Nel 1923 l'Istituto di Studi Superiori Fiorentino, che dalla seconda metà dell'ottocento
riuniva ciò che di cattedre e facoltà rimaneva dell'antico Studio, soppresso per
ragione politiche da Cosimo I, ridiventò Università a pieno titolo. Nel 1926, ad opera di
Ideale del Carpio (poi professore di medicina legale a Messina), Gino Beraudi,
ed Ernesto Brunori (poi avvocato del Foro fiorentino), fu fondato il
COMMENDEVOLISSIMO ORDINE GOLIARDICO di SAN SALVI.
Versao gli anni il Fascismo, che mal tollerava le associazioni che non riusciva a
controllare, impose lo scioglimento del Commendevolissimo Ordine, che si mise 'in sonno'
affidando le insegne e il gonfalone al custode del Rettorato.
Nel 1947, dopo il successo strepitoso della prima Festa delle Matricole del dopoguerra,
i goliardi che l'avevano organizzata, informati dal custode del Rettorato, ripresero le
insegne dell'Ordine e le fecero rivivere, mettendosi successivamente in contatto con i
fondatori, che benedirono questa reviviscenza.
I primi anni del rinato ordine di San Salvi furono dominati dalla carismatica figura di
Alvaro Vannini detto l'Ape Regina, primo Gran Maestro della nuova edizione del
Commendevolissimo Ordine e co-fondatore, insieme a Mario Matassi , dell'O.R.U.F.
(Organismo Rappresentativo Universitario Fiorentino), primo organismo rappresentativo
gegli studenti dell'Università fiorentina, nonché di una forza laicista e di sinistra,
l'Associazione Goliardica Fiorentina, non ufficialmente affiliata ai partiti. Vannini
fece la pioggia e il bel tempo in seno all'Ordine, talché i suoi immediati successori
non furono, in realtà, che suoi luogotenenti. Nel frattempo fu aggiunto agli appellativi
dell'Ordine quello di "Sovrano, che tendeva a sottolineare sia il fatto che l'Ordine
rappresentava la Goliardia a livello di Ateneo, sia la dominazione del medesimo su tutta
la Goliardia fiorentina, e fonte di legittimità delle sue istituzioni: la Goliardia
fiorentina, infatti, durante gli anni 50 si stava organizzando a livello di facoltà in
vari Ordini, l'istituzione e gli statuti dei quali venivano di volta in volta approvati
dal Sovrano e Commendevolissimo Ordine. Come unica eccezione a questa organizzazione
per singole facoltà va ricordato l'Erotico e Cencioso Ordine del Chiavaccio che,
istituito con l'approvazione dell'Ordine Sovrano, raccoglieva i goliardi di Prato
indipendentemente dalla facoltà di appartenenza.
Il dominio di Alvaro Vannini sull'Ordine si attenuò moltissimo con la nomina a Gran
Maestro di Vincenzo Gagliano, altro personaggio carismatico. Costui il 15 maggio 1958
promulgò la prima costituzione sritta di San Salvi. Il Commendevolissimo Ordine continuava,
intanto, la sua marcia trionfale, gremito di goliardi e al culmine della Goliardia fiorentina,
peraltro eccessivamente condizionato da una politica laicista e di sinistra che lo poneva,
a volte, come protagonista dei giochi politici dell'ORUF, e pertanto in urto con alcuni
Ordini di facoltà fiorentini. Il contrasto vi fu soprattutto con il Placido Ordine della
Vacca Stupefatta di Giurisprudenza (anch'esso istituito con l'approvazione di San Salvi) i
cui fondatori militavano nello schieramento politico opposto, dal quale, peraltro, erano
meno condizionati di quanto non lo fossero quelli di San Salvi.
Fu nel 1964, quando il Commendevolissimo Ordine era al culmine della sua potenza e
prestigio, che iniziò la crisi. Si era costituito in San Salvi un fortissimo gruppo del
Bargello, con a capo il Gran Priore, e poi Luogotenente, Fabio Mondaini, goliardo carismatico
affatto estraneo alla politica, e perciò inviso al potente Cesare Micheli, Luogotewnente e
poi Coadiutore del Gran Maestro, e ad altri esponenti di San Salvi. Quando si trattò di
scegliere il successore, il Gran Maestro Paolo Bernabei detto Barabba, politicamente impegnato
a sinistra, ma conscio del valore goliardico di Fabio Mondaini, delegò alla Serenissima Tavola
dei Pari la scelta del nuovo Gran Maestro, presentando, insieme al Mondaini, Sandro Liberali,
Protospatario dell'Ordine della Lira di Economia e Commercio.
Il 14 febbraio 1964 i Pari scelsero quest'ultimo, su raccomandazione di Mario Matassi, che
avendolo avuto come allievo all'Istituto per Ragionieri, lo aveva definito "un bravo ragazzo".
