|
Religione ed agire politico
UNA QUESTIONE DI "CULTURA"
Chiesa caprese e formazione
civica
La
comunità caprese e il senso del sacro
Certamente
Capri non sfugge alla crisi che in tutto l'Occidente coinvolge le "Chiese":il
progressivo sfaldarsi della comunità che
non si ritrova più intorno agli stessi valori e alle stesse espressioni,
anche religiose.
Per di
più, a Capri in particolare, non è detto che lo sviluppo
economico, indubbio in questi anni del dopo guerra, sia andato
di pari passo con la crescita della consapevolezza culturale in genere
e religiosa in particolare.
A Capri in questi ultimi anni, una restaurazione
di religiosità devozionistica e una involuzione?
Indubbiamente
il recupero di certe manifestazioni religiose di tipo tradizionale potrebbe
far pensare che si stia assistendo ad una
regressione verso forme che prediligano gli aspetti esteriori della religione
a danno della crescita interiore delle persone: si
tratta, secondo me, di una impressione errata.
Intanto
precisiamo che negli anni presi in esame, gli ultimi due decenni grosso
modo, la situazione non è stata omogenea sull'Isola:
Anacapri ha mantenuto sempre più viva l'attenzione a certe espressioni;
a Capri, per un certo periodo, si è quasi completamente
abbandonata la pratica di tali riti, come processioni, accompagnamenti
solenni di funerali ed altro simile.
Ma, se
la ripresa forte di tali ritualità può far pensare ad un
regresso verso forme inattuali di religiosità, altre considerazioni
dimostrano il contrario.
A Capri una spinta verso religiosità
nuovamente "popolare"?
No di
certo, a mio avviso.
Chi afferma
ciò ignora alcune grosse novità: non dimentichiamo che anche
a Capri si è compiuto un grosso sforzo di recupero
delle coscienze alla consapevolezza più matura della propria fede
attraverso l'adeguamento al programma che l'intera Chiesa
italiana si è dato nel motto: "Evangelizzazione e Sacramenti".
Non dimentichiamo
che in quel passato di religiosità "popolare", della quale si paventa
il ritorno incondizionato, si celebravano
sacramenti, cioé "riti" assolutamente privati, quasi come "consumo":
chi mai veniva sollecitato a prepararsi al Battesimo
dei suoi figli o alla celebrazione del proprio matrimonio o alla prima
comunione dei bambini?
Non si
può disconoscere che in questo momento anche a Capri, su tutta
l'Isola, si sta procedendo in questa direzione; si potrà
discutere sulla validità o meno di queste iniziative, sulla loro
capacità di incidenza sulle persone, ma certo non si può
dire che si stia tornando indietro.
Come mai le iniziative dei nostri ultimi
anni possono far pensare ad alcuni che si torni indietro?
Perchè
tali iniziative vengono isolate sia dal loro profondo significato, sia
da altre che, affiancandovisi,dimostrano che certamente
esiste un PROGETTO dei responsabili della Comunità cattolica
caprese.
Il profondo
significato sta nella funzione che assume il rito come "simbolo":
non possiamo mai pensare di eliminare i "simboli"
e il loro corretto uso.
Inoltre
le iniziative ci sono e come! Si è tentata l'apertura di
una Scuola permanente di SCIENZE RELIGIOSE indirizzate
proprio alla informazione e formazione religiosa degli adulti; iniziative
promozionali di volontariato mirato anche alla formazione
dei suoi membri come la "Caritas Caprese" che ha affiancato la benemerita
storia della S. Vincenzo sull'Isola.
Come mai, dunque, l'impressione negativa
che proviene da alcune parti?
Perché
il problema è ben più vasto e riguarda la comunità
caprese in generale. Risulta a qualcuno, ad esempio, che i
partiti politici abbiano tentato iniziative tese
alla formazione della coscienza civica?
Qualcuno
può dimostrare che fasce di impenditori abbiano pensato di formare
meglio i propri addetti per il futuro? Risulta, ad
esempio, che la Scuola Alberghiera, che dovrebbe essere oggetto di attenzione
particolarissima da parte dell'Associazione Albergatori
dell'Isola, sia stata mai seguita con la dovuta attenzione?
A Capri,
insomma, è la formazione in genere che viene trascurata; quella
della gioventù in particolare; ma potremmo quasi dire
che la Chiesa caprese resta l'unica istituzione che ha fatto e sta facendo
dei tentativi in tal senso.
Quando
si sarà smesso da parte di tutti di preoccuparsi solo dell'economia
settoriale, forse si scoprirà il problema che è,
dunque, di "cultura".
Vincenzo De Gregorio
(Sacerdote, insegnante
di Lettere e Maestro al Conservatorio "S. Pietro a Majella" di Napoli)
|