BOB: Cosa?
LARRY: È un
povero scemo, non gli farei neanche lucidare la macchina.
BOB: Ma come fai a dirlo?
LARRY: Lo
conosco abbastanza. Ho avuto a che fare con Jim Young in varie occasioni, e
posso dirti per certo che è un gran cazzone.
BOB: Beh, io non trovo, e
lavoro con lui tutti i giorni.
LARRY: Magari non lo
guardi con occhio critico.
BOB: Oppure abbiamo metri di
giudizio diversi.
LARRY: Senti, Bob, ce l'hai un minuto?
Devo dirti una cosa.
BOB: Certo.
LARRY: Ci sono persone a questo mondo, Bob, che hanno
un'aria molto solenne mentre fanno quello che devono fare. E lo sai perché?
BOB: Perché?
LARRY: Perché non
sanno quello che fanno. Perché se sai quello che fai, non devi avere l'aria di
saperlo, ti viene naturale, mi segui?
BOB: Certo.
LARRY: Okay. Allora, tu sai come ti accorgi della
differenza?
BOB: No.
LARRY:
Dunque, Bob, tu te ne accorgi perché una vocetta sbucata dal profondo della tua
mente ti dice: "Questo tizio seduto davanti a me, o questa tizia, sta mentendo spudoratamente e
mi racconta delle balle". Ora, ricevuta questa informazione, che cosa fai?
BOB: Ah... No, non lo so.
LARRY:
Senti che farei io, allora. Gli direi: "Bello, ne ho sentite di fesserie in vita
mia, perché lo sa Dio, siamo piazzisti, e noi ne passiamo di cotte e di crude per
sfangarla. Ma tu vinci alla grande! Non credo che tu abbia la più vaga
idea di quello che
stai dicendo. Sicuramente i tuoi figli ti ammirano come noi tutti vorremmo
essere ammirati e forse tua moglie non ne è consapevole, ma io lo sono. E la mia
consapevolezza mi costringe a richiamarti alla realtà del fatto che sei un testa di cazzo bugiardo
come al mondo non ce n'è". Poi mi siederei e finirei la zuppa.
BOB: No, non lo faresti.
LARRY:
Phil, mi hai o non mi hai mai visto e sentito fare quello che ho appena
raccontato?
PHIL: Sì.
LARRY:
Ecco, hai visto? Per questo c'è speranza, Bob, perché ci sono persone come me:
vigili.
BOB: Quando è stato?
LARRY: Perché chiedi quando? Stai... stai dubitando di un
uomo che se ne sta lì a leggere Penthouse per allargare i confini della mente. Non ti fidi?
PHIL: Un paio d'anni fa. Eravamo a pranzo con un
responsabile degli acquisti.
LARRY: Hai visto?
BOB: E gliel'hai detto davvero?
LARRY: Parola per parola.
PHIL: Non
parola per parola.
LARRY: In linea di principio, Phil!
Sto parlando al ragazzo in linea di principio, perché dopo tutto è un giovanotto
brillante che sa
cogliere il succo di un concetto.
BOB: E cos'è
successo?
LARRY: Tu cosa credi sia successo? Cosa ti
aspetti che sia successo?
BOB: Quello si è
arrabbiato?
LARRY: Quello si è infuriato. È rimasto
seduto tutto il resto del pranzo a smaniare senza dire una parola.
BOB: A... a... a... avete perso il cliente?
LARRY: È ovvio che abbiamo perso il cliente! Bob, non puoi
parlare a un uomo in quel modo e sperare di conservare il cliente. E se succede... Se dici
una cosa del genere a un uomo, e lui mette giù la sua forchetta e ti dice: "Bob,
hai assolutamente
ragione. Ho fatto finta di sapere di cosa stavo parlando fin dal momento in cui
mi sono seduto, e mi dispiace. Non per te, perché in fondo non ti devo niente,
ma per me stesso. Perché vorrei essere il miglior essere umano possibile, e voglio essere
onesto, sopra ogni altra cosa". Allora ti scordi del cliente, ti scordi di ogni
cosa. Ti radi la testa, ti metti un saio color zafferano e vendi foto di
quel tizio all'aeroporto, perché lui non ha nessuna paura, ne ha appena dato prova. Si merita di
essere venerato.
BOB: Wow!
LARRY: Wow è esatto, Bob. Wow riassume abbastanza bene.
BOB: Non riesco a credere che tu gliel'abbia detto
davvero.
LARRY: Fatti un grande favore.
BOB: E cioè?
LARRY: Non diventare
una di quelle persone.
BOB: No, io non ho
intenzione...
LARRY: Non voglio doverti affrontare un
giorno come ho fatto con quel tizio. Ma lo farei, per il tuo bene, perché mi
piaci.
BOB: Certo.
LARRY: Tutto
bene?
BOB: Sì, devo solo andare in bagno.
LARRY: Ti preparo qualcosa mentre sei via?
BOB: No, grazie, devo solo andare...
PHIL: Chi è che ti ha irritato?
LARRY: Non mi ha irritato nessuno. Sono solo un po' su di
giri. Faremo affari questa sera. C'è profumo di affari nell'aria! Lo puoi sentire. È il tipo d'aria
che fa crescere la lista clienti.
PHIL: C'è soltanto un
cliente che conta per noi stasera.
LARRY: E
acchiapperemo anche quello, vedrai. Fuller arriverà, entrerà da quella porta, si
darà un'occhiata intorno, si sentirà così sopraffatto dal trovarsi al sedicesimo piano,
dominando con lo sguardo tutta Wichita, come un antico signore che contempli i suoi domìni -
così predice Larry - che dirà: "Venite a parlarmi di intraprendenza? Chiunque
abbia la dotazione
estetica necessaria a scegliere questo posto per un meeting, per forza avrà la
giusta linea di lubrificanti per il mio stabilimento di Gary. Che cosa ci vuole per
convincervi a vendermi tutto quello che potete? Quanto posso dare a voi
personalmente? Vi
voglio corrompere!"
PHIL: Farà questo discorso?
LARRY: Parola per parola. E sai che gli risponedrò? Gli
dirò: "Signor Fuller, lei ha perfettamente ragione. Noi abbiamo la linea di lubrificanti giusta per
le sue esigenze. E sarei fiero di siglare personalmente il contratto, ma c'è una
cosa che vorrei
chiederle. Le chiedo un favore, perché ci si possa conoscere meglio".
PHIL: Che cosa?
LARRY: "Che lei
prenda me come sua concubina, o Phil, se lo trova più attraente".
PHIL: Credi davvero che sceglierà noi?
LARRY: Deve, Phil.
PHIL: E se non
lo fa?
LARRY: Se non sceglie noi?
PHIL: Già.
LARRY: Allora sai che
facciamo? Domani mattina ci svegliamo, facciamo i bagagli, e prendiamo il primo
aereo per casa. Vaghiamo per l'ufficio fino a verso le due e mezza, poi
andiamo in bagno e ci impicchiamo con le cravatte.
PHIL:
Hai idea di che faccia abbia?
LARRY: No. Tu?
PHIL: Neanche la più vaga.
LARRY:
Forse Bob?
PHIL: Bob? Come fa Bob a sapere che faccia
ha?
LARRY: Eh, già. Non importa. Una delle cose buone
delle convention è che tutti... tutti i figli di Dio hanno il cartellino,
soprattutto quelli
come lui. Ce n'avrà uno speciale al neon, no? Dick Fuller. No? Presidente.
Soprannome: "El Kahuna. Grande". Spero che abbia un anello, così glielo bacio.
Phil, cos'è quello?
PHIL: Un attacapanni.
LARRY: Lo so che è un attaccapanni. Che cosa ci fa qui?
PHIL: Per i cappotti.
LARRY: Ma chi
vuoi che si porti il cappotto? Siamo tutti nello stesso albergo! Su, fuori, c'è
già così poco spazio qua, dai.
PHIL: Io mi ero premunito. Se
non c'era l'attaccapanni avresti detto: "Phil, dov'è l'attaccapanni?".
LARRY: Adesso sappiamo dov'è, in corridoio. Come starà
andando di là?
PHIL: Non credo che stia tanto bene.
LARRY: Davvero? Com'è?
PHIL: Forse
sono i nervi. Magari non sopporta i tuoi atteggiamenti.
LARRY: Cosa?
PHIL: Come cosa? L'hai
affrontato col fucile spianato.
