Paul Verlaine è nato a Mezt il 30 marzo 1844. Ben presto si trasferisce a Parigi, dove, rimasto orfano del padre, dopo gli studi liceali trova un impiego all'Hôtel de Ville. I suoi primi versi del 1866, "Poèmes Saturniens", risentono delle teorie del "Parnasse". Tre anni dopo è la volta di "Les Fêtes Galantes", opera ancora quasi dilettantesca e decadente, ma dove già appaiono i primi "paesaggi interiori", pieni dì nostalgia, di sentimenti semplici, sinceri e profondi. Lo stesso anno, il poeta conosce Mathilde Mauté. Dopo la grazia frivola e melanconica delle opere precedenti, é il momento della celebrazione di questo "Essere di luce", dei buoni sentimenti intimi e amorosi, "La Bonne Chanson" (1870). Il matrimonio con Mathilde naufraga presto e Verlaine si dà all'alcool, perde il suo posto di lavoro, scopre la sua duplicità sessuale, incontra Rimbaud, e abbandona definitivamente la moglie (in attesa del figlio Georges) per seguire il giovane amico ora "anima bella", "figlio del sole", ora "Satana adolescente". Oltre al fascino fisico, subisce anche l'influenza poetica del giovane Rimbaud e nel 1874 pubblica "Romances sans paroles". Proprio in questo periodo il poeta é in prigione dove sconta la pena di due anni per aver sparato, in stato di ubriachezza, contro Rimbaud, durante il loro vagabondaggio per l'Inghilterra e per il Belgio. Nel silenzio della cella Verllaine ritrova una pace interiore che lo porta alla conversione religiosa. E nel 1881 è la volta di "Sagesse", raccolta di liriche di alto contenuto religioso e mistico, considerata tra le opere più sublimi che siano state composte in lingua francese in questa materia. Ma anche l'afflato mistico dura qualche anno e nel 1885 pubblica "Jadis et Naquère". Dissolta la favola il poeta ripiomba nel vizio. Ancora un'ultima raccolta che testimonia la sua ricaduta, "Parallèlement" (1888). Dopo la morte di Lecomte de Lisle,1894, viene proclamato "principe dei poeti". Ben misero principato senza alcuna gloria è il suo. Solo di tanto in tanto qualche sprazzo di luce, quando Verlaine viene invitato per tenere delle conferenze. Ormai, nella più nera povertà distrutto dall'alcool, trascina la sua grama esistenza tra un'ospizio, un bistrot e un locale malfamato. A 52 anni muore l'8 gennaio 1896. Poeta maledetto egli stesso, ha fatto conoscere al pubblico i "poètes maudits": Baudelaire, Rimbaud, Mallarmé e Corbière. La sua fama è stata grande anche se ha subito momenti di declino. Ancorato al classicismo romantico, apre la via al simbolismo. Ma soprattutto, come afferma nella sua " Art poétique ", la sua poesia è musica. Per questo preferisce il vesso dalle sillabe dispari, la rima semplice, quella interna, l'assonanza e un nuovo ritmo leggero, sottile,estraneo all'eloquenza, che lascia spazio al sogno:  

                 
                  "De la musique avant toute chose,
                  Et pour cela préfère l'Impair,
                  Plus vague et plus soluble dans
                  l'air,
                  Sans rien en lui qui pèse pu qui
                  pose...
                  Rien de plus cher que la chanson
                  grise
                  Où l'Indécis au Précis se joint...
                  Car nous voulons la nuance
                  encor,
                  Pas la Couleur, rien que la
                  nuance!
                  Oh! La nuance seule fiance
                  Le rêve au rêve et la flûte au
                  cor!...
                  Prend l'éloquence et tords-lui
                  son cou!...
                  De la musique encore et
                  toujours!
                  Que ton vers soit la chose
                  envolée
                  Qu'on sent qui fuit...
                  Que ton vers soit la bonne
                  aventure
                  Eparse au vent crispé di matin
                  Qui va pleurant la menthe et le
                  thym...
                  Et tout le reste est littérature."
 
 
 

                  Chanson d'automne

                  Les sanglots longs
                  Des violons de l'automne
                  Blessent mon coeur
                  D'une langueur monotone.
                  Tout suffocant
                  Et blême, quand sonne l'heure,
                  Je me souviens
                  Des jours anciens et je pleure.
                  Et je m'en vais
                  Au vent mauvais qui m'emporre,
                  Deçà, delà,
                  Pareil à la feuille morte.

                  (da "Poèmes saturniens")
 
 

                  Ariettes oubliées

                  Il pleure dans mon coeur
                  Comme il pleut sur la ville
                  Quelle est cette langueur
                  Qui pénètre mon coeur?
                  O bruit doux de la pluie
                  Par terre et sur les toits!
                  Pour un coeur qui s'ennueie,
                  O le chant de la pluie!
                  Il pleure sans raison
                  Dans ce coeur qui s'écoeure.
                  Quoi! Nulle trahison?
                  Ce deuil est sans raison.
                  C'est bien la pire peine
                  De ne savoir pourquoi,
                  Sans amour et sans haine,
                  Mon coeur a tant de peine.

                  (da "Romances sans paroles")