Alla cortese attenzione del Caporedattore
COMUNICATO STAMPA
Il consigliere di Rifondazione Comunista del Quartiere Reno Domenico
Marracino ha fatto bene a sollevare il problema dell’accesso ad atti ufficiali
da parte di un pubblico amministratore qual è un consigliere di
Quartiere, incatenandosi ieri nella sede del suo Quartiere dopo 1 mese
e mezzo che aspettava la risposta dal Presidente del Quartiere stesso,
Stefano Grandi, e la segretaria Sig.ra Ferrando che negavano l’accesso
alle pratiche delle liste d’attesa per le Scuole Materne. Lunedì
14 luglio finalmente Marracino, dopo essersi incatenato, ha avuto la risposta
scritta del Quartiere, la quale motivava che, in base a ragioni di ratio
generale della legge 675 del 31/12/1996 sulla privacy, gli si permetteva
la visione dei dati ma non la loro trascrizione ed utilizzo per acquisire
ogni informazione possibile al fine di affrontare la situazione e cercare
di fornire agli esclusi una strada per reagire e trovare soluzioni.
Il Consigliere di Rifondazione Comunista, così come hanno fatto
i suoi compagni di partito negli altri quartieri, ha operato secondo quanto
è previsto dalla carica politica che egli ricopre agendo in nome
e per conto dei cittadini che lo hanno eletto, affinché sia operato
un controllo sulle azioni della maggioranza che governa, per verificare
che tutto corrisponda a criteri di giustizia e di equità, conformemente
alla legge sul decentramento art. 19 comma 7, a ciò che prevedono
i regolamenti e le procedure burocratiche e amministrative previste. Inoltre
i consiglieri di Quartiere, così come tutti i rappresentanti politici,
devono avere la possibilità di realizzare azioni, iniziative e vertenze
politiche, così come prevede la legge, per incentivare l’attività
della maggioranza oppure per contrastare atti che si ritengono lesivi dei
diritti di una parte dei cittadini.
Se ai consiglieri di Quartiere si impedisce questo è finita
la loro funzione, ma allora è finita anche per tutti gli altri rappresentanti
politici comunali, regionali e parlamentari, di maggioranza e minoranza,
perché il diritto deve essere lo stesso e non si può pensare
che la minoranza non possa accedere a ciò che gestisce la maggioranza,
oppure si ritiene che un politico non possa controllare l’operato degli
operatori amministrativi? Gli impiegati di Quartiere, il Direttore di Quartiere
conoscono e gestiscono procedure e atti che ai politici non è consentito
verificare, controllare?
A tutto questo risponda l’Amministrazione comunale: perché un
solo Quartiere si è opposto così duramente? è il solo
che ha la verità in tasca? oppure ci sono ragioni diverse che motivano
il Presidente Grandi ad avercela tanto con Rifondazione Comunista, che
porta avanti battaglie in difesa dei diritti dei cittadini come questa
delle liste di attesa per le scuole materne, per la difesa dei Presidi
sanitari di quartieri, etc.?
Carlo Rasmi
Consigliere regionale PRC