LARRY: Chi, io? No,
facevamo due chiacchiere.
PHIL: È un bravo ragazzo.
LARRY: Certo che è un bravo ragazzo. Non sprecherei il mio
tempo se non lo fosse. Se c'è una cosa che non ci serve è un altro viscidone nell'industria
dei lubrificanti. E poi, mi ricorda noi per tanti versi.
PHIL: No, non è vero. Lui ti ricorda te.
LARRY: Sì, ma io ho preso da te, quindi tutto torna.
PHIL: Non mi va che si mettano a fare le interurbane.
LARRY: Beh, puoi detrarlo dal conto. Forse, chi lo sa,
starà assaporando l'esperienza.
PHIL: Di andare in
bagno?
LARRY: Sì. Tu ci sei già stato?
PHIL: No, perché?
LARRY: Oh, è
fantasmagorico! È l'unica cosa che mi piace di questo posto. C'è un faretto
puntato sopra il cesso, e ci sono specchi messi sui tre lati. Tu hai la possibilità di
guardarti mentre ti pulisci il culo.
PHIL: È un tuo
sogno nel cassetto?
LARRY: Credo che sia un'esperienza
che dovremmo fare tutti una volta nella vita. Ti rendi conto di cosa avrebbero
dato i faraoni
d'Egitto per potersi guardare mentre si pulivano il culo? Molto, ma non
potevano, la tecnologia non era disponibile.
PHIL: Esistevano gli
specchi.
LARRY: Ma sì, degli specchietti. Degli
affaretti che tenevi in mano... Prova a guardarti, mentre pulisci il culo, con
uno specchio che
tieni in mano. Non... non puoi. Non riesci a vedere niente. Tanto vale che
guardi qualcun altro, no? No, no, no, no, per vederti come si deve ci vuole una bella serie
di specchi a parete. Allora sì che hai il quadro complessivo. Ti ricorda che non sei diverso da
nessun altro quando andiamo al fondo. Ti dà un senso di umiltà.
PHIL: Se lo dici tu...
LARRY: La
porta è bloccata.
PHIL: Chiamo giù e glielo dico.
LARRY: Oh, Cristo! Ehilà! Ti senti meglio, Bob?
BOB: Sì, ho... soltanto un po' di nausea, ecco.
LARRY: Porter ti ha fatto lavorare di sotto tutto il
giorno?
BOB: Più o meno.
LARRY:
Eri al bancone?
BOB: Eh... sì.
LARRY: Ah, ecco. Dovevi dirgli di andare a farsi fottere.
Io odio stare al bancone.
BOB: L'ho trovato
interessante.
LARRY: Qui non c'è un armadio!
PHIL: Per questo c'era l'attaccapanni.
LARRY: Beh, Bob, qualunque cosa è interessante per un po'.
L'odontoiatria è interessante per un po', ma certe cose stufano in fretta.
PHIL: Ma quella è una cosa che va fatta.
LARRY: Ah! Ah! Eccoci qua, parole calate dall'alto. "Ma
quella è una cosa che va fatta".
PHIL: Larry, fatti
scroccare una sigaretta.
LARRY: Una volta te l'avrei
offerta volentieri, ma ormai... ho smesso.
PHIL:
Figurati se hai smesso!
LARRY: Lo giuro su Dio.
PHIL: Quando?
LARRY: Da un paio di
mesi, e dovresti anche tu, se ci tieni alla salute.
PHIL: Vaffanculo, Larry, non sei mia moglie.
LARRY: Hai ragione, non sono tua moglie. E... Fai bene a
puntualizzarlo, perché, data la nostra intimità, me lo dimentico a volte. Sai, Bob ha più buon senso
di noi due messi insieme. Non hai mai fumato una sigaretta in vita tua, vero?
BOB: No, in effetti.
LARRY: E
scommetto che non bevi molto.
BOB: Ogni tanto una birra,
se capita.
LARRY: Ma niente di più forte, vero?
BOB: No.
LARRY: E, correggimi se
sbaglio, ma sarei pronto a giocarmici la paga, che mai in vita tua, mai, sei
entrato in un locale di spogliarelli, sei salito sul palco, hai preso in braccio
la spogliarellista, e te la sei scopata a sangue davanti a tutti quanti.
BOB: Non ho fatto cosa?
PHIL: Gesù
santo, Larry!
LARRY: Rispondi alla domanda. Sì o no?
BOB: No. Io... io in quei posti non ci sono mai stato.
LARRY: Ecco, che ti dicevo? Dovresti fare domanda per la
beatificazione. La concorrenza non è più dura come una volta, secondo me ti accettano. Sei
cattolico?
BOB: No.
LARRY:
Episcopale?
BOB: No.
LARRY:
Allora che cosa?
BOB: Battista.
LARRY: Ecco, questo è un problema. Ma pure loro avranno
qualcosa di analogo per chi vive tutta una vita senza fare niente.
BOB: No, a quanto mi risulta no.
LARRY: Beh, che diamine! Allora è ora di cambiare
religione. Va' dove ti apprezzano, dove si può fare carriera. Fammi sapere se succede.
BOB: Sarei il primo.
LARRY:
Ricordati che l'idea è mia, ho i diritti sul merchandising: statuette di
plastica, cose così. Dove vai?
PHIL: Faccio un salto al
bar, sto via qualche minuto. Torno subito.
BOB: Vengo
con te.
PHIL: No, no, è meglio che resti qui. Ci vuole
qualcuno che tenga d'occhio Larry, è capace di subaffittarsi la suite.
LARRY: Visto che vai giù, fèrmati al 15� piano e vedi cosa
fa la gente che sa il suo mestiere. Sempre che tu possa reggere alla vergogna. E portami su
qualche gambero! Che matto.
BOB: Tu o lui?
LARRY: Lui. Mi fa morire dal ridere.
BOB: Non è Phil che definirei matto qua dentro.
LARRY: Questo perché non lo conosci. Vuoi un bastoncino di
carota?
BOB: Da quanto lavorate insieme?
LARRY: Beh, dipende da come calcoli. Vuoi un bastoncino di
carota?
BOB: No, grazie.
LARRY:
Secondo il tempo geologico, ci siamo appena incontrati. Se calcoli con gli anni
dei cani, è una vita.
BOB: Se facciamo in anni umani?
LARRY: Anni umani?
BOB: Sì.
LARRY: Ci conosciamo da un po', perché me lo chiedi?
BOB: Ho l'impressione che sia un tipo interessante.
LARRY: Ah, è un tipo in gamba. Bob, se stai cercando
qualcuno da ammirare, prendi Phil, non quel coglione di Jim Young.
BOB: Da quant'è che è divorziato?
LARRY: Non credo lo sia ufficialmente, credo sia ancora in
attesa, ma non me lo chiedere perché non lo so.
BOB: È
un peccato che debba divorziare.
LARRY: Guarda, non ti
devi rammaricare, Insomma, avrà fatto questa scelta per guadagnarci qualcosa.
BOB: E che cosa?
LARRY: La sua
libertà, credo.
BOB: Comunque, si deve rinunciare a
troppo.
LARRY: Certe volte ti devi tagliar via le gambe
per sfuggire alle trappole della vita.
BOB: Forse sì.
LARRY: Phil è cambiato tanto negli ultimi due anni. E on
parlo solo del divorzio.
BOB: Davvero? In che senso?
LARRY: Vedi, lui prima era... Non lo so. Era entusiasta. Il
mondo era un posto meraviglioso e lui era felice di starci.
Poi, da un giorno all'altro, non avresti detto di parlare
con la stessa persona, come se qualcuno lo avesse sgonfiato.
Avevi l'impressione che da un momento all'altro, potesse
tirare fuori una pistola e spararsi. Aveva ancora un bell'aspetto, distinto, solo che... non lo so,
avevo la sensazione che qualcosa dentro di lui si fosse... disfatto.
BARISTA: Che le servo?
PHIL: Me li cambia per le
sigarette?
BARISTA: Crow Royal, offre la casa. Ne ho
versato uno di troppo.
PHIL: No, grazie.
BARISTA: Su, non faccia complimenti.
PHIL: No, no, davvero. Solo gli spicci. Grazie lo
stesso.
BOB: Le cose che non si sanno di una persona...
LARRY: È
per questo che Dio ci ha dato gli occhi e le orecchie: per scoprirle. Eccetto
alcune cose che non sono proprio affari nostri.
BOB: Certo.
