REGGIANE! REGGIANE!
Pagine dedicate agli appassionati dei velivoli della Casa di Reggio Emilia
(english version coming soon)
RE 2000
Il RE 2000 e la Regia Marina
Uno degli aspetti più controversi della vita del RE 2000 resta dunque legato alle sue riconosciute, seppur tardivamente, ma poco sfruttate potenzialità. Rifiutato nel momento in cui sarebbe stato un ottimo candidato per la prima linea caccia - avrebbe, tra l’altro, permesso di rafforzare la nostra linea in AOI - venne riabilitato quando ormai stava diventando rapidamente obsoleto.
A riprova della bontà dell’impostazione, la Regia Marina, trovandosi nella necessità di dotarsi di un sostituto dell’ormai superato Ro 43, si orientò, avendo valutato altri candidati, sul RE 2000 del quale venne realizzata una specifica versione catapultabile. In realtà, con l’adozione del RE 2000 quale velivolo imbarcato sulle Grandi Unità delle nostre Forze Navali, si superò il concetto dell’idrovolante biposto catapultabile da osservazione e/o ricognizione e si giunse all’affermazione del velivolo terrestre catapultabile che, oltre ai predetti compiti “istituzionali”, fosse in grado di fornire protezione diretta contro l’offesa aerea avversaria. Non si trattava, in realtà, di un concetto in assoluto rivoluzionario in quanto già applicato dalla Royal Navy con le CAM ship ma, sicuramente, costituiva una novità nell’ambito delle dottrine della nostra Marina.
Secondo la procedura operativa definita, il RE 2000, una volta assolta alla sua missione, grazie alla sua notevole autonomia si sarebbe portato verso il più vicino aeroporto dove avrebbe preso terra. Quindi, con uno speciale rimorchio appositamente realizzato, sarebbe stato trasferito presso la base navale per il successivo reimbarco sull’Unità di pertinenza.
Naturalmente si dovette provvedere una catapulta specifica che fosse in condizione di risolvere il problema dell’accelerazione necessaria all’involo. Quest’ultimo fatto costituiva un inconveniente non indifferente per il pilota; infatti , tenuto conto del particolare tipo di velivolo, la velocità di decollo doveva essere necessariamente elevata e, di conseguenza, la notevole accelerazione creava seri disturbi fisiologici al pilota. Il problema venne risolto ottenendo un’accelerazione progressiva ma che, nella fase finale, consentisse il raggiungimento della velocità necessaria.
Le modifiche apportate al RE 2000 riguardavano principalmente l’installazione degli attacchi per la catapulta, modifiche alla strumentazione e venne adottata la carenatura metallica con sgusci laterali, in sostituzione della pannellatura trasparente, per l’abitacolo. Nonostante fossero state apportate modifiche all’impianto di alimentazione, resta destituita da fondamento la credenza, tuttora diffusa, di una versione “Grande Autonomia Catapultabile”; infatti il Catapultabile non ricevette mai il serbatoio supplementare di fusoliera tipico della versione Grande Autonomia.
Il primo prototipo - MM 471 - venne ritirato il 21 Maggio 1941 per essere portato in volo a Grottaglie per essere poi trasferito a Taranto. Tale velivolo, pilotato dal Cap. Giovanni Fabbri,si schianto presso Gubbio per cause ignote.
Nel contempo un secondo RE 2000 nella nuova versione era pronto al ritiro. Si trattava del secondo prototipo - MM 485 - che arrivo’ finalmente a Taranto ma che, durante le prove di imbarco, rimase danneggiato in modo tale da impedire il proseguimento delle prove stesse.
Si provvide quindi a modificare d’urgenza un Intercettore in allestimento Svezia – poi immatricolato con MM 8281 - in modo che il 14 Luglio 1941 il Ten. Giulio Reiner – sostituto dello sfortunato Fabbri nei collaudi – poteva portare il velivolo modificato a Grottaglie.
Nel frattempo, il 12 Luglio, erano iniziate a Taranto le prove di lancio con l’impiego di uno specifico cassone metallico di forma tronco-cilindrica e di peso pari al velivolo. Nel corso delle prove, che si protrassero sino ai primi di Marzo del 1942, vennero individuati e risolti diversi inconvenienti tecnici e vennero messe a punto le modalità di lancio.
Il 12 Marzo il terzo Catapultabile venne trasportato da Grottaglie a Taranto per essere imbarcato, lo stesso giorno, su una delle navi da battaglia della Squadra.
