Luigi Cipriani, La cosiddetta Sip parallela (presentato sotto forma di relazione alla Commissione stragi nella primavera 1991)
" Le telecomunicazioni sono, per i servizi di ogni paese,
uno dei cardini delle loro attività. Qui i servizi sono di casa
e la Stet può comodamente mutuare privilegi in commesse militari
con attività parallele della Sip. E' tra il '68 e il '69 che la
Cia decide di costituire la rete occulta e quindi la Sip sta per apprestare
al suo interno la nuova rete occulta "
Andreotti, il generale Ambrogio Viviani, ex capo del
controspionaggio del servizio segreto, giornali che riportano le notizie
sulle indagini del giudice Casson ci hanno confermato -e si tratta di conferme
certamente autorevoli- che le ipotesi più volte espresse in passato,
circa l'esistenza di una rete occulta e segreta, con compiti non ancora
ben circoscritti, non erano frutto di fantasia. Certamente una rete di
questo tipo, per quanto se ne sa, ha bisogno di una struttura di supporto
altrettanto segreta o per lo meno coperta dal segreto. Di certezze, a questo
proposito, ne abbiamo una, e cioè che all'interno della Sip è
stato costituito un reticolo operativo, articolato territorialmente, strutturato
gerarchicamente secondo lo schema organizzativo dell'azienda: livello di
direzione generale, regionale e di agenzia.
La Sip, in effetti, ha sempre avuto una certa propensione
a collaborare con i servizi in modo illegale. La sua collaborazione con
il Sifar per la realizzazione delle schedature attuate dal generale De
Lorenzo (che si serviva di intercettazioni illegali) è dimostrata
inequivocabilmente dalla circolare interna n. 54 del 6 giugno 1968. Infatti,
con tredici anni di ritardo, la Sip informa le sedi operative delle proprie
dipendenze che la legge n. 517 del 18 giugno 1955 ha modificato le norme
per poter operare intercettazioni telefoniche. Prima di quella legge, chiunque
si fosse qualificato come agente di polizia giudiziaria aveva libertà
di accesso alle centrali telefoniche per operare o ordinare intercettazioni
telefoniche. La legge del 1955 modificava tale procedura poiché
rendeva obbligatorio, per gli agenti che si presentavano alla Sip per tali
operazioni, l'esibizione di un decreto motivato di autorizzazione dell'autorità
giudiziaria. Ci vuol poco per capire che per ben tredici anni tutto ha
funzionato come se la legge non esistesse, poiché la Sip ha "dimenticato"
di dare disposizioni e rendere note le nuove norme del codice di procedura
penale.
La decisione della Sip non è né fortuita
né casuale. Il 6 giugno 1968 è già noto che il colonnello
Rocca sarà interrogato dalla Commissione parlamentare d'inchiesta
che indaga sulle deviazioni del Sifar e la Sip si cautela. Il colonnello
Rocca si "suiciderà" il 27 giugno 1968. Rocca, oltre ad essere il
capo dell'ufficio Rei del Sifar dal 1962, era il curatore del piano di
offensiva anticomunista Demagnetize e il suo nume tutelare era Thomas Karamessines,
capo della sezione Cia a Roma. Ma la datazione della circolare Sip può
avere anche un altro significato. Infatti, anche secondo quanto affermato
dal generale Ambrogio Viviani, già capo del controspionaggio del
servizio militare, è tra il '68 e il '69 che la Cia decide di costituire
la rete occulta e quindi la Sip, oltre a ragione di cautela per quanto
potrebbe emergere dall'inchiesta, sta per apprestare al suo interno la
nuova rete occulta. L'estensione della circolare, in conclusione, invita
il personale dell'azienda ad essere flessibile nell'adozione delle nuove
norme poiché scrive "... alcuni casi particolari potrebbero dare
adito ad interpretazioni diverse da quelle progettate: sarà perciò
opportuno che, in tale ipotesi, si eviti di assumere atteggiamenti troppo
rigidi ed intransigenti. Comunque, in presenza di casi particolari, potrete
interpellarci per le vie brevi circa la condotta da tenere". È un
vero invito ad eludere la legge qualora qualcuno ne abbia la necessità:
eventuali assensi saranno dati ai più dubbiosi a voce o telefonicamente
(tanto da non lasciar tracce) e cioè "per le vie brevi". Questo
documento costituisce una prova storica del legame esistente tra servizi
e Sip.
