Gli Yoga sutra (discorsi sullo yoga) di Patanjali si dividono in 4 sezioni:
1. Ora (si procederà a) un'esposizione dello yoga.
2. Lo yoga è l'annullamento delle modificazioni della mente [citta-vrtti-nirodhah].
3. Allora il veggente [drastuh] è fondato nella sua natura essenziale e fondamentale.
4. Negli altri stati vi è assimilazione alle modificazioni.
5. Le vrtti (modificazioni mentali) sono di cinque tipi dolorose o non dolorose.
6. Pramana (retta conoscenza), viparyaya (conoscenza erronea), vikalpa, (fantasia), nidra, smrtih (memoria).
7. I fatti della retta conoscenza [pramanani] (si basano) sull'evidenza dei sensi, sull'inferenza o sulla testimonianza.
8. La falsa conoscenza [viparyaya] è una concezione falsa di una cosa la cui forma reale non corrisponde a tale concezione erronea.
9. Vikalpa è un'immagine evocata dalle parole senza possedere dietro di sé alcuna sostanza.
10. Nidra è quella vrtti che si fonda sull'assenza, in essa di qualsiasi contenuto.
11. Smrtih consiste nel non lasciar andare un oggetto sperimentato.
12. Nirodhah (la soppressione delle modificazioni) (si ottiene) mediante abhyasa (l'esercizio costante) e vairagya (il non-attaccamento).
13. Abhyasa è lo sforzo di essere fermamente fondati (in quello stato di citta-vrtti-nirodhah).
14. Che diviene fermamente fondato quando lo si persegue per lungo tempo, senza interruzione e con zelo.
15. Vairagya è la consapevolezza della padronanza perfetta (dei desideri) di colui che ha cessato di anelare agli oggetti visibili o non visibili.
16. Quello è il vairagya supremo, nel quale, per la consapevolezza del purusa (vero io), vi è cessazione anche del minimo desiderio dei guna.
17. Il samprajñatah (samadhi con prajña o coscienza) è quello cui si accompagnano il ragionamento, la riflessione, la beatitudine e senso del puro essere.
18. L'altro (a samprajñatah samadhi) è l'impressione residua che resta nella mente quando cade il pratyaya (contenuto della mente) preceduto da abhyasa.
19. Di coloro che sono videha (disincarnati) e prakrtilaya (assorbiti nella prakrti o fonte originale del mondo materiale) alcuni lo sono per nascita.
20. Per gli altri è preceduto dalla fede, dall'energia [virya], dalla memoria [smrti] e dall'intelligenza superiore necessari per il samadhi.
21. Vicinissimo a coloro il cui desiderio è fortemente intenso.
22. Un'altra differenziazione è data anche dall'essere lieve, media o intensa (la natura dei mezzi impiegati).
23. Oppure dall'abbandono all'Isvara.
24. L'Isvara è un purusa particolare, non toccato dalle afflizioni della vita [klesa], né dalle azioni [karma] e dai risultati ed impressioni prodotti da tali azioni.
25. In lui è il limite supremo dell'onniscienza.
26. Non essendo condizionato dal tempo egli è il maestro persino degli antichi.
27. (Il termine) che lo designa è OM.
28. La sua ripetizione costante e la meditazione sul suo significato.
29. Da ciò (derivano) la scomparsa degli ostacoli e il volgersi della coscienza verso l'interno [pratyak cetana].
30. Malattia, apatia, dubbio, negligenza, indolenza, inclinazioni mondane, illusione, non-attingimento di uno stato, instabilità, determinano la distrazione [viksepa] della mente e costituiscono gli ostacoli.
31. Dolore [duhkha], disperazione, nervosismo e respiro difficile sono i sintomi di una condizione distratta della mente [viksepa].