Il bravo ragazzo, figura incolore, poco sicuro di sé, primo Gran Maestro a non aver compiuto
studi classici, alienò ulteriormente il Mondaini, già molto deluso per non essere stato scelto
come Gran Maestro, che si separò da San Salvi e creò la Res Publica Goliardica Florentina, in
cui confluirono gli elementi più validi del Bargello, e cioè dello stesso Commendevolissimo
Ordine, che fu ridotto, per la prima volta, ad una manciata di Goliardi. Il Liberali, data la
sua scarsissima incisività, non resse all'urto "a volte anche teppistico" della Res Publica,
e fu costretto dalla Tavola dei Pari ad abdicare il 26 novembre 1965.
La Serenissima Tavola, per arginare l'alluvione Res Publica, il 12 dicembre scelse come
successore un altro esponente della Lira dotato di carisma, nella persona dello Spatario
Paolo Lombardi, il quale mise subito a segno un colpo basso contro la stessa Res Publica,
allorquanto ne cassò publicamente gli esponenti, e fece riempire la loro sede del ben noto
prodotto raccolto dalla ditta Covi. Lo stesso Lombardi si distinse, insieme agli altri goliardi
fiorentini (fra cui Franco Bellizzi del PODVS), per l'impegno con cui contribuirono a salvare
Firenze dai postumi dell'alluvione del 4 novembre 1966. La vita dell'Ordine sembrava riprendersi
quando, di fronte ad una pesante pressione politica del Vannini e dell'Arcicancelliere
L.V. Pansolli, il Gran Maestro Lombardi, apolitico ma certamente non di sinistra, decise
di rompere i ponti con la Tavola dei Pari. Gli eventi che seguono sono adombrati nell'ultima
parte del famoso "Libretto Verde", non sempre attendibile in quanto compilato
all'epoca (1971) con criteri "politici".
Il 10 aprile 1967 il Gran Maestro Lombardi abdicò a favore del Gran Priore Eugenio Biscardi
detto il Pipa. Questi la settimana dopo, il 17 aprile, partì per il servizio militare,
lasciando una reggienza. I Pari (e segnatamente Vannini e Pansolli) il 20 maggio 1967,
interpretando in maniera assolutamente errata ed arbitraria un articolo dello Statuto,
dichiararono vacante il seggio magistrale di San Salvi, e nominarono Gran Maestro Vittorio
Panducci (già cassato dal Lombardi). Il Gran Maestro Biscardi rispose il 15 giugno 1967
sospendendo dalle loro funzioni tutti i Pari, nessuno escluso. Medio tempore, il reggente
Giuseppe Cruciani si recò dal Gran Maestro chiedendo di dargli la collana magistrale, per
dare più prestigio alla sua funzione. Il Gran Maestro incautamente aderì a questa richiesta,
e il Cruciani, tornato a Firenze, si spacciava per Gran Maestro. In seguito la Serenissima
Tavola, visto che il Panducci non era riuscito a sfondare con quanto rimaneva dell'Ordine,
lo liquidò rapidamente, costringendolo ad abdicare a favore del Vannini, il quale
subito dopo si avvicinò al Cruciani investendolo del magistero.
Nel 1968 scoppiò la famosa contestazione studentesca, alla quale aderì anche il Cruciani, che
non riusciva a ricostituire l'Ordine, ormai ridotto a pochissimi individui, e pertanto propose
ai Pari di chiuderlo, con il pretesto che la vera Goliardia era morta, e quella che si spacciava
per tale era "fascista". Al riguardo, la Tavola si riunì il 30.11.68 a casa di Aldo Borghi, e
decretò la fine dell'Ordine di San Salvi, adottando la motivazione del Cruciani. Questo è il
punto di svolta: la quasi totalità dei Pari, affascinata dalla contestazione, proclamò che la
Goliardia era morta, e si ritirò dalla scena (preludio della scissione della Tavola in due gruppi).
Unico Pari che rifiutò di calarsi le brache e non accettò questo verdetto fu Neri Capponi, il quale
si riservò ogni libertà d'azione. Era infatti iniziata una rivolta fra i goliardi fiorentini, capeggiata
da Fabio Massimo Favelli, uomo dotato di forte personalità, contro l'arbitraria chiusura di San Salvi.
Capponi e Biscardi si avvicinarono al Favelli il quale, il 3 aprile 1969, si autoproclamò Gran Maestro.
Al Favelli, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione, va pertanto riconosciuto il merito di
aver salvato, con l'Ordine, il perno della Goliardia fiorentina. Fu così che il 30 gennaio 1970, nella
sala degli specchi di Villa Favard, Gilberto Baldazzi riceveva solennemente da Fabio Favelli le insegne
del suo grado, e da Eugenio Biscardi la collana magistrale.
Con Baldazzi, personalità carismatica, l'Ordine entra in un nuovo, ma purtroppo breve,
periodo di splendore. Mentre la Serenissima Tavola, essendo stati dichiarati decaduti i
Pari che ve ne si erano autoestromessi nel 1969, si ricostituiva intorno a Neri Capponi,
il Gran Maestro, avvalendosi del potere di unico costituente attribuitogli dallo Statuto
Gagliano, il 10 settembre 1970, durante la festa di San Salvi, emanò un nuovo Statuto.
