Bologna, 28 gennaio 1998
Alla Presidente del Consiglio regionale
INTERROGAZIONE
presentata dalla consigliera Patrizia Cantoni e dal consigliere Rocco Gerardo Giacomino.
Premessa
- la grave situazione della psichiatria nella città di Modena, nella quale si assiste ad un
concentramento della risposta ospedaliera relativa a tutto il territorio provinciale, in
assenza di Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura (SPDC) nelle zone di Modena Nord e
Modena Sud;
considerato
- che la soluzione che l’AUSL modenese, con l’assenso dell’Assessorato regionale
competente, aveva indicato per ovviare a questo problema consisteva nel mantenere a
Modena, sia pure temporaneamente, i Presidi Diagnosi e Cura, lasciando quello tuttora
attivo a copertura della domanda proveniente da Modena città ed individuandone altri due
(uno presso la Clinica Universitaria, l’altro presso la Clinica privata ‘Villa Igea’) per
rispondere alle richieste provenienti dalla provincia;
- che tale soluzione - oltre a non essere coerente con i principi del necessario collegamento
dei SPDC con l’ospedale generale e a non dare una soddisfacente risposta alle esigenze
dei pazienti e di loro familiari che risiedono fuori Modena - è fortemente avversata da
forze politiche (tra le quali il PRC), da operatori del settore e, recentemente, anche dalla
‘Consulta regionale per la salute mentale’ che, per bocca del suo Presidente, ha dichiarato
la propria ferma contrarietà, soprattutto per quel che riguarda il SPDC che dovrebbe
essere attivato presso ‘Villa Igea’, e l’intenzione di adire le vie legali qualora l’AUSL
modenese procedesse nella direzione indicata;
rilevato
- che a tutt’oggi l’unico SPDC funzionante è quello presso l’Ospedale modenese - con una
ricettività, sulla carta, di 15 posti letto - visto che non sono stati ancora attivati gli altri
due Presidi previsti;
- che pubbliche denuncie sullo stato di fatto del SPDC - apparse in questi giorni sulla
stampa locale - definiscono ‘drammatica’ la situazione, in quanto la media non è di 15,
bensì di oltre 25 pazienti ricoverati quotidianamente presso la struttura del Presidio
Diagnosi e Cura;
- che il sovraffollamento del SPDC modenese comporta condizioni di lavoro difficili per il
personale infermieristico, il cui numero è calibrato sui teorici 15 p.l. e non sugli effettivi
25/30 (con la conseguenza, fra l’altro, che ad esserne penalizzata è proprio l’assistenza
agli ammalati), nonché condizioni disagevoli per i pazienti ricoverati e per i loro familiari
(alcuni letti sono sistemati in corridoio, alcuni degenti maschi sono ricoverati nelle
camere riservate alle pazienti, i servizi igienici si rivelano insufficienti ed inadeguati per
far fronte alle esigenze dei pazienti);
- che, oltre ad essere in numero insufficiente per il numero di pazienti effettivi, gli
infermieri in servizio presso il Presidio Diagnosi e Cura dell’AUSL modenese non
godono dell’indennità di rischio, riconosciuta invece da altre AUSL della regione;
si interroga la Giunta e l’Assessore competente per sapere:
- se siano a conoscenza della situazione sopra descritta;
- quali azioni intendano intraprendere per ovviare alla situazione di sovraffollamento,
fermo restando che la soluzione di attivare, anche solo temporaneamente, un SPDC
presso la clinica privata ‘Villa Igea’ dovrebbe essere abbandonata, alla luce dei principi
enunciati dalla legge 180/78 (c.d. legge Basaglia);
- se si ritiene di poter intervenire sull’AUSL modenese per un ampliamento dell’organico
del personale paramedico e per il riconoscimento dell’indennità di rischio agli infermieri
in servizio presso il SPDC.
Patrizia Cantoni Rocco Gerardo Giacomino
               (
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