La vergine ventenne ch'io fui, splendente come torcia accesa nel sole, ora dov'è? Del suo bel sangue nutriva ogni atto dell'acerba vita; e della gola, liberato in canto, le sgorgava echeggiando a monte e valle. Ove scomparve, ella che fu sì certa di non morire? Non morì. Rimasta è nella scabra terra presso il fiume che mormora e serpeggia in tortuose spire oltre le grandi foreste: intatta giace fra tremilii di fronde e scorrer d'acque. Al suo rifugio gli uomini dei boschi vengon con felci e rami di betulle: e il battellier che approda dall'altra sponda, fasci d'alghe e steli d'erba apporta, raccolti sulla riva.
Calmo è il sonno di quella ch'io già fui nella terra che suona ancor del canto de' miei vent'anni - e, sole o pioggia o neve, il mio volto d'allora ha quella terra.