LARRY: Chiedimi quello che vuoi su Phil, ti risponderò con
piacere, se, come credo, hai buone intenzioni. Però... non chiedere a lui, ne ha passate
tante, bisogna lasciarlo in pace. Tu da quanto sei sposato?
BOB: Sei mesi.
LARRY: La ami tua
moglie?
BOB: Mi chiedi se amo mia moglie? Perché non
dovrei?
LARRY: Vedi... le persone si sposano per tante
ragioni diverse, Bob. Tu mi sembri un tipo che ha dei princìpi.
BOB: Allora?
LARRY: Beh, ho
conosciuto persone, non dico che tu sia di quelle, persone che avevano dei saldi
princìpi, e che avevano incontrato qualcun altro che aveva dei saldi princìpi, e
così i due si erano sposati. Solo per scoprire un giorno che in realtà erano stati i princìpi a
sposarsi. Loro erano stati, diciamo, a guardare.
BOB:
Oh.
LARRY: Con l'amore si prendono tanti abbagli, ci si
confonde spesso.
BOB: Certo.
LARRY: Ehi, parli del diavolo... Dov'è il mio gambero?
PHIL: Mangiati una carota, se hai tanta fame, o una pallina
al formaggio.
LARRY: Non voglio una pallina al
formaggio, voglio dei gamberi.
PHIL: Allora chiama il
servizio in camera e fatteli portare.
LARRY: Phil. non
vorrei metterti in imbarazzo davanti a lui.
PHIL: Puoi
credermi, Larry, ti conosco così bene che niente che tu possa dire o fare
potrebbe minimamente imbarazzarmi.
LARRY: Lo vedi cosa
devo sopportare? Sono dodici anni. Ma un giorno basta, vado in ufficio con un
mitra. Leggerai la notizia il giorno dopo sui giornali. Sicuro di non volere
niente da bere?
BOB: Eh... sì, basta che non sia
alcolico.
PHIL: Il portacenere.
LARRY: Eccolo. Sentiamo, tu che cosa vuoi? Un Black
Russian, un Martini Cocktail... ?
PHIL: Prendo una
gazzosa.
LARRY: Una gazzosa?
PHIL: Sì, con una fettina di limone.
LARRY: Sei sicuro di sentirti bene?
PHIL: Ho smesso di bere.
LARRY: Sul
serio? Quando?
PHIL: Di recente.
LARRY: Beh, guardate, sono allibito! Io non fumo, tu non
bevi, e Bob non fa pensieri licenziosi sulle altre donne. Messi insieme noi tre siamo
praticamente Gesù. Ora che mi viene in mente, chi... chi fa il barista
stasera?
PHIL: Avevo pensato a Bob.
BOB: A me?
PHIL: Sì, ti va?
BOB: Ve l'ho detto, non sono abituato a bere liquori
forti.
PHIL: Nessuno ti sta chiedendo di berli, solo di
servirli.
BOB: Ma non saprei cosa sto facendo.
LARRY: Non ha importanza. Devi versare la roba nei
bicchieri, così. Ora sai fare il barista.
BOB: Co...
come faccio... per le formule?
PHIL: Formule? No, si
chiamano ricette. Ci facciamo mandare su un libro. Risolto.
BOB: E se qualcuno vuole qualcosa di esotico?
LARRY: Oh, guarda, è perfetto. La ragione per cui uno
chiede un cocktail esotico, è far vedere quanto è sofisticato. Se deve dirti come farlo, allora
ancora meglio, lo fa sentire un esperto, ecco.
PHIL: E
poi Larry e io saremo occupatissimi.
BOB: Il cervellone
dell'azienda tenterà.
LARRY: È quello che vogliamo da
te, Bob. Tentare. Signori, alla profonda esperienza religiosa che si vive nel
far bene il proprio
lavoro, se pur tragicamente sottopagati.
PHIL: Alla
nostra salute.
LARRY: Evviva Gesù.
BOB: Evviva... Amen!
LARRY: A che
ora dovrebbe cominciare stasera?
PHIL: Alle sette.
LARRY: Hai fame?
PHIL: Sì, mangerei
qualcosa.
LARRY: Che ti va?
PHIL: Forse è meglio se scendiamo di sotto.
LARRY: Sì, sono d'accordo. Adesso scendiamo di sotto, ci
riempiamo la pancia con i manicaretti dell'albergo, molestiamo le cameriere, oppure no, e poi
ritorniamo quassù e sveliamo a Bob i trucchi del mestiere. Gli insegniamo che
vuol dire fare affari.
BOB: Bene, non vedo
l'ora.
LARRY: Bravo. Ti senti pronto per il grande
balzo?
BOB: Credo ci sia solo un modo di scoprirlo:
buttarmi in acqua e vedere se riesco a nuotare.
LARRY:
No, non hai chiara la situazione: ti buttiamo giù da una rupe, e vediamo se sai
volare.
PHIL: Hai un'altra etichetta sui pantaloni.
LARRY: Li ho appena comprati.
PHIL:
Toglitela, no?
LARRY: Cavolo, ce l'hai delle
forbicine?
BOB: Il cervellone dell'azienda tenterà...
BOB: Stanno arrivando! Di chi è questo whisky? Tu? Tu? Sta arrivando! Uh! Ce n'è
per tutti, gente! Uh! Dio ci salverà! Drink per tutti!Tequila per voi! Venite al bancone, signore
e signori! Devi accendere?
I PARTECIPANTE: Funziona
ancora?
BOB: Sì. Dunque, sì, aveva chiesto un cocktail
con gin. Ha detto Gin Buck o Gin Fizz?
II PARTECIPANTE:
Senti, fa' quello che ti viene meglio. È uguale.
BOB:
Che aveva chiesto? Ah. Sì, mi pare questo qui.
LARRY:
Phil? Phil, Phil, Phil, ma lo sai che ore sono?
PHIL:
Scommetto che me lo dirai.
LARRY: Sono le nove e
mezza!
PHIL: E allora?
LARRY: Ma
come sarebbe "e allora"? È cominciata alle sette, lui non viene.
PHIL: Ha detto che sarebbe venuto.
LARRY: Si vede che scherzava, perché lui qui non c'è. Non
c'è, Phil.
PHIL: E che cosa vuoi che faccia?
LARRY: Fa' un po' il preoccupato.
PHIL: Sono preoccupato.
LARRY: Ah,
davvero?
PHIL: Sì, sono preoccupato, Larry.
LARRY: No, perché allora lo nascondi molto, molto bene.
PHIL: Senti, cerca... di avere fede. Ce la fai? Per una
volta.
LARRY: Avere fe... ? Ah, beh... Avere fede?
PARTECIPANTI: Il grande... Kahuna! Uh! Uh! Uh! Uh!
PARTECIPANTE: Tante grazie, eh?
PHIL: Quel figlio di un cane! Mi ha parlato di
pallacanestro per quasi due ore. Ed è riuscito solo a dimostrarmi che non ci
capisce praticamente
nulla. Cosa? Non c'era un bicchiere più piccolo? Potevi darmi un ditale,
magari.
BOB: Sono tutti sporchi.
PHIL: Dammi quella bottiglia. È questo che mi piace delle
convention, che mi fa impazzire di queste cose. Cioè, che tu prendi un tale, lo separi dalla
moglie per un paio di giorni, gli fai bere un paio di bicchieri in più, e lui
tutt'a un tratto
diventa in assoluto il più grande esperto di sport al mondo. Ecco perché Dio ha
creato le mogli: perché facciano capire agli uomini quando stanno facendo i coglioni. Se tu
separi uno da sua moglie, anche per poco tempo, quello non ha la più vaga idea di come
comportarsi. Puoi credermi.
BOB: Sai, la Bibbia dice che
Dio creò Eva come aiuto degno dell'uomo.
PHIL: Come
cosa?
BOB: Un aiuto per... adatto alle sue esigenze.
PHIL: Ah, io non so niente di questa roba, ma quello che so
è questo: Dio creò le donne per fare da specchio, così un uomo può vedere che asino è. Voglio
dire, tu mi parli di anime... Un uomo non sa assolutamente com'è la sua anima,
non ha la minima
idea di che aspetto abbia la sua anima, fino a che non scruta negli occhi della
donna che ha sposato, e allora, se è appena decente come essere umano, passa almeno due giorni a
vomitare. Perché nessun uomo, nessun uomo perbene può tollerare quell'immagine. Dai, togliti le
scarpe, mettiti comodo, se ne sono andati tutti.