Nel mese di maggio 1977 il sostituto procuratore della
repubblica di Bologna, dottor Claudio Nunziata, avviò una inchiesta
nei confronti della Sip (p.567/0/77) relativamente a dispositivi di prova
di ascolto che non erano dotati dei toni acustici di inclusione come previsto
dalla legge. A conclusione dell'indagine furono rinvenuti elenchi di utenze
intercettate per periodi anche di 36 mesi senza notizia di alcuna autorizzazione
dell'autorità giudiziaria. Si badi che accanto al numero telefonico
(esatto) era posto un nominativo di fantasia affinché i tecnici
che dovevano realizzare le connessioni ignorassero l'identità degli
utenti: che erano, in gran parte, partiti politici, giornalisti, operatori
di vari settori.
Le telecomunicazioni sono, per i servizi di ogni paese,
uno dei cardini delle loro attività. La Sip è posseduta quasi
totalmente dalla finanziaria Stet, che raggruppa un notevole gruppo di
società. Oltre alle telecomunicazioni Italcable, Telespazio e Sip,
la Stet possiede grossi complessi per la produzione di materiale militare,
quali ad esempio la Selenia, la Oto-Melara, la Vitro-Selenia, la Elsag,
ecc. Qui i servizi sono di casa e la Stet può comodamente mutuare
privilegi in commesse militari con attività parallele della Sip.
Fino a pochi mesi fa, presidente della Stet era Michele Principe, piduista
per sua stessa ammissione. In precedenza era l'amministratore delegato
della Selenia di cui in seguito divenne presidente. Principe è l'uomo
della Nato nel settore delle telecomunicazioni, dove ha trascorso una vita,
con compiti particolari. Agli inizi della sua carriera è stato dirigente
della segreteria Nato presso il ministro delle poste, divenendo in seguito
presidente del delicatissimo organismo strategico della Nato nel settore
delle telecomunicazioni Civil communications and Planning committee". Principe
entrò nelle telecomunicazioni nel 1948 e già allora iniziano
i suoi legami con servizi e Nato. È l'uomo della P2 inserito nel
commercio delle armi (Selenia) e nel delicatissimo settore delle telecomunicazioni.
È stato responsabile della realizzazione della ragnatela delle reti
occulte della telecomunicazione.
Passiamo ora ad esaminare il documento che reca l'intestazione
"Po/src regolamento interno di sicurezza per la tutela del segreto". Questa
struttura è collegata al Sismi: la prima copia infatti è
inviata alla autorità nazionale della sicurezza. L'organizzazione
amministrativa è quella tipica dei servizi. Che sia una struttura
inserita nei servizi lo si desume anche dal fatto che l'autorità
nazionale della sicurezza non si limita ad omologare la proposta della
Sip, per quanto riguarda "l'incaricato della sicurezza", ma è il
servizio che lo designa su proposta ecc. Nel fascicolo, tra i vari compiti
assegnati agli incaricati dei settori, si fa cenno alla realizzazione di
collegamenti predisposti a seconda dei "vari stati di allarme" e ciò
fa intendere che gli allarmi sono di diversi livelli e diversi sono i collegamenti.
Si fa riferimento inoltre alla Difesa civile. È
certo che su questo punto i tentativi, come vedremo in seguito, di confondere
la Protezione civile e la Protezione impianti con la Difesa civile sono
molteplici. In Sip esiste la struttura denominata Protezione e sicurezza
impianti che nulla ha a che vedere con quella prevista dal documento n.1.
Essa è palese e il servizio che la gestisce ha una sigla ben precisa,
Sg/pi. Anche la Protezione civile è struttura palese e non occulta.
Nel caso di alluvioni e terremoti, la Sip può raccordarsi con la
Protezione civile per il ripristino di linee e centrali e per far ciò
non ha certamente necessità alcuna di una struttura occulta.
