La Consigliera Patrizia Cantoni ha presentato un’interrogazione per denunciare la difficile situazione in cui versa il servizio di ristorazione all’interno dell’Ateneo bolognese, dato in appalto dall’Azienda Regionale per il diritto allo Studio (ARSTUD) alla ditta privata Gemeaz. Nonostante il D.P.C.M. del 30-04-1997 fissi a 8.500 lire il prezzo massimo di un pasto completo e, contemporaneamente, consenta alle Aziende Regionali che hanno fissato prezzi superiori di mantenerli, l’applicazione di una tariffa eccessivamente elevata, 13.000 lire per pasto completo, ha portato ad un drastico calo dell’utenza studentesca e, di conseguenza, ad un taglio di personale da parte della Gemeaz ed alla chiusura di due delle quattro mense. La condizione per rilanciare il servizio di ristorazione e salvare posti di lavoro risiede, come sottolineato da diverse associazioni studentesche, tra i quali i Giovani Comunisti, nell’abbassamento del prezzo del pasto a 6.000 lire introducendo, nel contempo, meccanismi di esenzione parziale proporzionalmente alle fasce di reddito. Cantoni ritiene gravi e sconcertanti le dichiarazioni rilasciate dall’assessore Rivola alla stampa con le quali non solo si tenta di dividere lavoratori e studenti, uniti nella lotta, ma si sostiene che, per questi ultimi, "la festa è finita, la befana in questo paese non tornerà più" come se, fino ad ora, gli studenti avessero mangiato gratuitamente e mai pagato alcuna tassa universitaria. Se l’assessore fosse dotato di un minimo di buon senso, dovrebbe scusarsi pubblicamente con le migliaia di studenti dell’Ateneo di Bologna per i toni inopportuni che ha utilizzato.
L’addetto stampa