BOB:
Non avevi detto che non ti piaceva essere sposato?
PHIL:
Certo, non m'è piaciuto, ma questo non vuol dire che non lo raccomandi. Ci sono
tante cose a questo mondo che sono giuste, ma non necessariamente piacevoli. Prendi la
circoncisione. Oh! Era ora, finalmente. Dove cavolo sei stato?
LARRY: Come sarebbe dove cavolo sono stato? Mentre voi ve
ne stavate qui a lisciarvi tutti i coglioni che sono entrati da quella porta, io me ne sono
andato in cerca del "grande Kahuna"!
BOB: Il cosa?
LARRY: Il "salvatore", Bob. "El presidente"! L'uomo che
proferendo una sola parola, con una singola eiaculazione di suoni potrebbe ingravidare la nostra
azienda.
PHIL: L'hai trovato?
LARRY: Phil, usa la tua intuizione, per un secondo. Usa
quel dono del Signore, vedi di indovinare qual è la realtà della situazione. Ho l'aria d'averlo
trovato?
PHIL: No.
LARRY: Bravo,
ce l'hai ancora!
BOB: Ma di chi state parlando?
LARRY: Stiamo parlando del "grande Kahuna", Bob, del grosso
pesce che deve abboccare. Hai mai letto "Il vecchio e il mare"?
BOB: No.
LARRY: Hm, va bè, lasciamo
perdere, va. Stiamo parlando di un uomo che rappresenta, lui da solo, il più
grosso cliente che la nostra azienda abbia mai visto e che probabilmente vedrà
mai.
PHIL: Potenziale cliente.
LARRY: Ah, potenziale. Sì, fai bene a puntualizzarlo!
Potenziale! Che avrebbe potuto. Perché era nostro còmpito, compari, trasformare quella potenzialità
in realtà. Farlo cadere nelle nostre braccia. Si doveva corteggiare, quell'uomo.
Promettergli doni,
se necessario, per attirarlo dalla nostra parte. Ma ci siamo riusciti o abbiamo
fallito? Si vota per alzata di mano.
PHIL: Finirà
bene.
LARRY: Sì, è sicuro che finirà. Quando avranno
ripescato i nostri corpi nel fiume, e spedito il nostro spirito sulla Luna,
solo allora sarà
finita. È quello che è in mezzo che dà fastidio: l'essere spellati vivi e
bruciati. Il resto è solo pace.
BOB: Sei dovuto andare a
cercare questo signore?
LARRY: Abbiamo dovuto, Bob. Non
era previsto che lo facessimo, ma, sì, abbiamo dovuto. Si supponeva che lui
sarebbe venuto qui
stasera. Qualcuno avrebbe dovuto attirarlo qui per un drink.
PHIL: Perché guardi me, scusa? La mia parte l'ho fatta.
LARRY: Gli hai telefonato?
PHIL:
Certo che gli ho telefonato, eccome!
LARRY: E hai
parlato con lui direttamente.
PHIL: Ho parlato con la
sua segretaria.
LARRY: Aaah!
PHIL: Stava facendo un'interurbana importante. Mi ha
assicurato che veniva.
LARRY: Oh! Ti ha assicurato che
veniva! Sai che c'è? Ti ha fatto uno scherzo! Ci saranno stati un sacco di suoi
amici, tutt'intorno
al vivavoce, che dicevano: "Senti questo!". Scommetto che tira bidoni per
hobby.
PHIL: Sarà capitato qualcosa.
LARRY: Direi che è quasi ovvio che è capitato qualcosa.
BOB: Magari si è sentito male all'ultimo minuto.
LARRY: No, no, no, no, è qui, è qui. L'ho sentito nominare
varie volte questa sera e sempre al presente. È qui, amici miei. Solo che non è qui. Se cogliete
la sottile sfumatura.
PHIL: Però, dobbiamo soltanto
trovare un'altra strada, ecco tutto.
LARRY: Phil, scusa,
sei sordo? L'abbiamo perso. Era invitato, ma non è comparso. Siamo come i
dinosauri quando cambiò il clima, non abbiamo più alcuna ragione di vagare sulla
Terra.
BOB: Perché non potete fissare un appuntamento e
incontrarlo normalmente in ufficio?
LARRY: Non si fissa
un appuntamento con quello lì, è il Presidente, ti manda dai suoi...
sottoposti.
BOB: Perché non andiamo dai sottoposti?
LARRY: Perché sono tutti dei coglioni. Tutti, nessuno
escluso. Certe volte si devono lasciar perdere i pesci piccoli, ingraziarsi qualcuno più in alto
sulla scala che possa dire: "Sapete che cìè? Li voglio provare questi nuovi
prodotti, quindi
comprateli, provateli, oppure fottetevi, perché vi licenzio!".
PHIL: Proverò a ritelefonare alla segretaria domattina.
LARRY: Phil, hai sentito una sola parola di quello che ho
detto? Capisco che è nella natura umana pensare che abbiamo ancora una chance, ma è
un'illusione e basta! Domani ce ne torneremo a Chicago e Evans ci dirà: "Ehi,
Phil, Larry, Bob, venite nel mio ufficio, ho qualcosa per voi. Piegatevi".
Ah... Che ne dici, Bob, vuoi fare questo per vivere?
BOB: Non lo so, la serata mi è parsa interessante.
LARRY: Ah sì? In che senso?
BOB: Si
sentono un sacco di storie interessanti.
LARRY: Questo
si fa. Vanno distinte dalle tante cazzate che volano in serate del genere. Ma ci
sono, se vuoi ascoltarle.
BOB: C'è sempre così tanta
gente?
LARRY: Sembrava che ci fosse tanta gente perché
la camera era tanto piccola.
PHIL: Larry!
LARRY: Scusa, le carote mi hanno dato alla testa.
BOB: Ho conosciuto uno che si è messo a parlarmi di
cani.
LARRY: Che ti ha raccontato?
BOB: Che ne ha sempre avuti. Mi ha detto che... ha avuto
dei cani per tutta la vita, soprattutto pastori tedeschi.
LARRY: Non è tanto insolito, c'è un sacco di gente che ha
dei cani.
BOB: Lo so, ma era uno che aveva fatto tante
di quelle cose... All'ultimo aveva dovuto far fare l'iniezione perché aveva
morso una persona.
Poi ha cominciato a parlarmi di quello prima, e di quello ancora prima, e di
quello ancora prima. E così mi sono fatto un quadro di tutta la sua vita, attraverso
una serie di cani, soprattutto pastori tedeschi.
LARRY:
Vorrei che ci fosse Murdock qui con noi.
BOB: Chi è
Murdock?
LARRY: Dale Murdock, il più grande agente
vendite che la nostra azienda abbia mai avuto. Dio del cielo, che talento!
BOB: Un uomo di successo?
LARRY:
No, più che di successo, capisci, quello là... quello là aveva il dono. Era come
sai... quando guardi certi atleti che ti danno l'impressione di fare dei gesti che hanno
sempre conosciuto, non che hanno dovuto imparare. E per Murdock era così trattare con le persone.
BOB: Dov'è adesso?
LARRY: Chi?
Murdock?
BOB: Sì.
LARRY: Ah, ha
avuto quello che meritava. Già. Ho sentito che ora sta in Florida.
PHIL: Io ho sentito dire da qualcuno che... che aveva tutta
una catena di Burger King.
LARRY: Non ho dubbi che debba
essere la più importante catena della Florida. Ma i giorni di Murdock sono
passati, gente, e ora sono i giorni di Larry e Phil. Phil e Larry, e Bob. Tre
sfigati che stanno per prenderla regalmente nel culo!
PHIL: Finirà bene.
LARRY: Sei
convinto, eh?
PHIL: Certo.
LARRY: Beh, spero che tu abbia ragione, perché esserci
lasciati sfuggire in questo modo Fuller può essere interpretato come
un segno di assoluta
incompetenza, il che ci mette in una pessima luce.
BOB:
Scusa, hai detto Fuller?
LARRY: Sì.
BOB: Dick Fuller?
LARRY: Sì,
Dick... Richard... Perché, lo conosci?
BOB: Era quello
con cui ho parlato.
LARRY: Cosa? Che? Che?
BOB: Quello dei cani! Quello era Dick Fuller!
LARRY: Oh, ma smettila!
