[Il foglietto] Organo di collegamento del

Gruppo Missionario

Parrocchia S. Croce

Salerno

Ottobre 1996

Guai a coloro che il Signore troverà ad occhi asciutti.

Gustavo Gutierrez


Ad ogni comunità cristiana, a ciascun credente
di Michele Pignatale (PP.OO.MM.)

L'Ottobre missionario è il tempo propizio che ci aiuta a prendere consapevolezza di una responsabilità ricevuta col dono della fede: l'annuncio di Gesù Cristo, Signore della vita, a tutto il mondo ed ad ogni uomo.
Non è un tempo qualsiasi che ci viene proposto, ma una vera offerta di grazia, di speranza, di salvezza che qualifica tutto il resto del tempo dell'anno immergendoci nella vita e nella storia degli uomini, quella più profonda, nascosta, sofferta da cui alimentiamo la nostra fede e la nostra missione.
Ottobre, quindi, come tempo favorevole dove la nostra vita e quella delle nostra comunità sono coinvolte in un forte rinnovamento spirituale, realtà necessaria se vogliamo accogliere le voci che salgono dai bassifondi della storia e dagli abissi del mondo.
E' da queste voci che dobbiamo partire perché accada che lo Spirito rinnovi la nostra esistenza e quella delle nostre comunità. La missione soffre oggi non solo di una marginalità evidente nella vita pastorale delle nostre chiese, ma soffre anche dell'incapacità da parte di tanti operatori di lasciarsi coinvolgere dalla storia di tutti quegli uomini e donne, interi gruppi umani, tribù e popoli che faticano e lottano per la sopravvivenza, per passare da situazioni vergognose di umanità ad una vita più degna e più umana. Siamo continuamente tentati di far prevalere l'aspetto efficiente delle nostra pianificazioni; inventiamo nuove regole e strutture, studiamo nuovi organigrammi perché la nostra idea si concretizzi. Siamo talmente presi da piani, sinergie, desideri di spazi e visibilità perché ancora una volta ciecamente convinti che il tutto passa da noi a loro e soltanto se ci saremo strutturati bene, se le nostre diocesi, le nostre parrocchie potranno riuscire a soddisfare le loro esigenze di autoespansione, allora si è sulla buona strada.
Il rinnovamento spirituale passa invece dal riscoprire il bisogno di essere attenti alle voci che gridano, anche con il loro silenzio, da tutte le periferie del mondo, il desiderio di vita. E questo non necessita di strutture, regole e piani ma soltanto d i un cuore che è capace di umiltà nel riconoscere la necessità di convertirsi alla sorte dei deboli del mondo perché si compia un totale cambiamento.
In questo Ottobre missionario noi vorremmo vivere intensamente a partire dalla vita che fiorisce dalle mani, dai cuori, dalle menti dei senza nome, coltivata da coloro che sono conosciuti solo da Dio. Vogliamo partire da loro, dal rovescio della realtà, non per assumerci i loro bisogni, ma per condividerne la sorte, ricercando presenze alternative segnate dai ritmi più semplici e poveri di coloro che sono stati messi fuori dal cammino e dallo sviluppo della storia. E 'un autentico cambiamento che dobbiamo operare nel cuore, nella mente e nell'azione pastorale, passando dal trattare i poveri come utenti di progetti a soggetti cercati e pensati da Dio come compagni nel suo cercare l'alternativa all 'ingiustizia, all'oppressione, alla negazione della vita.
Vogliamo lasciarci illuminare, in questo tempo favorevole dell'Ottobre missionario, dal peso che la storia porta con sé come mistero e segreto. Più la storia è povera e semplice, lasciata ai margini e non più considerata, più il mistero è intenso.
Impegnamoci in questa umile quanto necessaria opera di rinnovamento, convinti che solo lasciando spazio alla coscienza dei semplici si aiuterà il mondo ad aprirsi all'eternità e alla vita per sempre.

 

Annuncia Cristo per far vivere il mondo
dal Sussidio per l'Ottobre Missionario

La convinzione di fondo, che si anima tutti, è che non basta ripetere la frase e farne uno slogan, perché a lungo andare può suonare a vuoto, sembrare astratta ed essere quindi controproducente. E' importante puntare a far cogliere le sue motivazioni.
Il fulcro dovrebbe, quindi, essere: perché annunciare Cristo fa vivere il mondo? In che modo?
Per cogliere le aspirazioni e il bisogno di vita del nostro mondo, è opportuno richiamare gli scenari di morte presenti nella nostra realtà . Oltre le situazioni personali e familiari e tutte le altra espressioni di morte e di attentati alla vita, ben note all'esperienza di tutti, possiamo richiamare tre grossi cambiamenti a livello mondiale avvenuti dopo la caduta del bipolarismo:

Prima di parlare di ciò che l'annuncio di Cristo opera per far vivere il mondo, è opportuno richiamare quanto già è in azione, nel nostro mondo, come fattore di vita. Anche se non è visibile un rapporto diretto, il credente sa che tutte queste forme di vita sono la risultante della cooperazione tra l'opera, nascosta ma reale, dello Spirito del Signore risorto, in azione in ogni cuore e in ogni cammino umano, e l'opera, faticosa e perseverante, di precise persone e gruppi umani.
Nessun cristiano può esimersi dal legare il proprio giudizio all'analisi rigorosa dei rapporti politici e delle trasformazioni economiche e sociali: è un compito per il quale anche i cristiani devono partecipare alla comune fatica della ricerca delle soluzioni storicamente possibili. La fede non esime dalla ragione e non estranea i cristiani dal concreto contesto in cui sono chiamati ad operare le loro scelte e i loro impegni senza avere particolari garanzie in tasca.
Il quadro presentato sopra è negativo, ma è importante sottolineare un aspetto positivo: non solo la guerra è alla portata di tutti, ma anche la pace e ciò che può costruirla sono diventati maggiormente nelle possibilità di tutti. Come abbiamo richiamato i principali fattori di morte in azione nel nostro mondo, ora ricordiamo i tanti impegni di vita. Richiamo due gruppi di impegno in atto, tra quelli accessibili a tutti:

A questo mondo cosa può dare l'annuncio di Cristo? In che modo questo annuncio può farlo vivere?



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