SOLDATI

di Eros Capostagno

Ha detto bene il Ministro Loiero, citando i noti versi di Ungaretti ("Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"), a proposito della condizione in cui si trovano i membri dell'attuale Governo. I versi si riferiscono alla condizione dei soldati in prima linea, ove ciascuno attende rassegnato che una pallottola prima o poi ne cancelli la vita, così come d'inverno le foglie sul ramo attendono quella folata di vento che inesorabilmente le spazzerà via.

In effetti è difficile trovare miglior accostamento per descrivere la condizione di un Governo che rappresenta solo se stesso, di fatto senza più una maggioranza parlamentare, e soprattutto con i partiti che nominalmente lo costituiscono, in via di dissolvimento, con un Paese chiaramente allineato sulle posizioni dell'opposizione.

C'è da chiedersi se, al di là dell'ambizione personale, ci siano delle motivazioni che hanno spinto il Presidente del Consiglio Giuliano Amato ad accettare l'incarico e a volerlo ostinatamente mantenere ora, pur rendendosi conto del coma profondo in cui si trova.

In effetti c'è un qualcosa di perverso nell'ostinazione con cui i colonnelli e i caporali dell'armata di sinistra in sfacelo (generali non ce ne sono più da un pezzo) tengono il Paese sotto scacco, impedendogli di darsi il Governo che la maggioranza dei cittadini ha ripetutamente indicato, il solo che presenti delle strategie e dei progetti per l'avvenire.

Sarebbe facile dire (e lo abbiamo detto tante volte) che i comunisti, neo-post-ex che siano, non hanno mai lasciato (né peraltro conquistato), il Potere per via democratica, e che quindi ora non fanno altro che comportarsi secondo la loro tradizione. In realtà abbiamo l'impressione che ci sia qualcosa di più, qualcosa di simile alla rabbia dello sconfitto che, invece di effettuare una ritirata strategica e riorganizzarsi di fronte all'incalzare dei vincitori, effettua un'opera di distruzione del territorio, per lasciarlo nelle peggiori condizioni possibili.

Insomma, un po' come Saddam Hussein quando, costretto a lasciare il Kuwait precedentemente occupato, bruciò tutti i pozzi di petrolio provocando le note catastrofi economiche ed ecologiche, solo per fare un dispetto a chi lo stava ricacciando indietro.

Forse sarà esagerato, ma come interpretare differentemente la situazione italiana?

Guardiamo alla riforma del sistema pensionistico, per la quale siamo ormai coperti di ridicolo e di ammonimenti in tutte le sedi internazionali: di essa non si parla nemmeno, anzi "le pensioni vanno bene così come sono, e non c'è necessità di toccarle prima del 2001!", ripetono Amato e Cofferati. E' chiaro che questo Governo non ha né la capacità né la possibilità di mettere in cantiere una riforma sostanziale delle pensioni (che solo un Governo stabile e con piena legittimità può avviare), ma intanto, nell'attesa delle prossime elezioni, la spesa pubblica continua nella sua spirale perversa.

Tanto più perversa in quanto, in questo tempo pre-elettorale, la spesa pubblica tenderà a dilatarsi sempre più, in ragione del collaudato meccanismo di "comprare" il consenso di nicchie di elettori da parte dei partiti di Governo, con elargizioni a pioggia di miliardi pubblici. Pratica abituale nei periodi elettorali, ben ribadita da Amato con l'affermazione della possibilità di utilizzare qualche migliaio di miliardi provenienti dalle licenze per la telefonia UMTS, non già per interventi di risanamento dei conti pubblici, ma per assistenza elettoralistica.

In altre parole, il prossimo Governo si troverà non solo a dover partire da una situazione economica endemicamente disastrosa, ma aggravata dalla cattiva volontà de(gl)i (ir)responsabili degli ultimi Governi (nonché dal tanto atteso e temuto rialzo dei tassi d'interesse decisi dalla Banca Centrale Europea). Terra bruciata insomma.

Se guardiamo alla criminalità, dobbiamo constatare che gli ultimi Governi hanno da tempo alzato "bandiera bianca" (bandiera ormai talmente lacera da essere diventata uno straccetto Bianco). Così, dopo aver dato il via libera all'immigrazione incontrollata, grazie al genio della Turco e della Jervolino in particolare, ora l'Italia si ritrova con una nuova esaltante stagione di "sequestri lampo", di omicidi di quanti operano nell'assistenza ai disperati, di racket criminosi nel controllo dei videopoker, di continuo aumento della piaga dell'usura e così via.

