«...mi accadde di sentire quel lampo furtivo, e quasi colpevole,
          di identificazione che così frequentemente si accende in me
          quando tocco la vita di una donna che scrive.»
                                  (Adrienne Rich, Segreti, Silenzi, Bugie)

Alla ricerca di una Storia, alla ricerca di radici, nell'età in cui si percepisce il mondo con maggiore consapevolezza e lì si gioca il futuro, sospeso tra l'indefinita paura dell'ignoto e la febbrile curiosità di sapere cosa significhi diventare adulte. In questa svolta della vita, dall'infanzia all'adolescenza, la Scuola può essere quel magico «attimo fuggente» che lascia nella memoria una lunga traccia positiva; oppure può essere quel luogo dove, come dice H. Hesse in Sotto la ruota, «...gli esercizi e le lezioni sembrano una monotona strada maestra di pianura, sulla quale si seguita ad avanzare, comprendendo tutti i giorni qualcosa che il giorno prima non si capiva ancora, ma senza toccare mai la vetta di un monte da cui spaziare su nuovi, inattesi panorami.» Noi crediamo nella magia e soprattutto crediamo che non si possa sprecare neanche un attimo del tempo della Scuola. Per questo abbiamo lavorato insieme, studenti e insegnanti, per cercare imparare riconoscere e riconoscerci trovare e capire. Ada Negri fa parte della nostra storia, è vissuta nei nostri paesi, ha guardato con occhi di adolescente il mondo, la scuola, la madre, le altre e gli altri, è stata figlia, moglie, madre, ha scelto di essere donna sola, ha voluto essere poeta per cantare con compassione, con passione, con amore bruciante la vita nel suo svolgersi grandiosamente quotidiano. L'abbiamo letta e attraverso le sue parole, in prosa e in poesia, abbiamo cercato di riannodare quei fili nascosti nel profondo del nostro vissuto di donne insegnanti e di studenti adolescenti, che ci permettessero di riconoscerci e di conoscere meglio noi stesse, le altre e gli altri e i luoghi in cui viviamo. Scavare nelle parole di un'altra donna poeta ci ha portato spesso ad identificarci con lei. E questa sensazione ci ha fatto sentire più sicure e quasi «protette». Ora però vogliamo continuare il cammino anche noi, ciascuna di noi, da sole, con la certezza che potremo in ogni momento tenerci per mano.

Nuvola