Una regione turistica
transfrontaliera
L'attuale sviluppo
dell'attività turistica ha portato in alcuni ambiti
territoriali alla necessità di integrare aree
turistiche che fanno capo a diversi Stati. Caso molto
interessante è quello della Costa Azzurra e della
Riviera ligure che si completa con un'area alpina da tempo
impegnata nel turismo invernale.
L'interesse è dovuto a
molteplici fattori. Si tratta, in primo luogo, di una zona
matura per quanto riguarda il turismo balneare : si
può ricordare che qui tale attività ha
conosciuto il suo apice oltre un secolo fa. Inoltre, il
fenomeno turistico da una fase d'élite è
passato ad una massa e dopo la guerra sono cresciute le
seconde case. A ciò si aggiunga che l'urbanizzazione
è proseguita lungo la costa a ritmi molto sostenuti
per giungere alla saldatura con l'insediamento ligure.
L'amministrazione francese da anni ha preso misure per la
protezione dell'ambiente, mentre la regione ligure per ora
ha impostato il piano paesaggistico-territoriale e non ha
ancora espresso un provvedimento in merito alla costa.
Entrambe le amministrazioni cercano di proteggere l'ambiente
marino attraverso il Plan Bleu. In secondo luogo, il
problema nasce dalla sovrapposizione di utilizzazioni
(militari, civili ed economiche in genere).
Dal libro di prossima pubblicazione
sulle euroregioni (Uno spazio transfrontaliero) scritto dal
Prof.Giuseppe
Giordano - consulente
dell'Unione del Nord-Ovest - Alpazur abbiamo estrapolato
alcuni paragrafi attinenti specifiche tematiche del
Movimento :
Le
Euroregioni
In Europa il delinearsi di assetti
territoriali a cavallo di frontiere nazionali si avvia circa
40 anni fa soprattutto tra Francia, Svizzera e Germania, da
un lato intorno al lago di Ginevra e dall'altro lungo l'asse
renano Basilea-Strasburgo dando luogo a strutture
amministrative molto efficienti che assommano poteri
piuttosto importanti. Si pensi che le imposte dovute dai
lavoratori francesi attivi in Svizzera sono devolute
direttamente ai comuni d'origine di questi ultimi senza
alcun intervento dello Stato francese.
Il fenomeno ha, poi, interessato il
confine franco-spagnolo dove può intervenire
indubbiamente a favore la comunità di cultura, a nord
basca e a sud catalana. Si aggiunga che accanto a forti
movimenti di lavoratori agricoli in determinati periodi
dell'anno si verifica la formazione di uno spazio turistico
tanto dalla costa catalana a quella del Linguadoc-Roussillon
quanto sul litorale settentrionale. Molto vasto è il
fenomeno lungo la frontiera tedesca con Paesi Bassi e
Belgio, ma oggi il tentativo della Germania di favorire
l'emergere di queste euroregioni nell'Europa orientale
è visto dalle popolazioni slave come la
possibilità per i Tedeschi di recuperare i territori
perduti nel corso dell'ultimo conflitto mondiale.
Resta, tuttavia, il fatto che a
livello di istituzioni europee si manifestano concetti
piuttosto stravaganti in merito ad una partizione regionale
del territorio riportati in una proposta della Commissione
Europea. Ad esempio si può molto discutere in merito
alla macro-regione 1 (Arco alpino) che comprende tanto le
aree tedesche centrali, poste a nord dell'arco alpino,
quanto la pianura padana e porzioni dell'appennino
tosco-emiliano o in merito alla macro-regione n°7
(Mediterraneo Occidentale) che comprende Sicilia e
Mezzogiorno, ma non la Sardegna e la Grecia.
omissis
Conclusioni
In sintesi è chiaro come nel
caso esaminato le vicende giornaliere tendano alla
formazione di un tessuto economico omogeneo, che rappresenta
la base essenziale per l'affermarsi di una nuova
regionalizzazione. Da un lato i rispettivi capoluoghi
avvertono il fenomeno come ostile e dall'altro gli Stati non
riescono a regolamentare il fenomeno. In effetti si osserva
in questo caso sia l'incapacità dello Stato-nazione
di affrontare le problematiche di aree marginali sia gli
effetti del declino di centri come Marsiglia e Genova che
incontestabilmente non hanno più la capacità
di organizzare il territorio loro circostante.
Il tessuto produttivo locale,
secondo le conclusioni, presenta diverse
complementarità, spesso non sufficientemente
valorizzate, che, come la loro articolazione, offrono
molteplici possibilità di sviluppi concreti.
L'ampliamento dei mercati locali al complesso dell'area
costituirebbe già di per sé il punto di
partenza per una crescita della struttura produttiva tale da
garantire una posizione di maggior forza sul mercato europeo
e internazionale.
La nuova strutturazione del NO
appare ancora in fieri e può essere, quindi,
prematuro definire confini a N, a O e a S. Sembra, tuttavia,
potersi concludere a questo punto della ricerca che le
province di Savona, Imperia, Cuneo formano il nucleo fra
Cannes e Ventimiglia. In questo ambito spiccano, da un lato,
l'area di Nizza-Sophia Antipolis dove il terziario e il
quaternario si sono fortemente radicati e, dall'altro, il
distretto Alba-Bra dove la struttura industriale è
assai vivace e diversificata. E' bene anche sottolineare che
in tutta la regione in fieri, l'industria alimentare
è molto sviluppata e attiva in diversi settori,
mentre il comparto vetrario in Piemonte e in Liguria
è oggi proprietà di società
francesi.
Altra componente comune è il
turismo, il cui potenziale nell'arco alpino offre ampie
possibilità di sinergie dalla zona Brigue-Monesi al
parco del Mercantour e lungo la costa, seguendo le
indicazioni dell'UE, si tratta di integrare le due coste,
sede di un turismo assolutamente maturo.
Qualora si volesse prefigurare una
struttura amministrativa bisogna ricordare che la legge di
riforma delle autonomie locali (142 8/6/90) obbliga le
province a dotarsi di statuto e in questo ambito è
possibile prefigurare il "distretto europeo", struttura che,
allargata al dipartimento delle Alpi Marittime, potrebbe
assicurare autonomia e capacità decisionali. Nel 1991
è stata messa in atto una "comunità urbana
europea" tra Mentone e Ventimiglia, come avviene tra Irun e
Hendaye, che ha per ora poteri abbastanza limitati. Nelle
zone tra Germania e Paesi Bassi, invece, i fondi comunitari
per l'integrazione delle zone di confine sono versati su un
conto unico, mentre un'autorità locale - poniamo
tedesca - può rappresentare la vicina comunità
olandese e viceversa.

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