Da quando Amato, poi Ciampi, Prodi e D'Alema hanno preso in mano le redini del paese, l'economia ha cominciato a marciare ad un ritmo fra la meta' ed un terzo di quello a cui marciano i paesi nostri concorrenti. Estrapolando l'attuale trend, l'Italia conquistera' entro 10 anni la poco invidiabile posizione di ultima della classifica, quando ci sorpassera' la Spagna.che cresce ad un ritmo quattro volte il nostro, e poi la Grecia ed il Portogallo.
Gia' oggi, insieme ai paesi menzionati, l'Italia occupa ormai gli ultimi posti in classifica in termini di reddito pro capite. La crisi economica comincia ad aquistare i connotati di una crisi endemica. E' infatti il terzo anno consecutivo che le previsioni di crescita annunciate dal Governo vengono smentite brutalmente dai fatti, con crescite effettive che risultano alla fine inferiori ad un terzo di quelle previsionali.
Delle due l'una, o il Governo si limita volontariamente alla propaganda del momento, sperando in miracoli futuri, e questa e' stata un po' la politica di Ciampi, oppure il Governo non e' piu' capace di controllare la situazione, non rendendosi conto che perdurando l'attuale situazione strutturale, l'Italia non e' piu' in grado di crescere. La guerra del Kosovo e la crisi internazionale, sono semplicemente alibi del governo sostenuti dai mass media.
Vivendo all'estero non si ha notizia ne' di crisi inernazionali, ne' di conseguenze cosi' nefaste della crisi kosovara. Le previsioni economiche degli altri paesi sono di gran lunga piu' stabili delle previsioni del nostro Governo, ed i loro indici economici sono di gran lunga molto piu' positivi. In questi giorni abbiamo assistito all'ennesimo altola' della Triplice Confederale all'ultimo tentativo del Governo di rimettere l'economia in carreggiata. In effetti potrebbe essere proprio il cosiddetto metodo della concertazione una della cause della crisi quasi irreversibile del sistema economico italiano.
Quella che orgogliosamente il Governo chiama con il nome di Concertazione non e' altri che l'alleanza anomala fra il Grande Capitalismo familiare, i rappresentanti dei pensionati ed i partiti della sinistra. Come patto sociale non e' che sia molto rappresentativo della realta' italiana dato che tiene fuori dal patto la maggior parte dei lavoratori o piu' generalmente la componente produttiva del paese. Attraverso la difesa dell'attuale sistema pensionistico, i tre sindacati confederali possono mantenere il loro potere politico-economico e partecipare al processo legislativo, togliendo prerogative al Parlamento, pur non dovendo rispondere elettoralmente al paese. Il Grande Capitalismo familiare puo' indirizzare le scelte di governo in funzione del mantenimento del proprio potere economico-finanziario sulla societa' italiana, pur in presenza di un aggressivo mercato globale a cui evidentemente non e' ancora preparato. In cambio le burocrazie partitiche governative sono sostenute dalla grande stampa padronale. Fra le conseguenze sociali di questo patto scellerato, vi e' il disastro di una gran parte di giovani che non trovano lavoro, ne' forse mai lo troveranno, per permettere ai loro padri di andare in pensione a 55 anni, quando all'estero si sta prospettando l'ipotesi, almeno per alcune categorie, di andare in pensione a 70.
Anche le cifre per l'anno in corso non fanno prevedere, nonostante l'entusiasmo dei portavoce del regime, nulla di positivo. Le ultime cifre parlano in realta' del crollo della produzione industriale (-0.4% ad aprile e -2.2% sull'anno), del cattivo andamento dell'esportazioni e di una timida crescita economica che si colloca fra la meta' ed un terzo di quella degli altri paesi. E nonostante i proclami del governo che parlano di una fantomatica ripresa dell'occupazione, la disoccupazione si mantiene stazionaria al 12%, la piu' alta degli Euro-11 insieme alla Spagna. L'ultima notizia negativa riguarda il flusso degli investimenti dall'estero che colloca l'Italia all'ultimo posto nella capacita' di attrarre capitale straniero. Tra l'altro sono ridotti quasi a zero gli investimenti dal Giappone e dagli Stati Uniti.
Nessuna meraviglia per un paese che ha oramai servizi obsoleti ed e' funestato da una criminalita' sempre piu' aggressiva e pervasiva, legata anche ad un flusso immigratorio che non si riesce o non si vuole controllare. In queste condizioni siamo passati dalla retorica bigotta di uno Scalfaro all'ottimismo fuori luogo del nuovo Presidente Ciampi.
L'unica speranza ormai e' che l'elettorato si decida a spazzar via definitivamente, con un voto chiaro e massiccio, i responsabili di questa crisi, che non e' solo economica, prima che l'Italia esca definitivamente dal novero dei grandi paesi occidentali.