Circolo delle telecomunicazioni - Roma
CONGRESSO DEL PRC – EMENDAMENTO ALLA TESI n°9
Le Crisi ambientali
L’uomo ha unito al suo primordiale “istinto predatore
” (regolato dal suo cosidetto “cervello rettile”) l’uso del dito
pollice opponibile che gli ha permesso gradatamente di sviluppare l’intelligenza
e che lo ha portato al “WEB” ed alla creazione del suo gemello virtuale
nelle reti telematiche (Avatar).
A prescindere dalle idee politiche, l’ecologia umana
ha comunque portato la nostra specie in una dimensione culturale completamente
“fuori” da un concetto naturale di esistenza. Paesi come l’ex
Unione Sovietica hanno provocato danni ambientali enormi (Chernobyl, Lago
di Aral, Siberia…) non perché ci fosse la globalizzazione a dettare
legge bensì per la voglia di credere a dismisura nelle capacità
umane di dominare la natura, dal micro al macrocosmo. Detto
questo vorrei tentare di dare il mio contributo per correggere parzialmente
il contenuto della tesi che analizza le “Crisi ambientali”:
- 1) non è corretto affermare che “sono
le alterazioni introdotte a portare l’ecosfera al collasso totale
”, bensì la velocità di immissione di tali alterazioni
…………….. sintetizzando, in un ambiente che cambia le sue caratteristiche
nell’arco di migliaia di anni gli organismi viventi sono in grado di “adattarsi
progressivamente all’ambiente ma se la velocità è repentina
(es.catastrofe naturale che diminuisce la quantità di irrdiazione
o aumenta il tasso di CO2 a dismisura) il grado di mortalità può
portare la/le specie anche all’estinzione;
- 2) cosa si intende per “degrado dell’ambiente
” … nel comune senso delle cose (che di solito differisce dal
buon senso) se un castoro costruisce una diga è un’opera della
natura ma se gli uomini costruiscono una diga, tale manufatto è
comunemente inteso come “artificiale”. Tornando al concetto di degrado,
si può invece certamente affermare che fino ad oggi non è
stata mai garantita sul pianeta la biodiversità perché la
specie umana non ha mai capito quale sia la sua collocazione nella catena
alimentare. Di fatto l’ecosistema dell’era quaternaria stà
mutando velocemente verso un altro tipo di ecosistema, che sarà
sempre più ostile per tutti gli esseri viventi con struttura chimica
del carbonio. Con questo tasso di industrializzazione, di antropizzazione
del territorio e di immissione degli inquinanti chimici mutageni, ben presto
sarà difficile poter respirare una quantità di aria con un
tasso appena sufficiente di ossigeno, indispensabile per il sistema di vita
attuale. Si verificheranno numerose mutazioni ed adattamenti ma anche la
morte di numerose specie, con una riduzione repentina della biodiversità.
Per evitare tutto questo bisognerebbe imporre ai Paesi più
industrializzati una limitazione delle emissioni inquinanti ed il rispetto
per legge di tutte le forme di vita vegetali ed animali ed a quelli in
via di sviluppo un programma di armonizzazione tra le aspettative di vita
della popolazione umana ed il rispetto degli ecosistemi.
- 3) Non è solo il “moltiplicarsi degli spostamenti
per le esigenze della produzione globale ad accrescere a dismisura gli
impatti …” per esempio la sostituzione d'una religione con un'altra
può modificare usi e costumi di quel popolo (es.sostituzione della
religione animista africana con quella cristiana cattolica), provocando
una variazione del tasso di natalità/mortalità oppure un’alterazione
della nicchia trofica;
- Quando non esisteva ancora la “globalizzazione”, nell’ex
Dahomey (Benin) i nostri antenati bianchi AngloSassoni (leggi scimmia nuda
del Nord) hanno sostituito piantagioni di manioca con quelle di tabacco,
cacao etc da esportare sui mercati europei.
- Questo per dire che, anche senza spostamenti di masse
umane si è provocato e si genera tutt’ora morte e distruzione provocando
uno squilibrio alimentare tra quelle tribù e l’ambiente;
- 4) è giusto quindi affermare che “la rottura
tra la produzione alimentare e la sua dimensione territoriale distrugge
i territori stessi e mette a rischio la produzione” però
bisogna andare a fondo sul concetto di Organismi geneticamente
Modificati per capire qual è il compromesso tra necessità
di sopravvivenza di tutti gli individui della nostra specie e la reale
capacità portante dell’ambiente. Esiste infatti una sorta di
ipocrisia culturale da parte dei comunisti riguardo la trattazione di tale
scottante argomento. Un conto è dire che esistono talune multinazionali
che detengono la banca del DNA delle singole specie vegetali, tali da indurre
la mancanza di fertilità da un raccolto all’altro o l’insorgenza
di allergie o la cangerogenesi (sementi della Monsanto), diverso è
aumentare “tecnicamente” (es.mediante radiazioni al Cobalto) il tasso
di mutazione indotto sulle specie vegetali al fine di creare quello
che la natura produrrebbe con un “tempo maggiore” ovvero specie con caratteristiche
migliori in qualità e quantità di biomassa ” (es. chicchi
di frumento con una biomassa maggiore). Se non si fa chiarezza su
queste cose si rischia di buttare il bambino con tuta l’acqua sporca!!!
- 5) per quanto riguarda il “predominio delle classi
dominanti che cercano di garantire la sopravvivenza dell’attuale modello
”, insisto nell’affermare che il problema non è solo politico (anche
se capisco che a qualcuno stò rompendo il giocattolo affermando ciò!)
perché esiste anche una componente biologica…così come la
“scimmia nuda” ha eliminato intorno a sé le “scimmie pelose” che
potevano competere sulla stessa nicchia alimentare, ora si stà giocando
una partita intraspecifica pericolosissima, di sopravvivenza di un tipo
di uomo piuttosto che un altro (e non è questione di razza!),
il predatore economista contro il naturalista, il popolo degli
uomini contro i soldati blu, gli Statunitensi ed i loro alleati contro il
resto del mondo..“Capo Seattle” aveva previsto tutto, la sua ammonizione
ecologica si stà forse già avverando!?
Certo che “un nuovo mondo è possibile
” ma per edificarlo è necessaria una nuova Resistenza
, imporre i grandi temi della salvaguardia della biodiversità,
creare una società nuova basata sull’equilibrio, la democrazia ed
il rispetto di “Gaia”…prima che sia troppo tardi!!
Emilio Carbone
Segretario del Circolo delle Telecomunicazioni
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