Sotto altri cieli io vissi, in altra forma, con altro cuore. Fiammule e baleni d'allora, erranti lucciole tra' fieni, risfavillano in me, s'io vegli o dorma.Io so chi fui, nel tempo già travolto in vorticoso baratro d'oblio. Di vertiggin barcollo, se nel mio vivo mister le antiche anime ascolto
destarsi in onde d'energia, frammiste a strappi di ricordi. - Non si muore. - Chi nacque un giorno, in gioia ed in dolore per mille aspetti immortalmente esiste.
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A me ogni sera rinnovò l'incanto d'esser diversa, di scordare il mio sogno per altri sogni, il pianto mio per l'aspra voluttà d'un altro pianto.
E fu folla come un solo cuore ch'io mi potessi stringere fra dita d'acciaio: fu come una sola vita viva in me, fervente in muto ardore
sotto il mio sguardo. - Ed io dall'alta scena, non ebbi nervo che non si spezzasse, non ebbi vena che non si vuotasse per il tumulto di sua gioia piena.
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Chi ora io sono, è cosa vana il dire: fragile donna che se stessa asolta vivere, con un'ansia avida e stolta di saper ciò ch'è in fondo al suo soffrire.
D'antiche vite istinti e forze varie di raggruppano in me, s'urtano a gara: aspra t'incidi sulla bocca amara, o ambigua lotta d'anime contrarie! ...
Ho cent'anni, ho mille anni. La mia vera faccia, il mio vero cuore io non li so. Nè, stanca a morte, io mai cono scerò l'ebbrezza di poter morire intera.