Si è sempre saputo, per voci che circolavano,
che la Sip ha predisposto un sistema di interruzione territoriale delle
comunicazioni, tanto che un utente di Roma potrebbe ad esempio connettersi
con il sud e non con il nord, mentre una rete parallela consentirebbe la
perfetta regolarità delle conversazioni ad utenti prefissati. Ecco
perciò la "sala dei collegamenti", e "collegamenti predisposti"
a "seconda dei vari stati di allarme". Anche Pecorelli, su O.P. del 19/9/74,
scriveva a questo proposito (vedi all.4). Vogliamo ricordare che con il
pretesto della protezione civile Scelba, Tambroni, per due volte Taviani,
poi Restivo hanno tentato dal 1951 al 1970 inutilmente, perché bocciate
dal Senato, di far passare leggi per la difesa civile. È anche facilmente
intuibile che la struttura occulta della Sip è funzionale e di supporto
alla rete occulta di cui hanno parlato Andreotti e in particolare il generale
Viviani. Questi, nell'intervista rilasciata a Radio radicale il 24 luglio
1990, tra l'altro afferma che la rete occulta fu costituita a causa della
grande preoccupazione da parte americana di un cedimento degli assetti
politici esistenti nel nostro paese, con il pericolo di una svolta a sinistra.
In realtà questa struttura, sempre secondo il generale Viviani,
sarebbe intervenuta, nel caso si fosse verificata tale ipotesi, con i mezzi
a sua disposizione. In altri termini il settore delle telecomunicazioni,
importantissimo per la rete, funge da supporto indispensabile, ed ecco
quindi la costituzione presso la Sip di un organismo occulto.
In proposito due interrogazioni parlamentari sono state
presentate al governo rispettivamente il 6 febbraio 1987 dal sen. Flamigni
e l'8 febbraio 1989 dall'on. Capanna. Le risposte date rispettivamente
da Gava e da Mammì sono elusive e menzognere. Infatti alla fine
il ministro risponde mentendo poiché attribuisce alla Segreteria
circuiti speciali il compito della Protezione e sicurezza degli impianti,
quando, come si è visto, tale struttura esiste in Sip ed è
palese. Singolare è che a capo di tale organismo sia stato posto
un funzionario della Stet. Non si capisce inoltre perché un'azienda
per proteggere i propri impianti dovrebbe chiedere l'autorizzazione al
ministro per creare un servizio a ciò preposto. In chiusura, Gava
evita accuratamente di rispondere all'ultimo quesito posto dall'interrogante.
La risposta alla seconda interrogazione è più articolata
e complessa della prima e non si capisce perché Gava abbia risposto
in maniera diversa. Anche qui si continua a dire cose false. Infatti nelle
centrali sono attestati o transitano collegamenti delle questure, delle
prefetture, dei servizi di sicurezza, delle forze armate e dei settori
più delicati dello stato. Non sono segreti i collegamenti che servono
alla Protezione civile. Nella normativa si fa riferimento alla Difesa civile!
Anche i collegamenti di interesse militare sono da sempre frammisti o isolati
da quelli di interesse civile. In tutti i paesi saranno pianificati gli
interventi, i provvedimenti da adottare in caso di eventi bellici. Qui
si continua a rispondere il falso. La struttura atta? Queste persone che
cosa avrebbero dovuto fare? Sono quasi tutti dirigenti.è sorta per
finalità ben diverse. Basterebbe controllare l'elenco dei vari allarmi
impartiti, per capire che tutto ciò serve a ben altri scopi. La
Commissione Moro convocò in audizione l'ing. Aragona, rappresentante
della Sip. Questi rispose per iscritto, escludendo l'esistenza presso la
Sip di qualsiasi struttura che non fosse quella preposta alla sicurezza
degli impianti, collegata con la protezione civile. Quindi perché
tali reticenze? L'allegato n. 10 elenca in ordine decrescente di importanza
le persone incaricate alla ricezione e diramazione di messaggi di allarme.
Di quali allarmi si tratta? Queste persone che cosa avrebbero dovuto fare?
Sono quasi tutti dirigenti...
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