BOB: No,
sul serio, mi ha dato il biglietto da visita.
PHIL: Ma
che mi venga un colpo! Da' qua, fammi vedere! Ma non hai controllato i
cartellini di tutti?
LARRY: Ho controllato i cartellini
di tutti! E a quelli che non ce l'avevano sono andato e gli ho chiesto: "Come ti
chiami?".
BOB: Non aveva il suo cartellino.
LARRY: Cosa?
BOB: Cioè, non aveva
il suo, penso fosse quello di un altro.
PHIL: Perché
diavolo doveva portare il cartellino di un altro, Bob?
BOB: Non lo so, doveva aver già bevuto un po' prima di
venire qua. L'avrà scambiato con qualcun altro. Ho avuto l'impressione che volesse essere
lasciato in pace. Era distrutto per il cane.
LARRY: No,
cazzo, non ci posso credere! Ma come? Avevamo Dick Fuller qui a portata di mano
e ce lo siamo fatto scappare via?
BOB: Mi dispiace.
PHIL: Non è colpa tua, Bob.
LARRY:
Ce l'avevamo, ce l'avevamo, era nostro!
PHIL: La
prossima volta chiedi il nome alle persone, che il cartellino ce l'abbiano o
no.
LARRY: Ti do un'informazione: non ci sarà una
prossima volta per noi, mio caro. Avevamo Dick Fuller nella nostra sfera di
influenza, e lo
abbiamo lasciato andare via senza dirgli neanche una parola.
PHIL: Finirà bene.
LARRY: Di che
cosa avete parlato, Bob?
BOB: Di... Non lo so, varie
cose.
LARRY: Senti, potresti essere un po' più
specifico? Di sport, del tempo, di cosa?
BOB: Di cani
soprattutto.
LARRY: Tutto qui? Nient'altro?
BOB: Di cani... e poi si è parlato della famiglia. Mi ha
chiesto di mia moglie.
LARRY: Tua moglie?
BOB: Sì.
LARRY: E che voleva sapere
di tua moglie?
BOB: Niente. Così, ha chiesto.
Gli hai detto che poteva averla, se voleva, e se in cambio
faceva qualche affare con noi?
PHIL: Larry!
LARRY: Allora, cosa? Di che avete parlato, Bob?
BOB: Forse... Non saprei... Di religione, un po'.
LARRY: Tu col presidente di una delle più grandi industrie
manifatturiere del Midwest hai parlato di religione?
BOB: Beh, è questo che è? Io non lo sapevo.
LARRY: Va bene, aspetta un po'. Che gli hai detto? Che...
cosa gli hai detto sulla religione?
BOB: Abbiamo...
chiacchierato.
LARRY: Non lo hai contraddetto, vero?
BOB: No.
LARRY: Grazie a Dio. È la
prima regola sul parlare di religione a una convention: non contraddire il
cliente. No, mi correggo, è la seconda regola. La prima regola sul parlare
di religione alle convention è: no.
BOB: "No"... "No"
cosa?
LARRY: Non farlo.
BOB:
Beh, sembra che siamo ancora vivi.
LARRY: Lo hai
contraddetto mai?
BOB: No.
LARRY: Bene, ecco perché. Per questa ragione sei ancora
vivo.
BOB: È stata una bella chiacchierata.
LARRY: Beh, come sei finito a parlare di religione con Dick
Fuller? Scusa, ce lo spieghi?
BOB: È venuto fuori con le
morti dei suoi cani. Così.
LARRY: Gli hai detto che i
suoi cani sono in cielo?
BOB: No.
LARRY: Gli hai detto che sono all'inferno?
BOB: Ovviamente no.
LARRY: E allora
cosa? Si può sapere cosa gli hai detto di preciso?
BOB:
Niente, ci... ci siamo messi a parlare. La storia dei cani è stata solo
l'innesco. Per metterci a parlare della vita e della morte.
LARRY: È stato
l'innesco, Bob?
BOB: Certo.
LARRY: Il che implica, se non erro, che stavi cercando di
avere l'opportunità di... di parlare della vita e della morte.
BOB: Certo, credo fosse così. Certo.
LARRY: Beh, no, non dire "certo", perché non è certo.
Insomma, io non me l'aspetto. La maggior parte delle persone, sai, non se ne va in giro cercando
l'opportunità di avviare una conversazione con un perfetto estraneo, sulla vita,
e la morte e la
religione e altre cose insane...
BOB: Certe persone
sì.
LARRY: Certe persone probabilmente sì, ce n'è
qualcuna, e apparentemente tu sei una di quelle. Ma il più delle persone no,
Bob. Il più delle
persone, se gli chiedi della vita e della morte, dice: "La vita è bene, la morte
è male". Fine. Non se ne va in giro a cercare opportunità.
BOB: Si vede che io non sono il più delle persone.
LARRY: Bob, sai, questo probabilmente è vero, è una saggia
considerazione.
BOB: Credo che sia importante che la
gente sappia in cosa credi.
LARRY: Oh, Gesù Cristo!
BOB: Se avessi saputo che avevate bisogno di parlare con
quel tale, vi avrei detto... vi avrei avvertito in qualche modo.
PHIL: Non è colpa tua, Bob.
LARRY:
Phil!
PHIL: Come faceva a sapere che stava parlando
proprio con lui?
LARRY: Che gli parlasse sì, ma che lo
ascoltasse no, non credo. Almeno non per cogliere l'occasione di fare gli
interessi dell'azienda. Insomma, se la conversazione fosse rimasta su
un piano più terra terra, allora magari sarebbe riuscito a farla scivolare verso un
argomento banale, in cui i lubrificanti si potevano menzionare.
PHIL: Questo non lo puoi sapere.
LARRY: Oh, andiamo! Le probabilità sarebbero state molto
alte. Ma invece la conversazione non ha seguìto il suo corso naturale, perché qualcuno teneva
il timone e la dirigeva, non è vero, Bob?
PHIL: A me
pare che Fuller volesse essere lasciato in pace.
LARRY:
Non è questo il punto e lo sai.
BOB: Phil ha ragione.
Praticamente me l'ha detto.
LARRY: Beh, ragazzi, amici,
compari, il nostro dovere era quello di spegnere quel suo desiderio, almeno per
un pochino, di accendere il suo interesse. E vi faccio notare che non
voleva essere lasciato in pace, altrimenti sarebbe restato nella sua
camera d'albergo
tutta la sera. Non avrebbe scorrazzato per la suite in cerca di conversazione.
Non voleva essere lasciato in pace, solo non parlare d'affari.
PHIL: E anche in questo caso ci andava male.
LARRY: Ma per favore, lo sai che c'è il modo di aggirare
certi ostacoli. Senza importunarlo, ma per comunicargli quello per cui eravamo venuti fin qui, mi
spiego?
BOB: Senti, mi dispiace.
LARRY: È inutile dispiacersi. Dispiacersi non serve a
niente, adesso.
BOB: Che altro posso fare?
LARRY: Niente, non puoi fare un bel niente, al punto in cui
siamo. Niente. Ha detto per caso dove alloggiava?
BOB: È
in quest'albergo.
LARRY: In questo albergo?
BOB: Sì.
LARRY: Oh.
PHIL: Cosa vorresti fare? Bussare alla sua porta in piena
notte?
LARRY: Sto chiedendo, Phil. È un crimine adesso?
Perché pensavo che domani mattina potremmo, sai, incontrarlo, così per
caso, giù di sotto
in caffetteria.
PHIL: Se non sappiamo che faccia ha!
LARRY: Lo sa Bob.
BOB: Ve lo indico
volentieri.
PHIL: Cos'è questa roba scritta dietro al
biglietto, Bob?
BOB: È dove ha detto che andava uscito
di qua.
LARRY: Cosa? Cosa? Cosa?
BOB: Una qualche festa privata all'albergo in fondo alla
strada.
LARRY: Che facciamo ancora qui? Andiamo,
forza!
BOB: Non possiamo.
LARRY:
Perché no?
BOB: Perché è solo per inviti.
LARRY: E allora?
BOB: Allora dico
che si arrabbia se ci presentiamo lì tutti quanti. Ci ha tenuto a puntualizzare
che era una cosa privata.
LARRY: Questa è l'ultima delle
nostre preoccupazioni. Se si arrabbia, vedremo che fare. Forza, prendete le
giacche.
PHIL: No, non correre, Larry.
LARRY: Come?