Tale nuovo Statuto associava al potere costituente magistrale sia la Serenissima Tavola
sia il Consiglio dei Priori, rafforzava i poteri della Tavola nei confronti del Gran Maestro,
ed attribuiva una qualche funzione istituzionale ai capi degli Ordini minori riconosciuti
che fossero Commendatori del Ruolo Ordinario del Commendevolissimo Ordine. Il Magistero
Baldazzi rimane famoso anche per la spedizione a Santiago de Compostela, ospite della Tuna,
ove al Gran Maestro, ricevuto come un capo di Stato nella celebre cattedrale,
furono attribuiti onori quasi regali.
A Gilberto Baldazzi successe nel 1971 Francesco Ruocco, già Princeps Prior della R.P.G.F.,
sancendo così la riconciliazione fra i due Ordini. Al Ruocco seguì Luca Bressan, il quale
ruppe con la Serenissima Tavola, da cui fu deposto, e finalmente cassato dall'Ordine. Per
rimediare a questa situazione ì, la Tavola affidò l'Ordine a Duccio de Ricco, già Gran
Maestro del Sacro e Privato Ordine del Cilindro; ma neppure questa soluzione ebbe successo,
e l'Ordine si riprese solo nel 1978, quando venne nominato Gran Maestro Armando Niccolai,
goliardo dotato di forte personalità proveniente dal P.O.D.V.S. che riuscì a riportare
nell'Ordine tutti coloro che ne erano usciti per seguire il Bressan
(il quale, nel frattempo, era sparito di circolazione).
Dopo il Niccolai (fra i cui meriti possiamo ricordare quello di aver riportato la festa
di inagurazione dell'Anno Accademico nei prestigiosi locali del Circolo Borghese) l'Ordine
fu affidato ad Alberto Marsili, sotto il cui magisterio nel 1980 San Salvi, insieme alla
Vacca, retta da Gabriele Melani, rappresentò un'Operetta in teatro (il Puccini) dopo moltissimi
anni. Sempre negli anni 80 seguirono i Gran Maestri Angelo Miceli, poi Luca Ferrucci, ed una
luogotenenza di Marco Galeotti. Successivamente si insediarono sullo scranno granmagistrale
Fabio Faggi, Niccolò Capponi (che fu Gran Maestro per ben trenta minuti), Claudio Conti,
Mauro Martinelli detto Martino, e Filippo Bernocchi, già Gonfaloriere del Chiavaccio.
Nessuno di costoro riuscì a far decollare San Salvi, per una serie di motivi: l'onda lunga
della contestazione sessantottina; l'emergere dell'Università di massa, in cui goliardia ed
iscrizione all'Università cessavano di coincidere. Inoltre, mentre gli Ordini di Facoltà
potevano contare su un retroterra nel quale fare proseliti (le facoltà), l'Ordine
Sovrano non poteva contare su tali inesauribili fonti di reclutamento, e doveva
pertanto vivacchiare con pochi adepti.
Tale stato di cose terminò nel 1990, quando la Serenissima Tavola decise di affidare
l'Ordine ad un uomo matutro con molto tempo e grande entusiasmo a disposizione,
essendosi potutoi constatare che un giovane, per quanto dotato, non era in grado di
gestire la situazione. Fu per questo motivo che la Luogotenenza prima ed il Magistero
poi vennero affidati a Vanni Righini detto Manolo, goliardo carismatico e di antica data,
che con lo strepitoso successo dell'Operetta, scritta a quattro mani con Edoardo Adacher
e rappresentata al Teatro 'Variety' con la collaborazione di tutti gli Ordini fiorentini,
rilanciò San Salvi su una nuova strada di splendore e di successo.
Il periodo favorevole proseguì col successivo Magistero di Michele Giglio detto il Giglio,
già Gran Manico del Laborioso ed Agreste Ordine della Zappa, il quale riuscì, grazie al
fattivo impegno del Luogotenente Jacopo Massaro, nell'impresa di organizzare la Festa delle
Matricole, riportata a Firenze nell'aprile del 1995 dopo ben 23 anni di assenza, ancora
una volta grazie al contributo di tutti gli Ordini fiorentini.
Questi straordinari successi furono coronati il 20 ottobre 1995 con la nomina da parte
del Gran Maestro e della Serenissima Tavola del Gran Maestro Bernardo Rossi detto il Puro,
già Gran Piombo del Fecondo e Calcinoso Ordine della Cazzuola, e protagonista della trasferta
a Santiago de Compostela, in occasione dei festeggiamenti per il V centenario di fondazione
della locale Università.
Ad egli successe Lorenzo Strazzulla a cui tocco il compito
di confrontarsi
con la risorta vecchia Tavola dei Dispari, che ha nominato, in contapposizione
a lui, un proprio Gran Maestro, ufficializzandolo con la consegna
della Collana Magistrale originale della rifondazione di San Salvi,
quella del 1947, di legno appartenuta al Vannini.
Dopo questa breve parentesi, finita in una bolla di sapone,
l'avventura della Goliardia fiorentina ha ripreso il suo corso,
ma Noi Tambloid Gran Maestro Telematico andiamo in culo a tutti quanti.!!!!!!!!