Come ha ricordato Amato qualche giorno fa, il Governo non ha tempo per occuparsi di queste cose, avendo altri problemi da affrontare. Bontà sua. Infatti vediamo che la prima priorità dei membri del Governo (e, purtroppo anche della stampa fiancheggiatrice) in questi giorni è quella di rinfacciarsi pareri e giudizi sulla sfilata carnevalesca dei gay planetari. Sarebbe già discutibile se questa fosse la prima di una serie di priorità, ma è tanto più tragico constatare che dopo questa prima, la lista delle priorità di Governo è purtroppo sconsolatamente vuota!

Sulla medesima terra bruciata di cui sopra, il prossimo Governo troverà dunque anche il problema di una terra sempre più abbandonata al controllo criminale.

E con una Magistratura e delle Forze dell'Ordine a cui bisognerà con estrema urgenza mettere mano.

Passata infatti l'ubriacatura della stagione d'oro della Magistratura usata politicamente, e fallita la strategia di criminalizzare ed eliminare gli avversari politici con l'uso appunto di certe azioni giudiziarie, restano ora le conseguenze di quell'ubriacatura all'interno di questi settori chiave delle Istituzioni. Tra queste, particolarmente inquietanti sono le faide interne tra Procure e tra Procure e DIA, il cui unico scopo sembra essere il "controllo dei pentiti", con il corollario dello smantellamento di alcuni nuclei speciali dei ROS.

Certo non si può imputare solo ad Amato questa situazione, che nacque nel 1993 con l'azione delle procure ai danni di DC e PSI (e successivamente Berlusconi), con lo smembramento del GICO (nucleo investigativo dell Guardia di Finanza) quando questo arrivò pericolosamente vicino a Prodi e DiPietro sull'affare dell'Alta Velocità, con i GIP che archiviavano per alcuni personaggi le richieste di rinvio a giudizio dettagliatamente motivate, mentre approvavano quelle senza lo straccio di una prova per altri, o venivano addirittura minacciati(e) e poi esautorati(e) quando non si piegavano a certi andazzi.

Anche qui è stata dunque fatta terra bruciata, e non è certo il Governo balneare di Amato a potervi porre rimedi strutturali. Ancora una volta dunque, impedire la formazione di un vero Governo, con piena legittimazione popolare, si rivela una manifestazione di grottesco egoismo ai danni del Paese.

Naturalmente, oltre a dover ricostruire dalle fondamenta le strutture dell'ordine giudiziario e parzialmente quelle delle Forze dell'Ordine, il prossimo Governo dovrà anche affrontare con urgenza e risolutezza, senza imbarazzi di sorta, magari con pensionamenti anticipati, il problema di certi responsabili di queste situazioni, che ancora vagano nelle Istituzioni.

Ora, se le Istituzioni italiane sono arrivate a questo stato di disfacimento e di impotenza, lo dobbiamo certamente alla formazione, dal 1995 in poi, di Governi praticamente illegittimi, senza programmi, costituiti (tranne i DS) da partiti e movimenti di pura facciata, mossi i più da sfacciati interessi di bottega, costituiti con giochi di Palazzo e comunque uniti solamente dall'obiettivo di impedire che altri potessero governare, e formati da persone sulle cui capacità e formazione mentale il tempo è stato rivelatore.

Tuttavia non possiamo dimenticare che l'origine e la causa di tanto degrado sono imputabili essenzialmente all'azione dell'ex Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, e poco importa sapere se Egli ne sia stato l'artefice volontario o condizionato. A partire dal patto con la Lega per il Ribaltone e dalla falsa ed ipocrita promessa di elezioni a Berlusconi nel 1994, all'affidamento a Dini di un "Governo del Presidente" ed a tutte le successive iniziative volte a ridurre il Cavaliere all'impotenza (par condicio,...) e a varare un nuovo compromesso storico tra postcomunisti e postdemocristiani, Egli ha in definitiva ottenuto l'effetto di "congelare" (e degradare) la democrazia italiana per 6 anni.

Sulle rovine materiali e morali del Paese, sul luogo ove quei "soldati" aspettano oggi impotenti di essere spazzati via, sarà forse il caso domani di ergere una lapide a ricordo di Oscar Luigi Scalfaro, responsabile di tanta rovina, a futura, perenne memoria.

Quello che ci chiediamo è perché il nuovo Presidente della Repubblica sembri rimanere indifferente, mantenendo quei "soldati" al fronte e costringendo l'Italia a sopportare per un altro anno tanto scempio.

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