PHIL: Può darsi che
Bob abbia ragione, insomma, non possiamo imporgli la nostra presenza.
LARRY: Phil!
PHIL: Senti,
riflettici un momento. Davvero vuoi farlo incavolare intrufolandoti in una festa
esclusiva? Per non parlare di chi altro può esserci.
LARRY: Che
suggerisci di fare? Starcene qui come dei tonti, mentre il cliente di una vita
ci sfugge dalle mani?
PHIL: No, no.
LARRY: E allora cosa?
PHIL: Direi
di mandare Bob.
LARRY: Che cosa?
PHIL: Scusa, ti ha dato quel biglietto da visita come
invito, giusto?
BOB: Sì, ha detto che mi faceva
entrare.
LARRY: Phil, Phil, Phil, Phil! Non farmi
questo, ti prego.
PHIL: Quali alternative ci sono,
Larry? Non abbiamo un altro modo lecito di entrare lì. E poi, lui lo conosce,
Bob. Hanno parlato.
Bob ha un aggancio.
LARRY: Stai mettendo il nostro
futuro nelle mani di un ragazzino.
PHIL: No, andrà tutto
bene. Dammi il tuo biglietto.
LARRY: Dio mio!
PHIL: Dammelo, forza, dai!
LARRY:
Ecco.
PHIL: Allora, ti spiego che devi fare. Siediti!
Sentimi bene.
BOB: Ti ascolto.
PHIL: Ecco cosa devi fare. Ora vai in fondo alla strada e
vedi se riesci a trovare Fuller. Se sei fortunato e è ancora lì, voglio che tu gli dia i nostri
biglietti da visita. Digli che desidereremmo tanto... incontrarlo. Appena
umanamente possibile. È chiaro?
BOB: Appena
umanamente possibile.
PHIL: D'accordo. Digli che saremo
in albergo per tutta la mattinata. Ci può trovare qui o ai numeri sui biglietti
da visita. È chiaro?
Ecco. Devi chiedergli, chiedigli, per favore, di mettersi in contatto con Larry
o con me, perché noi vorremmo parlargli, molto brevemente, a proposito di
affari.
LARRY: Affari, solo affari.
PHIL: Spiegagli bene che sappiamo quanto è occupato, non ci
vorrà molto tempo, ma ci sono alcune cose di cui dovremmo proprio discutere. Ti è tutto
chiaro, Bob?
BOB: Sì, certo.
PHIL: Devi soltanto... ascoltami! Devi soltanto dargli i
biglietti e andartene.
BOB: E se vuole parlare?
LARRY: Allora parli. Parli quanto vuole. Quattro giorni e
quattro notti, se devi, finché non si stanca. Poi torni e ci dici com'è andata.
BOB: Aspettate in piedi?
LARRY: Per
il prossimo trimestre, più in là non posso garantire.
PHIL: Sta' tranquillo, andrai benissimo.
LARRY: Sì, sì, sì, sì, andrai benissimo. Mi dispiace di
aver dubitato di te. Se segui le nostre istruzioni andrai benissimo, hai capito?
BOB: Sì.
LARRY: Bene, perfetto. Ora
vai, il tempo vola.
BOB: Va bene, a più tardi.
LARRY: Certo, corri. Ma non tanto, perché se arrivi sudato
poi non ti si avvicina.
BOB: Okay.
LARRY: Tu hai... Ti do la sensazione di essere un uomo
particolarmente religioso?
PHIL: No, neanche per
sogno.
LARRY: E allora perché sono colto da un
repentino, irresistibile desiderio di pregare?
LARRY: Chissà se l'ha trovato.
PHIL: L'ha trovato.
LARRY: Perché ne sei così sicuro?
PHIL: Non l'avesse trovato, sarebbe già qui.
LARRY: Non necessariamente.
PHIL:
Finirà bene.
LARRY: Già. Phil, ti posso chiedere una
cosa seriamente?
PHIL: Certo.
LARRY: Stai prendendo qualche medicina di cui dovrei
sapere?
PHIL: Cosa ti fa pensare che prenda una
medicina?
LARRY: Perché non credo di averti mai visto
così rilassato prima d'ora. Insomma, ho quasi la sensazione che francamente non
te ne freghi un
cazzo.
PHIL: Francamente no.
LARRY: No, questo è chiaro. Insomma, a nessuno di noi ce ne
frega a un certo livello. Voglio dire che sembra che la cosa non ti sfiori.
PHIL: Sono stanco, Larry.
LARRY:
Beh, questo te lo concedo, la giornata è stata lunga.
PHIL: Non dico per oggi.
LARRY: Ho
capito in che senso, e ti capisco anche. Davvero. Sappiamo tutti quante cose ti
sono capitate. Ed era già da un pezzo che volevo dirtelo, se hai bisogno di qualunque cosa
non esitare a chiamarmi, di giorno e di notte. In effetti ho aspettato anche troppo, ma
pensavo fosse sottinteso.
PHIL: Sì, l'avevo dato per
scontato.
LARRY: Hai fatto bene, sai. E spero che non ti
farai scrupoli.
PHIL: Stavo pensando magari a qualche
cambiamento.
LARRY: E cioè?
PHIL: Non lo so, cambiamenti.
LARRY: Sei sicuro che sia saggio? No, perché di cambiamenti
te ne sono stati imposti già tanti di recente. Magari è il momento di lasciare, sai,
sedimentare le cose.
PHIL: Mi sono un po' gingillato con
l'idea di puntare su un altro genere di lavoro.
LARRY:
Qualcosa di diverso dalle vendite?
PHIL: Sì.
LARRY: Senti, parlandoti da amico, da uno che ti conosce
intimamente, io ti devo dire che è una pessima idea, anzi, guarda, un'idea proprio del cazzo.
PHIL: Perché?
LARRY: Dunque,
perché? A) Tu ci sei portato, hai il talento.
PHIL: Ma
non sono Murdock.
LARRY: Tanto nessuno è Murdock.
Murdock non esiste, è quello che abbiamo sognato che fosse. E, B) Non godo tanto
all'idea di
dovermene andare in giro con qualcuno nuovo.
PHIL: Ma
capiterà un giorno o l'altro, lo sai.
LARRY: Affatto. Ho
sempre sperato che avremmo chiuso con una cosa tipo omicidio-suicidio.
PHIL: Sai, ho pensato anche a tante altre cose in questi ultimi tempi.
LARRY: Se c'è qualcosa che ti disturba, sputala fuori, non
serve a niente farsela marcire dentro. Mi vuoi dire su cosa hai riflettuto tanto?
PHIL: La vita...
LARRY: La vita?
PHIL: E la morte.
LARRY: Gesù,
anche tu adesso? Ma com'è che ad un tratto vi mettete tutti a pensare alla vita
e alla morte? Sta succedendo qualcosa di brutto di cui nessuno mi ha informato? Tipo le
macchie solari, per esempio? C'è una pestilenza che ci spazzerà via da questo mondo?
PHIL: Accadono cose strane.
LARRY:
No, affatto. A meno che non siano scritte su USA Today. Gesù che torna sulla
Terra deve dargli due giorni di preavviso, il tempo di preparare i loro titoli.
PHIL: Ho pensato anche a Dio di recente, mi sono fatto
delle domande.
LARRY: Hai pensato a Dio?
PHIL: Già.
LARRY: Che domande?
PHIL: Non lo so... cioè... Tu non ti sei mai fatto delle
domande su Dio in generale?
LARRY: Certo, chiunque si fa
domande su Dio di tanto in tanto, solo che non è che non ci dorme la notte.
Anch'io ci penso, e
credo quel che credo.
PHIL: Che sarebbe?
LARRY: E che cavolo ne so!
PHIL:
Quand'ero ragazzo, ho fatto uno strano sogno su Dio. Ho sognato che lo trovavo
nascosto in un armadio, nel mezzo di una città bruciata. Una città che era stata distrutta da un
incendio, o da una qualche esplosione. E là, tra le macerie, c'era un armadio, lì da solo, in
mezzo al nulla. E io andavo verso l'armadio e aprivo un'anta. E dentro c'era
Dio, nascosto. Mi
ricordo che aveva una grande testa di leone, ma sapevo che non era un leone, era
Dio. E aveva paura. Allora, io allungavo la mano per aiutarlo a uscire. E gli dicevo:
"Non aver paura, Dio, io sono dalla Tua parte". E ce ne stavamo lì, noi due, tenendoci per mano,
contemplando quella distruzione. Era sùbito dopo il tramonto. Non lo so perché,
ma ho sempre avuto
la sensazione ossessionante di avere una sorta di missione sulla Terra.
