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Organo
di collegamento del Gruppo Missionario
Parrocchia S. Croce
Salerno
Ottobre 1997 |
Guai a coloro che il
Signore troverà ad occhi asciutti.
Gustavo Gutierrez |
Ricominciamo
di Vincenzo Agosti
Quando ero bambino il primo ottobre era una giornata speciale: dopo tre
mesi di vacanza si tornava sui banchi di scuola. Ricordo che la malinconia del ricordo
dellestate appena trascorsa si mescolava alleccitazione per la nuova avventura
che stava per cominciare.
Anche per noi del Gruppo Missionario ottobre è un mese speciale: è
il mese che la Chiesa Cattolica dedica alle Missioni. E il mese in cui, dopo il
torpore estivo, ci risvegliamo per riprendere, con nuovo vigore, le nostre attività.
Come primo obiettivo ci siamo posti quello di una migliore e più
chiara comunicazione con i fedeli della parrocchia, e non solo. Avremo a disposizione una
bacheca allingresso della chiesa dove troverete notizie ed informazioni sul nostro
gruppo e sulle nostre iniziative. Cambia veste grafica anche Il Foglietto, il nostro organo di collegamento, e vi
saranno ulteriori novità che vi comunicheremo durante lanno, come il Cineforum.
Entro fine mese saremo, comè di moda al giorno doggi,
anche su Internet con un sito tutto dedicato al nostro gruppo. E gia disponibile
lE-mail per comunicare con noi. Inoltre, come lanno scorso, a cadenza mensile
ci sarà un incontro aperto a tutti con un padre saveriano, che curerà la formazione del
Gruppo.
Soprattutto non abbandoneremo la linea tenuta allinterno del
Consiglio Pastorale, che ci vede impegnati in prima linea per lunità pastorale
della parrocchia e per laffermazione del principio "Le cose che riguardano
tutti, da tutti devono essere decise".
Ma la nostra speranza e che prima di tutto cambiamo noi come persone,
squarciando il nostro guscio fatto di egoismo e mediocrità, abbandonando le nostre
certezze piccolo-borghesi, facendoci interrogare dai poveri del Sud del Mondo e non solo,
per meglio entrare in comunione con loro e con nostro Padre.
Auguri, quindi, e buon Ottobre Missionario a tutti!
Il fascino discreto della noncuranza
di Rosario De Chiara
Dopo molti anni passati in gruppi parrocchiali, vi assicuro che mi è
capitato di vedere di tutto. Ma negli ultimi tempi, a causa dei fatti accaduti, la
meraviglia ha lasciato il posto allo stupore: sono attonito, basito.
Il più totale caos regna a Santa Croce: disorganizzazione,
disinteresse e soprattutto un totale ed appiccicoso menefreghismo.
Gruppi parrocchiali si formano e si sformano, si allargano, occupano,
urlano, sporcano, e si sciolgono. Richieste di soldi dall'altare per fantomatici
"giovani della parrocchia". Porte sfondate, armadi forzati, sporcizia un po'
dovunque e non solo nelle coscienze di chi non fa niente per evitare tutto ciò.
Quello che, chi si trova per caso a Santa Croce rischia di vedere, è
un vero e proprio teatrino, anche in piena funzione religiosa: urla e sboccataggini,
dibattiti più o meno accesi, risatine ed ammiccamenti. Ed i fedeli che si trasformano
sempre più spesso in spettatori.
Un senso di sbalordimento è quello che mi assale quando loschi
individui a piedi nudi, come nelle migliori tradizioni balneari, innaffiano le aiuole con
potenti getti d'acqua da una parte all'altra del marciapiede antistante la chiesa.
Un senso di smarrimento è quello che mi assale quando partecipo a
quello che viene chiamato Consiglio Pastorale (unassemblea che si riunisce con
cadenza mensile presieduta dal parroco a cui partecipano sia i rappresentanti dei gruppi
che singoli fedeli, e che dovrebbe tracciare le linee guida delle attività pastorali
della parrocchia), fondamentale organo della parrocchia, ormai del tutto delegittimato.
Rassegnazione mi prende quando vedo la commissione sorta per
risolvere i problemi legati al Centro Sociale della parrocchia prendere decisioni che
puntualmente vengono disattese da coloro che hanno la responsabilità di attuarle.
Ma guardiamo al futuro, il senso di questo articolo non è quello di
una inutile serie di condanne più o meno velate, ne tanto meno la solita lista delle cose
che non vanno. Il senso dell'articolo è il seguente: la Chiesa, come comunità, come
parrocchia, siamo noi o, se preferite, Noi Siamo Chiesa!
Siamo noi dei gruppi che passano il tempo a parlare di sottili
questioni teologiche, mentre decine di ragazzini passano il tempo sulle panchine a pochi
metri dalla chiesa senza nemmeno essere avvicinati da qualcuno che gli propone qualcosa di
innovativo (indovinate un po' cosa...).
Chiesa siamo noi che trascorriamo ore alla TV che ci lobotomizza a
botta di speciali su Diana (massimo rispetto, ma quando è troppo....), e che diventiamo
sempre più insensibili a quello che avviene nella vita reale, fuori dalla televisione.
Chiesa siamo anche noi quando, presi dai morsi della coscienza,
prendiamo la tesserina dell'adozione a distanza e poi dimentichiamo per mesi di versare la
quota (nonostante gli avvisi).
E parte della Chiesa anche l'autore di questo articolo che
confonde la tastiera del computer per una barricata, ed invece di prendere una posizione
preferisce "giocare a fare il giornalista".