L’inizio delle prove, fissato per il 15 Marzo, venne rinviato a causa delle condizioni meteo al giorno 18.
Tuttavia, gravi inconvenienti tecnici alla catapulta portarono alla sospensione dei collaudi. Fu a questo punto che venne deciso di proseguire l’attività a bordo della RN Miraglia fissando l’inizio delle prove nella data del 9 Maggio. Finalmente, nel giorno fissato, il RE 2000 Catapultabile, pilotato dal Ten. Reiner, venne letteralmente sparato dalla catapulta dando inizio ad un ciclo di prove che ebbe esiti più che positivi.
I RE 2000 Catapultabile furono costruiti in otto esemplari e passarono, man man venivano assegnati, alla Squadriglia di Riserva Aerea delle FF.NN.BB. (Forze Navali da Battaglia) – che ebbe come primo comandante il Cap. Donato Tondi, sostenitore dell’adozione del RE 2000 per la componente imbarcata - basata prima a Grottaglie, poi a Capodichino ed infine a La Spezia. In tale contesto la Squadriglia si occupava dell’addestramento dei piloti al catapultamento con il nuovo velivolo e, integrando la linea di volo con C. 200, G 50 e CR 42, contribuiva alla difesa aerea delle basi navali.
Nell’Aprile 1943 la Squadriglia venne sciolta e venne costituito il 1° Gr. di Riserva Aerea delle FF.NN.BB., sempre comandato dal Tondi promosso, nel frattempo, Maggiore. Il Gruppo era costituito su tre squadriglie: 1ª Sq. basata a Sarzana, 2ª Sq. basata a Grottaglie e 3ª Sq. basata a La Spezia.
Gli ultimi due RE 2000 Cat. in carico al Gruppo, specificamente alla 1ª Sq., furono demoliti successivamente all’8 Settembre 1943.
Per quanto riguarda la componente imbarcata, nell’estate 1943, due RE 2000 era in carico alla RN Roma, due alla RN Vittorio Veneto ed uno alla RN Littorio (poi RN Italia).
L’Armistizio vide la Flotta lasciare La Spezia, in ottemperanza alle clausole armistiziali, con un RE 2000 a bordo della Roma (affonderà con la sua nave da battaglia), uno sull’Italia (verrà danneggiato durante l’attacco che porterà alla perdita della Roma e quindi scaricato fuori bordo) e due sulla Vittorio Veneto. Uno di questi ultimi due decollava durante la fase dell’attacco tedesco e partecipava alla ricerca dei naufraghi della Roma. Esaurita l’autonomia dirigeva verso la Corsica e si schiantava ai bordi dell’aeroporto di Ajaccio. L’ultimo dei due RE 2000 della Vittorio Veneto giungerà, dopo un’avventuroso percorso, sino ai giorni nostri, seppur sotto forma di relitto a sarà l’unico RE 2000 sopravvissuto in Italia.
LA PRODUZIONE
I RE 2000 prodotti ed impiegati dalla Regia Marina furono i seguenti:
Prototipi Catapultabile: MM 471 e 485
Catapultabile (Serie 3): 8 esemplari (MM 8281-8288). Il primo esemplare (MM 8281), testa di serie, presentava la carenatura dell’abitacolo caratteristica degli Intercettori allestimento Svezia
DATI TECNICI
Tipo
caccia catapultabile monoposto
Motore
un radiale Piaggio P XI Bis RC 40 da 1000 cv (potenza massima al decollo) e quota di ristabilimento a 4000 m.
Elica
Tripala metallica Piaggio P 1001 con passo variabile in volo
Lunghezza
m. 7,99
Altezza
m. 3,20
Apertura alare
m. 11,00
Superficie alare
mq. 20,40
Peso a vuoto
kg. 2200
Carico utile
kg. 770
Peso a pieno carico
kg. 2970
Velocità massima a 5300 m.
km/h 520
Tangenza pratica
m. 10000
Autonomia
km. Km. 1290 (a m. 6000, a pieno carico e velocità di km/h 430)
Salita a m. 6000
7’45’’
Armamento
2x Breda SAFAT 12,7 con 300 colpi per arma.
Predisposizione per carichi di caduta o serbatoi ventrali e alari
Entrata in servizio
1942
Il RE 2000: la genesi
Il RE 2000 e la Regia Aeronautica
J20 ovvero il RE 2000 in Svezia
Héja, il Falco ungherese
Il RE 2000 a confronto
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