32. Per rimuovere tali ostacoli (occorre) applicarsi intensamente su un'unica verità.
33. La mente si rischiara coltivando gli atteggiamenti dell'amicizia, della compassione [karuna], della lietezza e dell'indifferenza rispettivamente nei riguardi della felicità, della miseria della virtù e del vizio.
34. Oppure mediante l'emissione e la ritenzione del respiro.
35. Anche l'entrata in attività dei sensi superiori è utile per determinare la stabilità della mente.
36. Oppure (mediante) (stati interiormente sperimentati come) sereni o luminosi.
37. Oppure la mente che si fissa su coloro che sono liberi dall'attaccamento.
38. Oppure la conoscenza derivante dai sogni o dal sonno senza sogni [nidra].
39. Oppure mediante la meditazione quale la si desideri.
40. Il suo dominio si estende dal minimo atomo alla massima infinità.
41. Nel caso di colui le cui citta-vrtti siano state quasi annullate, si determina, come nel caso di una gemma traslucida (che poggi su una superficie colorata) una fusione o assorbimento completo dell'uno nell'altro del conoscente, della cognizione e del conosciuto.
42. Il savitarka samadhi è quello nel quale la conoscenza fondata soltanto sulle parole, la conoscenza reale e la conoscenza ordinaria fondata sulla percezione dei sensi o sul ragionamento sono presenti in uno stato commisto, e la mente alterna fra essi.
43. Alla chiarificazione della memoria, quando la mente perde, per così dire, la propria natura essenziale (soggettività) e soltanto la conoscenza reale dell'oggetto risplende (attraverso la mente), si attinge il nirvitarka samadhi.
44. Con ciò sono stati spiegati anche il samadhi che comporta vicara (riflessione), il samadhi che non comporta vicara e il samadhi che coinvolge oggetti più sottili.
45. L'ambito del samadhi che concerne degli oggetti sottili si estende fino allo stadio alinga dei guna.
46. Essi costituiscono soltanto il samadhi con seme [sabija samadhi].
47. Quando si ottiene la massima purezza dello stato nirvicara si ha l'aurora della luce spirituale.
48. Qui, la coscienza è portatrice di verità e del giusto.
49. La conoscenza fondata sull'inferenza o sulla testimonianza è diversa dalla conoscenza diretta che si ottiene negli stati superiori della coscienza, perché è confinata ad un oggetto particolare.
50. L'impressione prodotta da esso (sabija samadhi) è di ostacolo alle altre impressioni.
51. Quando persino ciò sia soppresso, a causa della soppressione di tutte le modificazioni della mente) (si raggiunge) il nirbija samadhi (samadhi senza seme).
1. L'austerità, lo studio di sé e la rassegnazione all'isvara costituiscono lo yoga preliminare.
2. Il (kriya-yoga) viene praticato per attenuare i hlesa e per realizzare il samadhi.
3. La mancanza di consapevolezza della realtà, il senso dell'egoismo, (o il senso dell' io-sono), le attrazioni e le repulsioni verso gli oggetti ed il forte attaccamento alla vita sono le grandi afflizioni, o cause di tutte le miserie nella vita.
4. Fonte di quelle che vengono menzionate dopo, siano esse la condizione dormiente, attenuata, alternante o espansa, è l'avidya.
5. L'avidya è prendere il non-eterno, l'impuro, il male ed il non-atman per eterno, puro, buono e atman rispettivamente.
6. L'asmitaè l'identità o il fondersi insieme, per così dire, del potere della coscienza (purusa) col potere della cognizione (buddhi).
7. Quella attrazione che accompagna il piacere è il raga.
8. Quella repulsione che accompagna il dolore è il dvesa.
9. L'abhinivesa è il forte desiderio di vivere, radicato nella propria stessa energia, che domina anche il dotto (o il saggio).
10. Queste (forme dei klesa), quelle sottili, possono ridursi risolvendole nella loro origine.
11. Le loro modificazioni attive possono venire soppresse dalla meditazione.
principi
generali