LARRY: Una missione?
PHIL: Sì.
LARRY: Che tipo di missione?
PHIL:
Non ne ho idea.
LARRY: Te lo dico io qual è la tua
missione. La tua missione è uguale alla mia. Essere un tramite. Far accordare
partner d'affari.
PHIL: Tu non sei angustiato da cose così?
LARRY: Che vuoi dire? I sogni?
PHIL: Dalle domande su Dio.
LARRY:
Tanto credo che presto o tardi verrò a sapere come stanno le cose, che mi ci
arrovelli adesso, al dunque non cambierà niente. Quindi, nel frattempo, perché perderci il
sonno? È sempre così scarso.
PHIL: Ma ti fai delle
domande, vero?
LARRY: Sono umano, Phil.
PHIL: Lo so.
LARRY: Siamo tutti
molto stanchi. Lo sai, è nella natura del mestiere. E ultimamente sei stato così
sotto stress!
PHIL: Tu dici che è questo?
LARRY: Sì, non c'è dubbio che è questo. Ti ci vuole una
vacanza.
PHIL: Sono appena stato in vacanza.
LARRY: Che non ti ha fatto bene. Devi farne un'altra. O
magari un bell'incontro galante.
PHIL: Sì?
LARRY: Sì. Ti ci vuole... come si chiama? La bionda.
PHIL: Susan?
LARRY: Eh, eh, eh...
Già, Susan! Esattamente! È questo che devi fare. La... la chiami, le dici che
hai prenotato da Dell, ti compri almeno una ventina di preservativi, e poi voi due
ci date dentro come conigli in calore. Ti dimentichi del lavoro, ti dimentichi di tutto.
Stai lì e pensi solo al suo corpo sinuoso.
PHIL: Mi vuoi bene, Larry?
LARRY: S... se ti voglio
bene?
PHIL: Sì.
LARRY: Sai,
dipende tutto da cosa intendi, insomma. Se mi stai chiedendo se voglio un figlio
da te, allora no, non ti voglio abbastanza bene. Perché lo chiedi?
PHIL: Niente, una domanda.
LARRY:
Come non volerti bene? Ti lavi tutti i giorni, sei sempre elegante, non parli
con la bocca piena, ti si vuol bene per forza.
PHIL: Lascia stare.
LARRY: Come t'è venuto in mente?
PHIL: Vedi, quando ero ragazzo, avevo imparato un versetto
del Vangelo in cui Gesù diceva: "Nessun uomo ha amore più grande di questo: che accetta di donare
la vita per il suo amico".
LARRY: Mi stai chiedendo se
sono disposto a morire per te?
PHIL: Credo di sì.
LARRY: Questo qui è un modo di estremizzare le cose. Che
situazione potrebbe mai configurarsi, in cui potrei essere chiamato addirittura a morire per
te?
PHIL: Non saprei.
LARRY:
Ecco, per esempio, se mi dicessi: "Ehi, Larry, fatti un bel volo giù dal
balcone", no, non lo farei.
PHIL: Non te lo
chiederei.
LARRY: Anche se lo facessi, ti direi: "Phil,
amico mio, tra noi c'è stato un solido e bel rapporto in questi ultimi non so
più quanti anni, ma
la risposta alla tua domanda è: no, vaffanculo". Questo sarebbe il mio congedo.
Senza rancore.
PHIL: Certo, avresti ragione.
LARRY: Non so a chi voglio bene. C'è tanta gente che mi
piace, ma l'amore, quella è tutta un'altra storia.
PHIL:
Dai, non ci pensare.
LARRY: Già.
PHIL: Oh, eccolo qui. Te l'avevo detto! Allora, racconta, com'è andata?
BOB: Bene.
PHIL: L'hai... l'hai
trovato?
BOB: Sì, certo, l'ho trovato.
PHIL: E...?
BOB: E abbiamo
parlato.
LARRY: E...?
BOB:
Niente, abbiamo parlato.
LARRY: Va bene. Di cosa avete
parlato? Bob, di cosa avete parlato?
BOB: Abbiamo
parlato di Cristo.
LARRY: Avete parlato di...
BOB: Gesù.
LARRY: Gli hai detto per
caso che tipo di lubrificanti industriali avrebbe adottato Gesù?
PHIL: Larry!
LARRY: Che cosa gli
hai detto, Bob?
BOB: Abbiamo discusso di varie cose.
LARRY: Riguardo a Gesù?
BOB:
Riguardo a tanti argomenti.
LARRY: In relazione
con...
BOB: Gesù.
LARRY: Gesù.
Sì. Sì, sì, sì. Quindi l'argomento lubrificanti non è saltato fuori,
immagino.
BOB: La natura della conversazione ha fatto sì
che non lo si toccasse.
LARRY: La natura è stata. Tutta
da sola.
BOB: Sì.
LARRY: Quindi
la conversazione andava avanti tranquilla per conto suo e così, tutto d'un
tratto, all'improvviso, senza che nemmeno te ne accorgessi, stavate parlando di Dio o di
Gesù, esatto?
BOB: Eravamo due persone che parlavano.
LARRY: Sto per dirti una cosa, sai, Bob? Ed è qualcosa che
non dico a molte persone, perché devo veramente pensarla ed esserne convinto. Perché per me è
come dire a qualcuno di andare all'inferno. Capisci quanta importanza gli do?
BOB: E cos'è?
LARRY: È che io non
riesco a crederti, Bob.
BOB: Tu non...?
Non ... ti credo, esatto. Sto facendo un grande sforzo per
convincermi che quello che hai appena raccontato è vero.
BOB: È vero.
LARRY: Può darsi, ma
non riesco a mandarla giù, capisci?
PHIL: Larry,
andiamo!
LARRY: Lasciami in pace! Mi fai il favore? Sto
cercando di chiarire la situazione, quindi non interrompermi un'altra volta.
BOB: Va bene così, Phil.
LARRY: Sì,
va bene così. Adesso, Bob, vorrei farti una domanda... e vorrei una risposta
franca, me la puoi dare?
BOB: Sì.
LARRY: Chi ha... tirato in ballo l'argomento Gesù,
onestamente?
BOB: Io, Larry.
LARRY: Tu.
BOB: Sì.
LARRY: Hai menzionato Gesù per primo.
BOB: Sì.
LARRY: Perché?
BOB: Perché è molto importante per me che le persone
sentano parlare di Gesù.
LARRY: Vuoi dire del fatto che
è morto per i nostri peccati?
BOB: Sì.
LARRY: Allora, Bob, fammi riformulare la domanda. Sapendo
che era molto importante, rispetto alla nostra presenza qui, avere un incontro e parlare con
Fuller riguardo ai lubrificanti per la sua azienda, perché mai, invece, hai
deciso di parlargli
di Gesù?
BOB: Perché credo che sia più importante.
LARRY: Anche se siamo a una convention dove è più abituale
e consueto parlare di affari?
BOB: Sì. Guarda che ho
capito, Larry, ma, proprio non vedo dove sta il delitto nel voler parlare da
essere umano a essere umano. Non ho parlato di lavoro, lubrificanti, eccetera,
perché non volevo pensasse che avevo usato l'argomento religione per ingraziarmelo, per spingerlo
a firmare qualche contratto. Non volevo pensasse che ero insincero.
LARRY: Ma tu effettivamente eri insincero, in un senso più
generale.
BOB: Se noi qui siamo soltanto delle funzioni,
perché non mandano dei robot, allora?
LARRY: Non mandano
dei robot per la semplice ragione che non li hanno ancora inventati. Verrà il
giorno in cui costruiranno un robot che fa quello che facciamo noi, e magari meglio,
allora vedrai che ce lo manderanno. Puoi starne certo. Ma fino a quel giorno, mandano noi. Dicono:
"Ehi, Bob, Larry, Phil, perché non ve ne andate a Wichita per un paio di giorni?
Non preoccupatevi di
vitto e alloggio, ci pensiamo noi". E per un paio di giorni, Bob, noi rinunciamo
alla nostra identità, qui, a Wichita. E diventiamo le mani della nostra azienda.
