[Il foglietto] Organo di collegamento del

Gruppo Missionario

Parrocchia S. Croce

Salerno

Aprile 1996

Guai a coloro che il Signore troverà ad occhi asciutti.

Gustavo Gutierrez


Padre Pietro Parcelli da Roraima

Carissimi, vi invio notizie da Roraima sul nostro lavoro missionario e in particolare sull'Ospedale Hekura Yano degli Indios di Roraima che i missionari della Consolata hanno aperto nel 1994 (la Parrocchia S. Croce, grazie ai fedeli che hanno partecipato con generosità alle sue iniziative, ha contribuito con circa due milioni alla costruzione dell'ospedale).
Gli Indios Makuxi continuano la lotta per la difesa delle loro terre. Le autorità mettono tutti gli ostacoli per impedire la demarcazione. Si compongono perfino musiche popolari per diffondere l'idea che gli Indios non hanno bisogno di tante terre per vivere. Le terre degli Indios Yanomani sono sempre invase da cercatori d'oro, anche se le autorità, sempre a causa delle pressioni internazionali, stanno controllando con più efficacia.
Le malattie più diffuse in Roraima sono malaria, leishmaniose, oncocercose, epatite, tubercolosi e hanseniase. Solo nei primi mesi di quest'anno sono stati registrati 7390 casi di malaria. E dalla malaria quasi nessun missionario è sfuggito.
E proprio davanti a questa situazione che i missionari hanno deciso di costruire un ospedale per curare le malattie infettive degli Indios.
Ci sono però anche buone notizie. Gli Indios Makuxi stanno realizzando un buon lavoro nel campo della scuola. Sono riusciti ad aprire un Magistero Indigena per preparare insegnanti indios che insegnano in portoghese e nella lingua madre. E in agosto prossimo avremo i primi diplomati Indios pronti per insegnare nei villaggi Makuxi. La scuola permette agli Indios di imparare a leggere e a scrivere nella lingua madre e nella lingua nazionale e avere più forza per difendere le loro terre e i loro diritti.
Attualmente nell'Ospedale Hekura Yano abbiamo 72 ammalati. Dal 1994 ad oggi ne sono stati ricoverati 456, tutti con malattie infettive. Le attività nell'ospedale si fanno sempre più complesse ma abbiamo fiducia che la Provvidenza non ci farà mancare il necessario per realizzare questa missione. Siamo riusciti ad aprire una sala chirurgica, un gabinetto dentistico e un laboratorio di analisi. Stiamo installando un gruppo elettrogeno a causa della mancanza costante della luce pubblica. Ma non siamo riusciti ad aprire il laboratorio di Raggi X, tanto necessario per questo ospedale.
Speriamo come sempre nella vostra generosa collaborazione per poter continuare a curare questi nostri fratelli Indios e farli tornare pieni di vita alla loro casa che è la savana o la foresta.
Vi auguro una buona Pasqua e che la Consolata vi ottenga tutta la gioia del Risorto.

 

Padre Alex Zanotelli da Korogocho

Carissimi, Jambo! Tante volte ho tentato di stendere questa lettera... ma la Vita a Korogocho è stata talmente tumultuosa e serrata che... o è la Morte? Certamente è una lenta Via Crucis dei nuovi crocifissi della Storia. I poveri di Korogocho sono oggi inchiodati alla croce con oltre un miliardo di altri crocifissi... E noi siamo convocati da Dio dei diseredati a togliere questi popoli crocifissi dalla croce.
Sono interi popoli... ma sono anche individui che hanno un nome, un volto... nomi e volti che non dimenticherò mai perché mi hanno toccato dentro, mi hanno plasmato!
Il volto stupendo ma tirato di Wangoi, una ragazzina di 18 anni. Ha perso due anni fa la sorella, stroncata a 21 anni dall'AIDS, dopo una lunga Via Crucis di sofferenza indicibile.
Il volto di Njenri: «Sono sola! Non ho nessuno, nè mamma, nè fratelli, nè sorelle... Non ho mai conosciuto mio padre! Sono sola come un cane! Aiutami a morire con il sorriso sulle labbra - mi disse il giorno in cui seppe che aveva l'AIDS - come hai aiutato la Lucy Kafula a morire con il sorriso sulle labbra.» Già minata dalla malattia chiese, sul letto di sofferenza, il battesimo... e risorse a nuova vita, ritornò a sorridere e a portare la buona novella a molti ammalati di AIDS in tutto il Kenya... per quattro lunghi anni.
Volti... volti... di ragazze bruciate... di bimbi...
Kasui, una bimba di 7 anni, Kimeo un bimbo di 4 anni, figli di mamma Minoo, una splendida donna, stroncata dall'AIDS lo scorso gennaio... Questa tragedia familiare li spinse ad un gesto folle...
L'11 aprile, Kasui, tenendo stretto per mano Kimeo, si portò sul ciglio del dirupo che sovrasta il grande acquitrinio che divide Korogocho dalla discarica... Kasui tentava di trascinare nell'acqua il fratellino che però cercava di contrastare la sorellina dal compiere il folle gesto... Furono salvati da una donna che passava di lì. Ce li portò a casa... Decidemmo di chiedere alle suore di Madre Teresa se potevano accettarli... Li accompagnai di persona tenendoli per mano e scrutando quelle due creature per capirci qualcosa... Ma cosa c'è di così demoniaco a Korogocho da portare due bimbi, che si aprono alla vita, al suicidio? Non dimenticherò mai quei volti di bimbi...
E' un'esperienza esistenziale (anche Gesù deve averla sperimentata!) che ti tocca dentro, che ti rimette tutto in discussione, che mi fa chiedere: «Dio chi sei?». Le domande si stanno accavallando dentro di me. Di una cosa sono certo. Il Dio di Mosè, dei profeti, l'Abbà di Gesù non può essere il Dio dei filosofi, passivo, etereo, che non si coinvolge, che non viene toccato dalla realtà. Quel dioè morto! Quel dio è un idolo. Il Dio vivo è un Dio nomade che cammina con i diseredati della terra, che soffre con noi, con i perdenti della storia...
E allora continuiamo, a celebrare, a contemplare insieme,... camminando sulle strade dei poveri, sulle strade della vita... decisi a togliere i popoli crocifissi dalla croce, da quelle croci sulle quali noi li abbiamo posti, mossi da profonda compassione perchè abbiamo visto i volti e udito il grido delle vittime. A quando le rondini? Jambo!



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