SALTO DI QUALITA'
di Tito Livio
La scorsa settimana, le inchieste de Il Giornale e di Mf hanno tradotto in cifre l'impotenza
della Magistratura di fronte al dilagare del crimine, prendendo a riferimento la zona di Milano. Il dato più
evidente è che negli ultimi quattro anni, su 750 omicidi ivi commessi, più del 70% sono rimasti impuniti. E naturalmente
non si parla della piccola criminalità, visto che scippi, furti d'auto, furti negli appartamenti non si
denunciano nemmeno più, se non per ragioni assicurative.
Se fino al 1990, il numero di casi annualmente "chiusi" con una sentenza
era circa uguale al numero di nuovi casi che si aprivano, dal 91 in poi la percentuale è scesa a circa 1/4.
Tra le ragioni di questa crisi della Giustizia, c'è indubbiamente anche l'incremento spaventoso delle
attività criminose negli ultimi anni. In particolare, l'impennata nel numero dei delitti è iniziata nel 1991, con
un raddoppio rispetto alla media dei singoli anni precedenti (a Milano, circa 300 delitti contro 150),
fenomeno dovuto
essenzialmente al controllo della prostituzione tra immigrati yugoslavi e albanesi, e del traffico di droga tra
immigrati nordafricani.
Il problema presenta due aspetti: uno essenzialmente di ordine politico, per quanto attiene al
problema dell'immigrazione, un altro più generale, di ordine tecnico, legato all'efficienza della Magistratura e degli organi investigativi.
Non vorremmo addentrarci oggi nell'aspetto politico, meritando questo un'analisi ad hoc. Non possiamo
però non ricordare come l'Italia, che ritiene di dover "entrare in Europa" solo badando alle cifre ufficiali
della propria finanza pubblica, sia stata esclusa da questa stessa Europa nell'ambito degli accordi di
Shenghen, proprio per l'incapacità di controllare il fenomeno immigratorio. Del resto, se gli immigrati nel
nostro Paese si trovano in condizioni di indigenza tali da dover dormire, come nel recente passato, nei
loculi vuoti del cimitero di Villa Literno, come si può pensare che possano trovare di che sopravvivere
al di fuori delle attività criminose?
E come non pensare con preoccupazione a quel
punto del piano per il Giubileo del 2000, che prevede la creazione nei dintorni di Roma di ben tre "campi
nomadi", destinati a quei "pellegrini" che evidentemente non potranno seguire il circuito degli hotels e delle
pensioni. Quanti di questi nomadi decideranno di restare in Italia, e magari entrare a far parte delle
statistiche di cui sopra, nessuno lo sa. Né ci consola il nostro inguaribile ottimismo, che ci suggerisce che
dei grandi progetti per il Giubileo, di qui a tre anni non ne sarà stato completato nemmeno uno: i pellegrini
arriveranno lo stesso, e sarà ancora peggio.
Circa il secondo aspetto, ci inquietano almeno due possibili cause di questa inefficienza. Una potrebbe
forse essere ricondotta alla preparazione di base del Magistrato inquirente: a fronte di una specializzazione
sempre più spinta degli organi di Polizia, abbiamo l'impressione che il PM che conduce le indagini
non sia sempre all'altezza della situazione. Chi come noi si è trovato all'Università negli anni a valle del '68,
ricorderà come nei piani di studio di Ingegneria ad es., qualcuno tentasse di sostituire l'esame di "Scienza delle
Costruzioni" con un corso di Lingua Svedese, e come,
nei piani di studio di Giurisprudenza fosse normale per taluni sostituire agli esami tipici, esami (di gruppo) di sociologia
e dottrina marxista. Sbaglieremo, ma non vorremmo che gli effetti di un certo andazzo e di una certa mentalità di allora
non fossero estranei ad episodi come l'ordine di un blitz per sequestrare gli elenchi dei candidati di Forza Italia
alle elezioni del 94, elenchi già aperti al pubblico essendo stati depositati presso il Ministero degli Interni; oppure la
richiesta di interrogatorio del Presidente della Repubblica in carica, nell'ignoranza dell'esistenza di una precisa
procedura di legge per farlo; oppure l'invito ad esibire le foto con lo sfondo del porto di Napoli, per
verificare se una portaerei nucleare con 5000 uomini di equipaggio (soggetta a prescrizioni stringenti circa
l'obbligo della scorta ogni volta che muove, e senza contare i vari giorni necessari per mobilitare),
sia uscita alla chetichella dal porto per un paio d'ore, onde sparare un missile assassino...; o ancora l'innocente
che si fa tredici mesi di carcere per emissione di un assegno falso, solo perché il giudice non aveva ritenuto
necessario far effettuare il riconoscimento del truffatore da parte della vittima.
Sbaglieremo, ma certo siamo perplessi.
E se comunque un ingegnere che sbaglia rischia forte di essere
condannato per le eventuali conseguenze del suo errore, non ci risulta che altrettanto si faccia (non
ostante il referendum sulla responsabilità civile dei giudici) quando il 50% dei detenuti in attesa di giudizio viene
poi prosciolto come innocente.
Un'altra causa potrebbe risiedere nella questione dell'obbligo dell'azione penale, per cui un PM oberato
di pratiche, decide autonomamente quale caso seguire e quale rimandare, con il rischio per alcuni, di esporsi alla
tentazione di scegliere i casi che possano procurargli maggiore spazio sui mass-media, e di lanciarsi
addirittura in processi politici. Saremo forse maligni e di parte, ma ci sentiremmo anche ipocriti se negassimo il
sospetto che certe azioni recenti, dalla riesumazione delle ossa di Enrico Mattei e del suo pilota Bertuzzi,
a più di trent'anni dalla morte, onde cercare (ma a che scopo poi?) improbabili tracce di esplosivo, o la
persecuzione verso la Finivest (a scapito dei tanti omicidi impuniti), solo per citare le prime che ci vengono in mente,
siano a questo riconducibili.
E' chiaro che non abbiamo soluzioni miracolo da prospettare. Riteniamo però che gli addetti ai lavori,
sia della maggioranza che dell'opposizione, abbiano sufficiente materia su cui elaborare serie proposte
politiche per tornare a situazioni più accettabili nel campo della Giustizia.
Anche per non dar modo alla BBC, che l'altra sera accusava di grave inefficienza la polizia di una città americana per non
riuscire a risolvere che il 50% dei casi, di volgere lo sguardo alla situazione italiana.
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