GRUPPO CONSILIARE
VERDI - SOLE CHE RIDE
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
GRUPPO CONSILIARE
RIFONDAZIONE COMUNISTA
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Bologna, 18 giugno 1998
alla Presidente del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna
RISOLUZIONE
IL CONSIGLIO REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA
PREMESSO
- che l’evoluzione economica e sociale del nostro Paese ha portato e porterà il nostro paese sempre
ad una maggiore domanda di mobilità di merci e di persone;
- che il sistema europeo sembra decisamente orientato a privilegiare, già da oggi e sempre più per il
futuro, mobilità comportanti un minor impatto ambientale possibile, privilegiando il trasporto su
rotaia a quello su gomma;
- che le caratteristiche morfologiche del territorio italiano implicano un’attenta considerazione delle
compatibilità ambientali, in vista di una necessaria riqualificazione del sistema complessivo dei
trasporti, che si ispiri davvero al criterio dello "sviluppo sostenibile";
RITENUTO
- che l’originario Progetto di Alta Velocità, nelle sue linee fondamentali è nato sulla base di indirizzi
generali in gran parte non condivisibili, soprattutto per quanto si riferisce:
- al notevole e negativo impatto ambientale, determinato dalla scarsa compatibilìtà del Progetto con
le caratteristiche morfologiche della zona d’attraversamento, nonché con la densità abitativa del
territorio (soprattutto per quanto riguarda il tratto padano);
- alla mancata definizione dei piani d’esercizio previsti per la linea storica e per la nuova linea, il che
ha pregiudicato ogni possibile programmazione di lungo periodo rendendo impossibile effettuare
scelte chiare e definitive, da parte delle Amministrazioni interessate;
- alla scelta prioritaria, in fase di progettazione, di conseguire una velocità superiore ai 300 Km/h, in
assenza di certe e coerenti indicazioni di utilizzo, e in presenza piuttosto di un sicuro maggior danno
ambientale e di un altrettanto probabile incremento dei costi;
- alla accertata sottovalutazione delle esigenze relative al trasferimento di una significativa quota del
trasporto merci sulla nuova linea, nonché delle necessità legate al pendolarismo sulle distanze medio
brevi;
- alla lacunosità ed incompletezza delle norme di garanzia e di compensazione per le residenze, le
attività, i terreni e la salute dei cittadini e delle comunità locali direttamente coinvolte nel Progetto
stesso;
- che per questi motivi il Progetto di Alta Velocità ha subito importanti modifiche, a partire dal nome
(Alta Velocità, poi Quadruplicamento Veloce, poi Alta Capacità), anche grazie all’apporto critico e
nello stesso tempo propositivo di cittadini, tecnici, forze politiche, associazioni, comitati ed
amministrazioni locali;
- che, anche in funzione dello stato di degrado nel quale si trova il sistema ferroviario italiano, non
solo in relazione agli incidenti avvenuti negli ultimi mesi, occorre orientarsi verso una completa e
globale revisione dell’attuale Progetto di Alta Velocità, rendendolo più integrato al sistema attuale,
abbattendone i costi, anche per liberare risorse destinabili alla ristrutturazione ed all’ampliamento
della rete attuale, sia per il trasporto merci che per il trasporto persone, e per ottenere una più
elevata tutela dell’ambiente e della salute, e soprattutto una più efficace salvaguardia degli interessi
dei cittadini direttamente coinvolti;
- che la partecipazione del privato al progetto è da ritenersi puramente fantomatica in quanto
l’acquisizione dell’intero pacchetto azionario di TAV da parte di FS determina la piena
responsabilità finanziaria di quest’ultima così come evidenziato dalla Corte dei Conti;
- che, in ogni caso, gli interessi degli investitori di capitali e delle imprese interessate agli appalti, non
possono prevalere rispetto all’interesse generale ed irrinunciabile di un reale potenziamento ed
ammodernamento della rete ferroviaria del paese;
- che pertanto lo spezzettamento della tratta, privo di ragioni tecniche, e la spinta alla frettolosa
apertura dei cantieri appaiono in contraddizione con la necessità di procedere ad una radicale
revisione dell’attuale Progetto di Alta Velocità;
PRESO ATTO
- che è intenzione convocare entro luglio a Roma una Conferenza dei Servizi per l’Alta Velocità che
dovrebbe approvare il progetto esecutivo della sub-tratta Reggio Emilia - Modena;
CONSIDERATO
- che oltre quanto esposto in premessa è già sufficiente a suggerire un rinvio della Conferenza dei
Servizi;
- che il tracciato della sub-tratta Reggio Emilia - Modena, previsto distante dalla linea “storica”,
presenta numerose lacune e contraddizioni, comportando, nel modenese, nei soli 31 km. di
tracciato, uno spreco di 2.800.000 mq. (28 ettari) di terreno, oltre ai 2.000.000 mq. occupati da
cantieri e viabilità, con rilevanti danni ambientali ed economici alle attività attraversate dal percorso,
non ancora quantificati nella loro reale entità;
- che quanto sopra ha suscitato forti critiche da parte di cittadini, tecnici, forze politiche, associazioni,
comitati ed amministrazioni locali, che hanno più volte sollecitato una modifica al tracciato;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE:
1) ad attivarsi affinché la Conferenza dei Servizi prevista per luglio non chiuda l’iter autorizzativo della
sub-tratta Reggio Emilia - Modena;
2) a sollecitare i competenti organismi nazionali a valutare l’opportunità di un attento riesame
dell’intero progetto anche alla luce dei pesanti rilievi mossi dalla Corte dei Conti all’impianto
finanziario dell’Alta Velocità;
3) a riferire al Consiglio Regionale, prima di dare l’eventuale assenso in sede di Conferenza dei Servizi
alla chiusura della sub-tratta Reggio Emilia - Modena.
Rocco Gerardo GIACOMINO Daniela GUERRA Patrizia CANTONI
               (
geocities.com/capitolhill)