Che stringono tutte le altre mani che ossono! Quel che hai fatto, la ragione per cui sei
stato insincero, è che hai infranto quel vincolo. Sarebbe come se una mano, che
so, si staccasse dal
braccio e dicesse: "Oh, guarda che ho altre cose importanti da fare qui in giro
che non hanno niente a che fare con te!".
BOB: Ma Paolo dice
che...
LARRY: Per favore, no. Per favore, no, voglio
discutere con te! Che c'entra l'apostolo Paolo? Stiamo facendo tutt'un altro
discorso!
BOB: Non vedo come si possa affrontare una discussione del
genere, se non mi è permesso parlare di Dio!
LARRY:
Perché non stiamo parlando di Dio, ma di qualcosa di più grosso.
BOB: Più grosso di Dio?
LARRY: La
questione, Bob, non è la tua fede in Dio o il tuo desiderio di diffondere questa
fede. La questione è cosa stiamo facendo qui.
BOB: E che cos'è,
Larry? Forza, che cos'è?
LARRY: Siamo qui per vendere
lubrificanti! Lubrificanti industriali! Non siamo qui per salvare anime!
BOB: Non siamo qui neanche per andare a caccia di donne, ma
questo non sembra fermarti!
LARRY: Con che coraggio ti
azzardi a rinfacciarmi questo? Con che coraggio, ragazzino brufoloso? Non c'è
niente di sbagliato
nell'ammirare il panorama mentre si fanno affari. Fintantoché noi continuiamo a
fare affari. E per tua informazione, cocco, in quindici anni, neanche una volta ho
tradito mia moglie.
BOB: Se guardi le donne con
lussuria, è come se...
LARRY: No, non lo è, non lo è,
c'è una differenza enorme!
BOB: Non è questo che ha
detto Gesù!
LARRY: Ma che ne sai di cosa ha detto Gesù,
Cristo Santo! C'eri?
BOB: Ho letto le sue parole.
LARRY: No, qualcuno le ha scritte in un libro!
PHIL: Larry.
LARRY: Qualcuno l'ha
tramandato e tu ci credi!
BOB: L'hanno scritto gli
evangelisti, e quella è la verità!
LARRY: Certo, ma non
si può dire che è vero, che ho ragione io o ce l'hai tu. Non c'eravamo.
PHIL: Larry.
BOB: Il Vangelo dice
chiaramente...
LARRY: Non citare le scritture con me,
Bob, non le citare!
BOB: Io devo ritornare all'apostolo
Paolo...
LARRY: L'apostolo Paolo non è stato mandato qui
sulla Terra per dire cose...
BOB: ... il quale dice
chiaramente che lo sguardo lussurioso è tradimento...
LARRY: Ma lo vuoi capire...
PHIL:
No, aspetta, Larry!
LARRY: Basta!
Larry! Larry! Larry! Con o senza il cliente, vivremo.
Alzati.
BOB: Mi dispiace.
LARRY:
Certo, vivremo.
PHIL: Vivremo.
LARRY: Mi pare d'averlo già detto. Mi sto rendendo conto
all'improvviso di quanto si è fatto tardi. A che ora vuoi che ci vediamo domani mattina?
PHIL: Beh, non ha... non ha importanza.
LARRY: A che ora?
PHIL: Alle sette
e mezza.
LARRY: Facciamo le otto.
PHIL: Certo, le otto.
LARRY:
Perdonami, Bob, se... mi sono comportato come fossi tuo padre. Stavo cercando di
darti un qualcosa di quello che sono.
BOB: Capisco.
PHIL: Larry? Buonanotte. C'è una cosa che voglio dirti. E
voglio che ascolti con molta attenzione, perché è molto importante. L'uomo che abbiamo
appena cacciato da qui...
BOB: Non direi che abbiamo
cacciato qualcuno.
PHIL: L'uomo che è uscito da questa
camera un momento fa è un mio carissimo amico. Perché lo conosco ormai da tanto
tempo?
Beh, ci sono tante persone che conosco da un bel
pezzo, e ad alcune non farei neanche pulire il culo del mio cane. Altre mi
sono del tutto
indifferenti, non contano per me. Ma Larry per me conta molto. E la ragione è...
che posso fidarmi. Io so che posso fidarmi. È onesto.
BOB: È
onesto o è solo brutale?
PHIL: È onesto, Bob. È anche
brutale, certo. Il che a volte fa parte dell'essere onesto. Perché tante persone
sono brutali, ma non
oneste. Larry non è uno di quelli. Larry è una persona onesta. Anche tu sei una
persona onesta, ne sono convinto. Perché, radicato profondamente dentro di te, c'è qualcosa
che combatte per l'onestà. La domanda, che è il caso che tu ti faccia, è se questo qualcosa è
presente in tutti gli aspetti della tua vita.
BOB: Che
vorrebbe dire?
PHIL: Vuol dire che il tuo propagandare
Gesù non è diverso da quando Larry o chiunque altro propaganda i lubrificanti.
Non importa se
cerchi di vendere Gesù, o Buddha, o i diritti civili. O come arricchirsi nel
settore immobiliare senza rischiare un soldo. Questo non fa di te un essere umano. Semmai fa di
te un agente vendite. Se vuoi parlare con qualcuno sinceramente, da essere umano,
chiedigli dei suoi figli, scopri quali sono i suoi sogni. Solo per saperlo, per
nessun'altra ragione. Perché appena cerchi di prendere le redini di una
conversazione, per pilotarla, non è più una conversazione. È un pistolotto e tu non sei un essere
umano, sei un venditore, un piazzista.
BOB: Perdonami se
rispettosamente dissento.
PHIL: Stavamo parlando prima
del... carattere. Mi hai fatto delle domande sul carattere. E allora si è
parlato delle facce, ma la questione è molto più profonda di così. La questione
è: tu ne hai di carattere o no? E se vuoi la mia sincera opinione, Bob, non ne hai. Per la
semplice ragione che... ancora non provi rammarico per qualcosa.
BOB: Vuoi dire che non avrò carattere finché non avrò fatto
qualcosa che mi rincresce?
PHIL: No, Bob, perché di
sicuro hai fatto tante cose di cui rincrescerti, solo che non sai quali sono. È
quando alla fine le
scopri, quando vedi l'assurdità di qualcosa che hai fatto, e desidereresti
tornare indietro, cancellarlo, ma sai di non potere, perché è troppo tardi. Quindi quella cosa
non puoi che prenderla e portarla con te, perché ti ricordi che la vita
va avanti, il mondo
girerà anche senza di te. Alla fine tu non conti. È allora che acquisterai il
carattere. Perché l'onestà emergerà da dentro di te, e come un tatuaggio ti
resterà impressa sulla faccia. Fino a quel giorno, in ogni caso, non ti puoi aspettare di arrivare
oltre un certo punto.
BOB: Posso andare adesso?
PHIL: Vai, vai.
BOB: Grazie.
PHIL: Buonanotte. Pronto? No, non puoi, se n'è appena
andato. Che c'è? Ti voglio bene anch'io. Sì.
Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di
bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent�anni guarderai quelle
tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante
possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente
grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati ma sapendo che
questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un�equazione algebrica. I veri
problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la
mente, di quelle che
ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa� una
cosa ogni giorno che sei spaventato: canta! Non essere crudele col cuore degli
altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti.
Non perdere tempo
con l�invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro. La corsa è lunga e,
alla fine, è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli
insulti. Se ci riesci veramente, dimmi come si fa... Conserva tutte le vecchie lettere d�amore, butta
i vecchi estratti conto. Rilassati! Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi
fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare
della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno. Prendi molto
calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai
o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant�anni.
Forse ballerai con
lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non
congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro. Goditi il tuo corpo, usalo in tutti i modi che puoi, senza
paura e senza temere quel che pensa la gente. È il più grande strumento che
potrai mai avere. Balla! Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo
soggiorno. Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo. Cerca di conoscere i tuoi genitori, non puoi
sapere quando se ne
andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli, sono il miglior legame con il
passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto
che gli amici vanno e vengono, ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per
colmare le distanze geografiche e gli stili di vita, perché più diventi vecchio,
più hai bisogno
delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po�, ma lasciala
prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po�, ma lasciala prima che ti
rammollisca. Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant�anni, sembreranno di un
ottantacinquenne. Sii cauto nell�accettare consigli, ma sii paziente con chi li
dispensa. I consigli
sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal
dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di
quel che valga. Ma accetta il consiglio... per questa volta.
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(2007)
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