Tarocchi (26/04/1999)

Mischio le carte con calma. Ventidue carte: i miei fedeli Tarocchi.
Carte un po’ consumate dall’uso che ben si adattano alla mia mano.
Pochi clienti oggi, nonostante la tariffa proletaria poco più che simbolica: solo duemila lire.
Ma io voglio divertirmi, scherzare con le mie carte e, se possibile, parlare e confrontarmi con qualche tipo interessante.
La gente passa e mi guarda con ironia. Incasso con indifferenza e rassegnazione qualche battuta gratuita ed antipatica.
Però qualcuno di ferma, come questa ragazzina dai capelli neri, lisci e lunghi che mi osserva da lontano incerta ma chiaramente curiosa.
Non la guardo per non spaventarla ed aspetto che si avvicini. Verifico con i miei Tarocchi: una carta sola, il Carro. Sicuramente una carta buona, una carta di successo: verrà!
E, infatti, dopo una meditazione di un paio di minuti, la ragazza si avvicina.
Mi sorride incerta con gli occhi ingranditi dagli occhiali, ma semi nascosti dai capelli.
"Hai una domanda da fare Tarocchi?", le propongo.
Accenna di sì, si libera la fronte tra i capelli e si siede davanti a me senza aspettare un invito.
Molto meno ragazzina di quanto l’avevo giudicata al primo sguardo, forse ventisei o ventisette anni. Matura soprattutto nel seno che non posso impedirmi di osservare, immaginandolo libero sotto la camicetta scura. Incrocia le gambe fasciate nei jeans stretti e, mentre lo fa, si blocca di colpo: "Posso incrociare le gambe?"
Resto un attimo perplesso, poi sorrido: "Certo, non è una seduta spiritica!".
Annuisce, ma non sembra convinta. Infatti, separa di nuovo le ginocchia con qualche imbarazzo.
Io penso con un po’ di tristezza che la preferirei in gonna – tutte le donne le preferisco in gonna – ma questo non ha importanza.
La guardo ed i suoi occhi guardano i miei solo un attimo e si abbassano con una timidezza alla quale è difficile credere. Mi sento istintivamente a mio agio con lei, e questo è molto importante in una consultazione.
"Che cosa vogliamo chiedere?"
Si morde le labbra: "Devo dirlo?"
Non riesco a non sorridere: "Se si vogliono risposte bisogna fare domande!"
Annuisce, ma è in imbarazzo. Gioca coi capelli, poi si lamenta: "Non so come spiegarmi!"
Adesso ha una voce miagolata, infantile.
Penso a com’è difficile guadagnarsi due mila lire!
"Possiamo fare uno schema generale, se vuoi…"
Nega decisa: "No! Ho una domanda!"
Spero che me la dica, ed intanto continuo a mischiare le carte. Alla fine, rassegnato, provo ad indovinare.
"Amore?"
Mi guarda con un occhio solo, l’altro neanche lo intuisco dietro ai capelli: "È il ragazzo con cui sto."
Guardo silenzioso e incoraggiante e lei si corregge: "Con cui stavo. Abbiamo litigato. Litighiamo sempre!"
Continuo a tacere fino a quando lei conclude: "Voglio sapere se torneremo insieme."
Annuisco. Almeno adesso so il problema. E, se voglio essere scorretto, immagino anche la risposta, date le premesse. Ma questo non vuol affermare che non leggero i Tarocchi con onestà.
Guarda le mie mani e si morde le labbra. Siccome non mi sollecita, continuo ancora il rito paziente del rimescolamento del mazzo e parto a caccia di qualche ulteriore informazione: "Come si chiama?"
"Ferdinando" risponde, improvvisamente decisa e aggressiva.
Io blandisco subito: "Un nome da re!"
Sorride ed alza un po’ la spalla.
"Vi conoscete da tanto?"
"Dalla scuola. Sette anni! Ma ora è finita."
Bene: mi offre la risposta alla domanda senza neanche consultare i Tarocchi! Sette anni però sono tanti…
Poso il mazzo davanti a lei: "Pensa alla domanda! E taglia con la mano sinistra!"
"Se torneremo insieme!"
Taglia con la mano sinistra dopo un’esitazione impacciata.
Poso le carte davanti a lei disponendole coperte: "Questa è a favore. Questa è contro. Questa pesa il passato. Questa è la sentenza e questa, alla base, la sua sintesi."
Aspetto un attimo per amore della scena. La ragazza guarda le carte e poi me con apprensione: "Dio mio!"
Sembra spaventata davvero: "Cominciamo dal passato?"
Ovviamente non aspetto risposta e giro la carta.
La Torre. Rovesciata. Facile!
"Non è una carta buona, ma conferma quello che mi hai detto: dal passato vi portate i risultati di fallimenti, di speranza tradite, di delusioni. E questo passato pesa contro di voi."
"Ma è il passato! Non ha importanza sul presente!"
La guardo paziente e paterno e non è colpa mia se il mio sguardo si ferma un lungo secondo sul petto e vorrebbe attraversare il tessuto: "Sono gli influssi del passato sul presente. Il passato influenza sempre il nostro presente. E, in questo caso, dal passato arrivano elementi molto negativi: come nella torre di Babele voi due parlate una lingua diversa e non vi capite! E litigate."
Faccio una pausa e lei sospira: "E così! Ma io gli voglio bene!"
Sospiro anch’io per solidarietà e propongo: "Vediamo le altre carte?"
Annuisce ed io giro la carta del "pro" ripetendo: "Questa è a favore."
L’Imperatrice. Carta che mi crea qualche problema.
