![]() |
Organo
di collegamento del Gruppo Missionario Parrocchia S. Croce Salerno Ottobre 1998 |
Guai a coloro che il
Signore troverà ad occhi asciutti.
|
Il giudice e la vedova
di Vincenzo Agosti
Domenica 18 ottobre 1998, Giornata Missionaria Mondiale. Con il Gruppo animiamo la S. Messa. Il Vangelo di oggi ci presenta la parabola del giudice e della vedova che chiede gli sia fatta giustizia contro il suo avversario. Una parabola che vuole illustrare quale deve essere il nostro rapporto con la Preghiera, con quale costanza dobbiamo impegnarci nel colloquiare con Abbà, il nostro Papi, che non sarà sordo alle nostre richieste. Una parabola come tante altre, che sempre più spesso non scalfiscono minimamente la nostra coscienza e non mutano assolutamente i nostri comportamenti. Una Parola di Dio sempre meno studiata, ascoltata e nei confronti della quale sempre meno verifichiamo la nostra esistenza. Una Parola al vento!
Eppure oggi è accaduto qualcosa di straordinario, un qualcosa che ti fa prendere coscienza del fatto che non solo Dio esiste, ma che, quando il suo popolo lo invoca, è pronto ad accogliere le sue richieste, soprattutto dei suoi figli più piccoli e deboli. Il popolo cileno, i martoriati popoli latinoamericani e tutti gli amanti della giustizia e della pace sono stati ascoltati ed hanno visto le loro preghiere esaudite: il generale Pinochet, colui che guidò, con laiuto della CIA, il colpo di stato che nel settembre del 1973 soffocò nel sangue la voglia di giustizia e di libertà del popolo cileno, il responsabile morale della morte di Salvador Allende, di Victor Yara, di Violetta Parra e di migliaia di giovani cileni e non, probabilmente sarà processato a venticinque anni di distanza da quei fatti per genocidio dalla giustizia spagnola. Venticinque anni: tanto hanno dovuto attendere, e forse attenderanno ancora, le famiglie dei desaparecidos, i tanti cileni che hanno dovuto abbandonare la propria terra per non venire uccisi, tutti coloro che in ogni parte del mondo hanno subito la repressione dei regimi militari, finanziati dagli Stati Uniti, solo perché chiedevano maggiore equità sociale, perché chiedevano Giustizia. Venticinque anni sono tanti, sono sufficienti a far dimenticare.
Tante cose sono successe da allora: il Muro di Berlino è crollato, la maggioranza delle giunte militari hanno lasciato il posto a pseudodemocrazie elettorali che alla dittatura delle armi hanno sostituito quella del denaro e delle multinazionali. Qui in Italia ne sono bastati molti di meno per dimenticare Tangentopoli, la morte di Falcone e Borsellino, la strage di Ustica, la vicenda Gladio. Eppure i cileni non hanno dimenticato, nel bene o nel male. Non ha dimenticato la moglie di Salvador Allende, presidente democraticamente eletto che si è difeso fino allultimo, con un fucile in mano, mentre il palazzo presidenziale veniva bombardato dallaviazione golpista. Intervistata ha affermato: "Nessuna vendetta, ma Giustizia".
E il Signore questo ce lo doveva, lo doveva ai suoi figli latinoamericani, anche perché molti massacri a danno dei più poveri e degli innocenti sono stati spesso perpetrati in Suo nome. Era per difendere il Cile cristiano e capitalista che migliaia di persone sono state uccise, fatte scomparire, torturate, violentate, esiliate, ridotte a larve umane, distrutte nel fisico e nella psiche. Almeno questa era la scusa ufficiale. Sappiamo benissimo che un Pater, Ave et Gloria valgono infinitamente meno delle miniere di rame dopo il golpe svendute alla ITT, multinazionale nordamericana che ha di fatto finanziato loperazione, degli enormi latifondi lasciati incolti pur di non renderli accessibili ai contadini, dei privilegi di cui la gerarchia della Chiesa Cattolica ha goduto, gode e probabilmente ancora godrà in futuro. E sono proprio coloro che hanno tratto beneficio dalla dittatura militare, si sono ingrassati alle spalle del popolo cileno, i latifondisti, la gerarchia militare, i politici che ancora non sono riusciti a fare i conti con il proprio passato, che hanno manifestato in segno di protesta davanti le Ambasciate di Spagna e Inghilterra e in Parlamento, chiedendo la liberazione del loro "abuelito", il loro nonnino. Probabilmente neanche loro hanno dimenticato.
Certo larresto non corrisponde ad una condanna e chissà se ci sarà mai un processo. Inoltre Pinochet è solo un simbolo: ancora molti carnefici sono in libera circolazione, qualcuno è ancora al potere. Forse il vecchio generale era divenuto scomodo anche per gli stessi Stati Uniti, che negli ultimi anni stanno "scaricando" molti suoi colleghi: vedi Noriega a Panama che da uomo della CIA era allimprovviso divenuto un pericoloso narcotrafficante, tale da giustificare un intervento dei Marines; vedi i golpisti di Haiti che rovesciarono il governo democratico di Aristide appoggiati dagli USA, contro cui, qualche hanno più tardi, gli stessi Stati Uniti organizzarono una forza multinazionale sotto legida dellONU per costringerli a lasciare il paese; vedi il caso del dittatore indonesiano Suharto, non più funzionale agli interessi economici nordamericani e inutile baluardo delloccidente contro la scomparsa minaccia comunista, costretto a dimettersi dopo decine di anni di feroce e sanguinaria dittature proprio dallintervento degli Stati Uniti.
Ma al momento mi godo quella sensazione di gioia che mi ha pervaso al momento in cui ho appreso la notizia e vado a dormire con la certezza che il Signore interviene nella storia delluomo e lo accompagna nel suo cammino.
"Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati"
Ritorno all'indice