REGGIANE! REGGIANE!
Pagine dedicate agli appassionati dei velivoli della Casa di Reggio Emilia
(english version coming soon)
RE 2000
RE 2000: la genesi
Il RE 2000 fu sicuramente un aereo sfortunato.
Paradossalmente, l’unico caccia italiano veramente moderno per l’epoca fu quello meno usato dalle Forze Aeree nazionali mentre lo fu proficuamente all’estero.
Il velivolo, concepito dall’equipe dell’Ing Roberto Longhi, si presentava come la realizzazione tecnologicamente e concettualmente più evoluta tra quanto proposto dall’industria nazionale sul finire degli anni trenta.
Si trattava di un monoplano di costruzione interamente metallica che sfruttava le tecniche progettuali in voga presso la scuola americana, all’epoca tra le più avanzate nel campo delle costruzioni metalliche. Gli stessi componenti – ad esempio alcuni speciali lamierati in lega leggera mai impiegati prima dall’industria aeronautica nazionale – rivelavano una progettazione impostata, fin dall’inizio, sulla costruzione metallica, diversamente da altri velivoli nostrani che, pur essendo anch’essi interamente metallici, tradivano una scuola progettuale che arrivava dalle costruzioni lignee transitando per quelle miste.
Naturalmente tale differenza tecnologica ebbe degli impatti di tipo produttivo ed organizzativo, tant’è che speciali macchinari, non disponibili in Italia, dovettero essere importati mentre le stesse maestranze dovevano, per forza di cose, possedere un livello di specializzazione ben più elevato di quanto d’abitudine in Italia.
L’impostazione “americana” del progetto era sostanzialmente dovuta alle esperienze fatte dall’Ing. Longhi nel corso della sua permamenza presso la U.B.A.C.; tale influenza è facilmente rilevabile comparando il RE 2000 con il suo ispiratore, il Seversky P 35. Tuttavia, come vedremo più avanti, tale somiglianza è più superficiale di quanto possa apparire a prima vista.
Il prototipo del nuovo velivolo – MM 408 - staccò per la prima volta da terra a Reggio Emilia il 24 Maggio 1939 ai comandi di quell’eccezionale pilota che era Mario De Bernardi. Il comportamento in volo del RE 2000 si rivelò subito eccellente e tale giudizio venne confermato durante le prove militari che si tennero a Guidonia dove, ovviamente, il velivolo venne provato dai piloti militari. Le prove comparative di finta caccia diedero poi risultati veramente sorprendenti: risultò più manovrabile del CR 42 e si mostrò vincitore nei finti scontri con il Bf 109 (i piloti che effettuavano tali prove usavano scambiarsi i velivoli al fine di evitare che la maggior capacità del pilota potesse influenzare i risultati delle prove).
Abbastanza sorprendentemente il velivolo, potenzialmente superiore al G 50 ed al C 200, venne rifiutato dalla Regia Aeronautica con la motivazione che i serbatoi alari risultavano troppo vulnerabili essendo di tipo integrale, soluzione questa che assicurava una notevole autonomia, e non protetti con semape. In realtà tale osservazione ci appare veramente pretestuosa mentre ci sembrano più plausibili ipotesi di rifiuto che chiamano in causa ragioni di ordine politico o di “opportunità industriale” anche se, per amor del vero, il 2000 almeno un difetto l’aveva: il motore Piaggio P XI che denunciava un rendimento quantomeno incostante.
Il nuovo nato di casa Reggiane suscitò comunque l’interesse di numerosi paesi ma solo in due casi tale interesse poté, per diverse ragioni, concretizzarsi in effettive forniture: Svezia ed Ungheria.
La Svezia acquistò 60 RE 2000, ricodificati secondo l’uso locale come J 20, e li impiegò sino al 1945 quando l’ultimo J 20 venne radiato. Il giudizio dei piloti svedesi fu, tutto sommato, positivo essendo l’unica causa di malcontento legata all’inaffidabilità del motopropulsore.
Ancora diverso il caso Ungherese che vide il 2000, ribattezzato Héja (Falco), usato in condizioni operative e con buoni risultati. Per inciso i tanto deprecati serbatoi alari non furono mai causa nella perdita di velivoli. Il velivolo era stato ritenuto soddisfacente al punto che la MAVAG, avendo acquisito i diritti di riproduzione, ne sfornò circa 190/200 esemplari. Questi ultimi, denominati Héja II e noti anche come Héja M, erano motorizzati con il MW 14 B, locale versione del G.R. K14 .
Il RE 2000 e la Regia Aeronautica
Il RE 2000 e la Regia Marina
J20 ovvero il RE 2000 in Svezia
Héja, il Falco ungherese
Il RE 2000 a confronto
RE 2000: descrizione tecnica
LE MACCHINE
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