E se tutto questo e molto di più è la Chiesa, allora probabilmente
anche questo articolo cadrà nel nulla, come altri che abbiamo pubblicato.
E così, invece di smuovere un po' di fango che ci chiude gli occhi,
hanno sporcato, appallottolati, i marciapiedi.
Parigi val bene un Nescafè
della Redazione di Nigrizia
Mentre Giovanni Paolo II indicava ai giovani riuniti a Parigi per la
XII Giornata della gioventù (18-24 agosto) la strada di un impegno cristiano tutt'altro
che confortevole e conformista, gli organizzatori del viaggio in treno dall'Italia -
l'Opera Romana Pellegrinaggi e il settimanale dei Paolini Famiglia Cristiana - hanno
pensato bene di coinvolgere uno sponsor, la Nestlè, la cui eticità è quanto meno in
discussione.
Lo rileva Nigrizia, la rivista dei missionari comboniani, che ha
raccolto le proteste di alcuni dei giovani in viaggio verso Parigi. Quando questi hanno
visto che la colazione servita in treno, la mattina del 18 agosto, era offerta dalla
Nestlè, sono trasecolati e si sono chiesti: ma la Nestlè non è per caso quella
multinazionale svizzera, leader mondiale nel settore agroalimentare, contro la quale è in
atto un boicottaggio internazionale e nazionale perché, allo scopo di piazzare il proprio
latte in polvere per neonati nei paesi del sud del mondo, attua un marketing
irresponsabile, violando il codice internazionale redatto da Unicef e Organizzazione
mondiale della sanità? Non è forse quell'azienda che con campioni gratuiti, con
promozioni rivolte al personale medico, con pubblicità negli ospedali fa credere alle
madri dei paesi poveri che con il latte in polvere in bambino cresce meglio che con
l'allattamento al seno, mentre è provato che - a causa delle cattive condizioni igieniche
dell'acqua e/o dell'eccessiva diluizione del prodotto, troppo caro per la maggior parte
delle tasche - l'allattamento artificiale causa tante morti precoci?
Ci sono rimasti male, i giovani, hanno rifiutato la colazione
sponsorizzata e, una volta di ritorno da Parigi, hanno raccontato la loro amarezza agli
amici in parrocchia. Nigrizia ricorda che la Rete italiana boicottaggio Nestlè è attiva
dal novembre del 1994 e raccoglie firme, organizza convegni, chiede confronti pubblici con
la multinazionale, rilascia interviste in genere raccolte dalla cosiddetta stampa
"minore". D'accordo che la "grande" stampa e le televisioni, troppo
sensibili al richiamo della pubblicità (la Nestlè controlla tra gli altri questi marchi:
Acqua Vera, Motta, Alemagna, Buitoni, Perugina, Sasso, Friskies, Orzoro, Maggi, Locatelli,
San Pellegrino, Recoaro, Valle degli orti, Surgela, Nesquik, Nescafè e naturalmente il
latte in polvere Nidina) non hanno mai parlato del boicottaggio. Ci si sarebbe tuttavia
aspettato che due realtà cattoliche come l'Opera Romana Pellegrinaggi e Famiglia
Cristiana (che peraltro ha pubblicato pochi mesi fa un articolo sul boicottaggio) fossero
particolarmente attente a temi di questa natura. Anche perché le ragioni del boicottaggio
alla Nestlè, fino a prova contraria, sono tutt'altro che campate in aria. Dunque perché
avvalersi di uno sponsor del genere?
Consumatori, Produttori e Commercio Mondiale
7 e 8 Ottobre 1997
Salerno, Salone de Marmi, Palazzo di Città
La crescita del commercio internazionale è uno dei fattori che
influenza più direttamente sia le economie del Nord, ponendo nuovi vincoli di
competitività, sia quelle del Sud, spinte a produrre per lesportazione anziché per
i bisogni interni. LOrganizzazione Mondiale per il Commercio (Omc), costituita di
recente e controllata dai paesi più ricchi, sta premendo ovunque per lintroduzione
di politiche di liberalizzazione dei mercati.
Quali sono i benefici e i costi del commercio mondiale e di queste
politiche? In che modo lOmc può essere democratizzato e chiamato a rendere conto
delle conseguenze del suo operato? Al di fuori dei meccanismi di mercato sono cresciute in
questi anni le esperienze di consumo critico, di
commercio alternativo, di finanza etica fondate sui principi della solidarietà. Quali
prospettive hanno queste esperienze? E possibile costruire alleanze tra produttori
del Sud e consumatori del Nord per rendere più equo il commercio, la produzione, il
consumo e la finanza delleconomia globale? E come si può spingere al cambiamento
degli stili di vita e di consumo?
Domenica 12 Ottobre 1997
Marcia per la Pace:
Per unEconomia di Giustizia
L'economia mondiale sta diventando sempre più ingiusta e
insostenibile: uccide più delle bombe, semina guerre e tensioni, alimenta la povertà, la
disoccupazione e l'esclusione sociale.
L'abisso che separa una minoranza ricca e la maggioranza impoverita
dell'umanità sta diventando sempre più profondo.
Noi popoli delle Nazioni Unite preoccupati per la colpevole
indifferenza che continua a circondare questa realtà e per l'assenza di adeguate
politiche nazionali e internazionali capaci di affrontare le radici di tanta sofferenza e
miseria, abbiamo deciso di dare vita, il 12 ottobre 1997, alla marcia Perugia-Assisi.
Per informazioni, su entrambi gli eventi, rivolgersi al Gruppo
Missionario
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