"- Non te l'ho mai detto, Dinin?...Quando tu mi sgambettavi dentro il ventre come una piccola saltimbanca, io non facevo che leggere le poesie di Fusinato. Portavo il volume con me in laboratorio: nell'ora di riposo tutte le cucitrici mi stavano ad ascoltare. Anche tu, ne sono sicura."
(Stella Mattutina, pag. 276)
Così come lo sarà poi per la figlia, anche per la madre è importante leggere, tanto da immaginarsi di aver fatto sorgere l'amore per la poesia nella piccola Ada ancor prima che nascesse.
"La divina puerilità delle fiabe con le loro avventure di paggi, di nani, di reginette, s'intrecciava a singolari spunti di vita, vissuta nel gioco ricco di meraviglie. La fantasia di Veronetta, in ispecie, vi trovava un pascolo aromatico come il fieno d'agosto al sole"
(Il denaro, in Le solitarie, pag. 88)
E' proprio con la favola, e quindi fin dall'infanzia, che Veronetta ( in cui Ada si rispecchia) acquista quella grande capacità d'immaginazione che poi le permetterà di staccarsi dalla realtà per meglio osservarla e meditarla.
"Sdraiata sul ventre, i gomiti affondati nell'erba, si gode con la voluttà di una lucertola le ore canicolari, leggendo qualcuno dei suoi libri magici".
(Stella mattutina, pag. 226)
La lettura la accompagna magicamente in tutti i momenti più intimi, più veri.
"Amava la storia e si sarebbe nutrita di poesia, giorno e notte; ma era nemica delle regole..."
(Il denaro, in Le solitarie, pag. 92)
Quando Veronetta inizia con l'andare a scuola ha il suo primo impatto con la poesia e se ne innamora; odia però le regole, soprattutto quelle della matematica, che la costringono a soffocare le sue fantasticherie.
"Ma non m'addormentavo mai la sera senza aver riletto qualche canto del Leopardi o del Foscolo; e li ripetevo spesso alle mie compagne; e, pieno come avevo il cervello di armoniose cadenze di endecasillabi; non potevo fare a meno, Dio mi perdoni, di metterne al mondo qualcuno io stessa; e di "cantarli", lì per lì, all'improvviso, quasi per gioco, che pareva mi nascessero in bocca al momento; con grande allegria delle mie amiche, anche se i versi parlavano di languori e malinconie...Poetare era per me lo stesso che danzare; quando, nella via, dinnanzi al prestino dei Miraglia, un organetto suonava mazurka o valzer..."
(La cacciatora, in Sorelle, pag. 568)
Leggere poeti e comporre poesie, è per Ada di vitale importanza: non riesce ad addormentarsi senza aver letto il Leopardi e il Foscolo e sempre nuove poesie, come per magia o per gioco, le prorompono spontaneamente e allegramente dal cuore.