Nel 37 d.C. l'imperatore Tiberio passò a miglior vita, avendo già designato quale successore colui che sarebbe passato alla Storia col nome di Caligola.
All'inizio questa sembrò una buona scelta, in quanto il nuovo Imperatore si prodigò per ripristinare a Roma una parvenza di democrazia, in particolare riattribuendo al Senato i poteri che gli erano stati sottratti, e più in generale cercando di porre un argine al disfacimento della vita pubblica di Roma.
Ben presto però i suoi comportamenti cambiarono. In un delirio di onnipotenza, decise che i senatori dovessero baciargli i piedi, o che dovessero scendere nel circo per duellare con gladiatori "professionisti", o ancora, che le sue sorelle divenissero sue amanti e una addirittura sua moglie. Come noto, pretese anche che i senatori eleggessero come Console il suo cavallo, tale Incitato, al quale aveva già fatto costruire una stalla di marmo con accessori in avorio.
Pare anche che una mattina si svegliasse con una improvvisa e forte allergia verso i calvi, con la conclusione che i malcapitati calvi romani finirono in pasto alle belve, seguiti poi dalla cerchia dei filosofi, anch'essi evidentemente portatori di imperiali allergie.
Dopo aver fatto suicidare la nonna Antonia perché aveva un profilo non di suo gusto (una mattina decise che la sua pur bella testa non c'azzeccasse con il profilo delle spalle), se la prese anche con Giove, cui fece mozzare la testa in tutte le statue di Roma, rimpiazzandola con la propria.
La cosa andò avanti per quattro anni finché nel 41 il solito pretoriano di turno mise fine alla commedia a colpi di pugnale.
Peccato che il breve regno e le circostanze storiche non gli abbiano permesso di regolare altri importanti aspetti della vita sociale. Come ad esempio il raggio di curvatura minimo (o massimo) che devono avere le banane per essere autorizzate all'importazione sul territorio dell'Impero, o le tolleranze massime ammesse alla lunghezza dei fagiolini, in modo da essere obbligatoriamente venduti non più sciolti, ma in mazzetti legati di 20 fagiolini, tutti rigorosamente della stessa lunghezza. Oppure le caratteristiche chimiche dei lupini, per poter distinguere quelli "amari", che hanno diritto a sovvenzioni pubbliche, da quelli "dolci", cui tale diritto viene, chissà perché, negato.
Fortunatamente, seppure con qualche secolo di ritardo, a questi importanti vuoti legislativi ha portato rimedio negli ultimi anni la maggioranza socialista del Parlamento Europeo che, nel suo girovagare tra Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo, riesce a far sue le istanze della società europea, come quelle citate, e a mettere mano alla loro regolamentazione.
Così, dopo aver decretato che le carote non sono più "ortaggi", ma frutta, in modo da consentire al Portogallo (che le usa per fare marmellata) di usufruire delle sovvenzioni comunitarie sulle marmellate di frutta, il Parlamento Europeo si è finalmente accorto di una certa abitudine alle malversazioni in seno alle Istituzioni comunitarie, ed ha deliberato la creazione dell'OLAF.
Correva l'anno 1999, quando il 1 giugno fu ufficialmente istituito l'Office Européen de Lutte Anti-Fraude, OLAF appunto, per indagare sulle frodi fiscali in seno all'Unione Europea. Dati i tempi dell'euroburocrazia, questo organismo non è ancora entrato in funzione, non ostante i vari Paesi abbiano già designato in linea di massima i funzionari che li rappresenteranno nel suo ambito.
Mal ne incolse ai tre funzionari italiani, designati dal precedente Ministro della Giustizia (Piero Fassino), i quali, sfiga, a differenza di Giancarlo Caselli, non hanno fatto in tempo a staccare il biglietto per l'Europa prima delle elezioni del 13 maggio. Biglietto che non staccheranno più, visto che il nuovo esecutivo italiano ritiene di farsi rappresentare nell'OLAF da funzionari di profilo diverso.
Ebbene, il 29 novembre scorso, i deputati socialisti, comunisti e liberali del Parlamento Europeo sono riusciti a prevalere sulla attuale maggioranza di centrodestra, facendo approvare tra gli altri un documento che condanna il Governo italiano per aver "bloccato" la partenza per l'OLAF dei tre funzionari precedentemente raccomandati da Fassino. Ossia, alla testa della delegazione italiana, una certa parte del Parlamento Europeo pretenderebbe di imporre i volti di suo gradimento, e non quelli graditi al Paese che questi dovrebbero rappresentare!
La questione è troppo seria per lasciarci andare a "banali" disquisizioni di diritto internazionale sulle ingerenze nei fatti interni di un Paese, anche perché questa faccenda ci sembra riconducibile non tanto ad un problema politico, quanto al problema già posto secoli addietro dal volto giocondo di nonna Antonia. Sì, Nonna Antonia, quella di Caligola per intenderci, il cui volto non era ritenuto adatto, dall'augusto nipote, alla conformazione delle spalle.
Non ce la sentiamo di sghignazzare, non solo per rispetto al Parlamento Europeo, che dovrebbe essere la massima espressione della democrazia rappresentativa europea, quanto per rispetto alla memoria della povera nonna Antonia, colpevole di non avere il profilo gradito all'augusto nipote, e perciò costretta a sgombrare il campo.
Lasciamo piuttosto questo piacere all'ineffabile Rutelli che, uscito dal suo abituale vacuum assorto-meditativo, esultava da Bruxelles perché "...L'Europa ha messo Berlusconi in minoranza...!".