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L'affidamento alla Madonna di Fatima
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L'affidamento alla Madonna di Fatima
In piazza San Pietro, in occasione del Giubileo dei vescovi, quando il Papa ha "approfittato" dell'occasione per compiere un solenne atto di affidamento del mondo e del terzo millennio alla Beata Vergine Maria, che ha volto presente attraverso l'immagine della Vergine di Fàtima, insieme ed in unione finalmente con tutti i vescovi, carismatica rappresentanza della Chiesa universale, sia pure indegnamente, ma ringrazio il Signore per avermene dato l'opportunità, c'ero anch'io. Non ne parlo certo per comunicare la grande emozione provata cosa che evidentemente è di scarsissimo interesse , ma perché sono stato testimone diretto di un fatto che non mi sembra abbia ricevuto il rilievo che merita per i temi di meditazione che suggerisce.
In primo luogo, il semplice dato dell'ordinata e commossa partecipazione di almeno trecentomila persone davvero convenute, a prezzo certo di non pochi sacrifici, da ogni parte non già d'Italia ma del mondo dovrebbe indurre ad una profonda riflessione. Oltre la Chiesa, chi o che cosa riesce oggi a radunare, senza provocare alcun disordine, tanti uomini, donne, anziani, bambini, di ogni ceto, livello culturale, nazionalità e provenienza (come ho potuto personalmente constatare), chiedendo loro un totale coinvolgimento esistenziale? Proponendo, cioè, non un qualche intrattenimento fine a se stesso, destinato ad esaurirsi nel proprio spazio, ma una vera e propria militia al servizio di una causa, il cui premio, il cui "soldo", non sarà mai umanamente visibile? C'è dunque un mondo, che non vuole essere la "terra desolata" magistralmente descritta da Thomas Stearns Eliot, e che si pone le "domande serie", quelle che concernono il senso stesso dell'esistenza, e quindi risponde agli appelli di chi, in modo credibile, promette di "s-velarglielo", cioè di liberarlo dai veli del moderno secolarismo materialista che lo nascondono. Come dimostrato anche dall'ana-logo incredibile successo del giubileo dei giovani, lungi dall'essere "sorpassata", la religione, ed il cattolicesimo, ha dalla sua il futuro, che non può consistere nella prospettiva arida che in quanto tale non "disseta" offerta dal dominio congiunto dell'economia finanziaria e dell'"orgoglio miope di una scienza che non accetta confini", come si dice nell'atto di affidamento letto dal Papa. In realtà, come già vide Goethe, l'autentico tema della storia universale è il combattimento tra fede e incredulità, in ordine al quale tutti coloro che sapranno tener conto delle risposte offerte alle "domande serie" potranno giocare un ruolo fondamentale, se si dedicheranno alla Nuova Evangelizzazione.
Altro tema di riflessione mi viene suggerito dall'inesausto coinvolgimento di giovani e anziani, ricchi e poveri, settentrionali e meridionali del mondo, nel finale sventolìo di fazzoletti e stendardi al passaggio della statua della Madonna di Fàtima, nell'unirsi al canto che lo accompagnava, nel salutare il Santo e provato Padre nel suo giro benedicente per la piazza. Una lezione per tutti coloro che, in nome di una pretesa superiore consapevolezza intellettuale di stampo puramente razionalista ed illuminista, e di una religiosità perciò raffinata, "interiore" ed emendata da ogni tara devozionale, hanno per decenni se non per secoli disprezzato la religiosità popolare e le sue manifestazioni. Essi disprezzavano e disprezzano così una religiosità "incarnata", cioè a misura d'uomo e quindi autentica. Piazza san Pietro e tutte le piazze che hanno ospitato il Papa in questi anni testimoniano come l'uomo abbia sete non solo di concetti e dottrine, ma anche di "segni", e quindi di un contesto storico e sociale che renda plausibile una Fede, che va perciò incarnata in una civiltà, senza di che rischia d'inaridire.
Infine, la scelta di affidare il terzo millennio alla Madonna sotto il titolo di Fàtima. Tale decisione sottolinea il carattere ancora "aperto" del messaggio: esso consiste in una indicazione, in una sorta di direzione spirituale dell'umanità, ed infatti tutti gli eventi storici in esso indicati sono posti sub condicione. "Se" gli uomini faranno o non faranno certe cose, allora. Il Papa non morì quel 13 maggio 1981: non la profezia ha fallito, ma la direzione spirituale ha avuto effetto; i sacrifici di chi ha preso sul serio il messaggio della Madonna hanno frenato il corso letale della pallottola, non a caso incastonata nella corona della statua della Madonna di Fàtima. Inoltre, il comunismo è finito in Russia prima di quanto ci si attendesse. La storia, dunque, non ha un corso irreversibile ed incoercibile. Gli sforzi congiunti degli uomini docili alle indicazioni della Provvidenza Divina possono mutarlo. Appunto, "possono": la partita è ancora aperta. O la fede, o l'incredulità. O una nuova civiltà cristiana, adombrata nella promessa "Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà" o un nuovo inferno delle nazioni. Dipende da noi, dalla nostra capacità di prendere sul serio l'esortazione celeste: "Penitenza, penitenza, penitenza!".
Giovanni Formicola
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