"L’Imperatrice è la moglie dell’Imperatore. – dico – una carta di saggezza, pazienza. Consiglio."
Non reagisce ed io provo a continuare: "L’Imperatrice è anche la carta della fedeltà assoluta, del buon senso famigliare, della devozione e dedizione."
Indago con uno sguardo e mi sembra molto preoccupata: "È una carta favorevole?"
"È una carta in posizione favorevole e ci dice cosa aiuta. In questo caso consiglia il buon senso, sapere ascoltare, sapere consigliare. Ed essere fedele."
"Ma io o lui?", le scappa in un gemito. E mentre parla smette di giocare coi capelli per fare scorrere le dita nella scollatura della camicetta come si sentisse soffocare. Non vedo nulla, a parte il rotondo e pieno rigonfiamento che tende la stoffa, ma il mio cuore ha un palpito forte.
Forse lei si accorge della mia distrazione e mi affretto a precisare: "Vale per entrambi: sono valori necessari che vi possono permettere di tornare insieme. L’Imperatrice può anche indicare una persona autorevole che vi aiuta."
"Potrebbe essere la madre di Ferdinando."
Potrebbe essere, perché no? Annuisco e poi devo cercare di concentrarmi un attimo mentre penso che, a questa ragazza, pagherei io ben più di duemila lire per il piacere di leggerle i Tarocchi.
Alzo una spalla: "Vediamo il contro?"
"No!"
Resto interdetto mentre lei butta di nuovo indietro i capelli e scopro che gli occhi sono di nuovo due.
Una risata breve, ma non stonata: "Ho paura!", piagnucola.
"Non vuoi sapere?" Sono anche disposto a non girare le carte!
La ragazza inghiotte e mormora: "Vai avanti!"
Accetto con un po’ di fastidio che mi abbia dato del tu e giro la carta.
"Il Diavolo!" E il diavolo, mezzo uomo e mezzo donna, mi sogghigna beffardo.
Faccio una pausa studiata, più lunga di quanto mi serva, per soggiogare la mia ragazza alla quale, osservo con piacere, è venuta un’evidente pelle d’oca.
"Carta di passionalità, d’energia vitale. Ed è nel contro!"
Piccolo pausa per godermi la tensione nel corpo della ragazza – quasi sento il sangue che le pulsa sotto la pelle e continuo: "Mancanza di equilibrio dunque anche nella passione. Tra quanto uno vuole e l’altro offre. E questo può essere stato anche in passato causa di litigi."
Accenno alla Torre e lei segue il mio gesto molto preoccupata.
Sparo una botta: "Forse lui vorrebbe da te di più di quello che tu gli concedi!"
Esita e si morde le labbra: "In amore?"
Tocco il Diavolo: "Come passione."
Esita e si fa quasi piccola: "Forse è vero il contrario: sono io che vorrei di più spesso! Lui è più freddo. Certe volte sembra annoiato!"
La guardo bene e penso che con un giocattolino come quello sotto mano sentirsi annoiati non è comprensibile, ma sul lavoro ho la mia etica e non faccio il commento che ho caldo sulle labbra.
Mi limito ad un banale "Possibile. La carta indica uno squilibrio, ma non dice in che senso. Uno squilibrio che causa litigi."
"Io glielo dico sempre che è troppo freddo con me! Una volta era diverso!"
Penso improvvisamente che, forse, in sette anni ha fatto indigestione. E, pensandola in questo modo, forse riesco a capire Ferdinando.
"In sette anni non siete riusciti a trovare il modo di parlare lo stesso linguaggio!", è un giudizio un po’ fuori tema ma, presa nei suoi pensieri, la ragazza si limita ad annuire tristemente.
"Altra carta?"
"Tanto sono tutte negative! Cos’è quella?"
"La sentenza. È la carta chiave, la risposta alla domanda!"
La giro: "La Giustizia!"
La Giustizia che tiene alti i piatti della bilancia, palesando un’espressione parecchio perplessa.
"Allora?", m’incalza la mia impaziente consultante.
"La Giustizia è un responso chiaro e direi che è facile da inquadrare con le altre carte, specie con l’Imperatrice di cui è spesso una carta associata."
Faccio una breve digressione ad arte per aumentare la tensione: "Ci sono carte di fortuna e di sorte come può essere la Ruota della Fortuna, il Carro o la Torre ed altre di causa-effetto come l’Imperatrice, la Giustizia, il Papa, eccetera!"
In questo caso la Giustizia è il risultato del passato: "Se hai seminato raccoglierai, se sei stata sincera lui – Ferdinando - sarà sincero, se fedele fedele, se onesta onesto."
Mi guarda triste ed io, che sono ingenuo, non capisco.
Giro la carta della sintesi: il Sole.
"Ecco: è tutto molto logico! Il Sole farà chiarezza sui vostri comportamenti. Può essere una buona risposta, credo!"
Annuisce molto poco felice ed io non sono abbastanza sveglio neanche questa volta.
"Posso fare un’altra domanda ai Tarocchi?"
"Certo! Non c’è nessuno in coda!"
Annuisce come se avessi detto una cosa seria mentre volevo fare una battuta.
"Luca", mormora.
La guardo interrogativo e lei mi guarda a sua volta prima di continuare: "E un amico. Volevamo fare le vacanze insieme in Olanda. Faccio bene?"
Luca? "Se fedele, fedele". Adesso capisco: i Tarocchi le hanno appena detto che il suo Ferdinando le è infedele tanto quanto lei è infedele! Una bella sfida!
"Luca…", sospiro mischiando i Tarocchi.


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