Nella terminologia bellica si intende per strategia l'analisi degli
obiettivi da conseguire, considerando una situazione militare globale,
nonchè le forme globali per raggiungere questi obiettivi.
Per una coretta valutazione strategica dal punto di vista della gueriglia,
occorre analizzare a fondo quale sarà il modo di agire del nemico.
Se in certi casi è giusto ritenere che l'obiettivo finale è
la distruzione completa della forza oppositrice, nel caso di una guerra
civile di questo tipo si avrà l'esempio classico: il nemico cercherà
di distruggere uno per uno tutti i componenti della guerriglia; e il guerrigliero
per contro dovrà studiare i mezzi su cui può contare per
cercare di arrivare alla soluzione opposta: la disponibilità di
uomini, la mobilità, l'appoggio popolare, l'armamento, la capacità
di direzione. Bisogna adeguare la strategia a questi calcoli, sempre tenendo
presente l'obiettivo finale, che è di sconfiggere l'esercito nemico.
Ci sono alcuni aspetti fondamentali da esaminare: l'armamento, per
esempio, e il modo di utilizzarlo; analizzare con esattezza qual'è
il valore di un carro armato in una lotta di questo tipo, quale quello
di un aereo; considerare quali siano le armi del nemico, le sue riserve
di munizioni, le sue abitudini, perchè le fonte di rofornimento
più importante per la guerriglia sta percisamente nell'esercito
avversario. Qualora ci sia la possibilità di scelta, si deve perferire
lo stesso tipo di armi adoperate dall'esercito, poichè il peggior
nemico della guerriglia è la mancanza di munizioni, e a ciò
deve provedere l'avversario.
Fatto questo, valutati e analizzati gli obiettivi da conseguire, bisogna
procedere allo studio della successione dei passi da compiere per il raggiungimento
dell'obiettivo finale, ordine che dovrà essere prestabilito, ma
che andrà modificandosi nel corso della lotta e adeguandosi alla
serie di circostanze non previste che possono insorgere durante la stessa.
Nella prima fase, l'essenziale per il guerrigliero sarà di non
lasciarsi distruggere. Poco per volta sarà più facile per
i membri della guerriglia o delle varie guerriglie adattarsi all'ambiente
di vita e trasformare in azione quotidiana, quindi più facile, le
azioni di fuga, di depistamento delle forze avversarie lanciate all'inseguimento.
Raggiunto questo obiettivo, con l'occupazione di posizioni la cui inaccessibilità
impedisca al nemico di raggiungerle, o disponendo di forze tali che lo
dissuadano dall'attaccare, occorre procedere all'indebolimento graduale
dell'avversario, indebolimento che si perseguirà dapprima nei luoghi
più vicini alle zone di lotta attiva contro la guerriglia, e, in
un secondo momento, spingendosi in profondità nel territorio nemico
e attaccando le comunicazioni, molestando le basi di operazione e quelle
centrali, osteggiando nel modo più totale nella misura delle possibilità
delle forze guerrigliere.
Questo martellamento dev'essere costante. Al soldato nemico che sta
in zona di operazione non si deve permettere di dormire, le postazioni
devono essere attaccate e licquidate sistematicamente. È fondamentale
che in ogni momento l'avversario abbia l'impressione di essere completamente
accerchiato; nelle zone boscose o accidentate di giorno, e nei territori
di pianura o facilmente controllabili dalle pattuglie nemiche di notte.
A questo scopo è necessaria la totale collaboratione degli abitanti
e una perfetta conoscenza del terreno. Due condizioni la cui necessità
incombe su ogni minuto della vita del guerrigliero. Per questa ragione
occorre predisporre, contemporaneamente alla creazione di centri di studio
delle zone delle operazioni in corso e centri di studio delle zone delle
operazioni future, un intenso lavoro tra la popolazione, spiegando i motivi
della rivoluzione, i fini della medesima e diffondendo l'inoppugnabile
verità che, in definitiva, contro il popolo è impossibile
vincere. Chi non sente questa indubitabile verità non può
essere un guerrigliero.
Questo lavoro presso la popolazione deve imperniarsi in un primo momento
sulla discrezione; in altre parole, si deve chiedere a ogni contadino,
a ogni membro della società in cui si opera, di non comentare ciò
che vede o sente; più tardi si richiederà la collaborazione
di quegli abitanti la cui fedeltà alla rivoluzione offra le magiori
garanzie, utilizzandoli successivamente in compiti di collegamento, di
trasporto delle merci e delle armi, di guida nelle zone che essi conoscono;
infine, più tardi, si potrà arrivare all'azione di masse
già organizzate nei centri di lavoro, e il risultato ultimo sarà
lo sciopero generale.
Lo sciopero è un fattore importantissimo nella guerra civile,
ma per arivarci è necessaria una serie di fattori che non sempre
si danno e che, spontaneamente, si presentano solo in pochissmi casi: si
devono perciò creare i fattori necessari, e questa creazione è
costituita dalla spiegazione dei motivi della rivoluzione e dalla dimostrazione
della potenza delle forze del popolo e delle sue possibilità.