APPROVATO IL PATTO TERRITORIALE DELL’AGRO NOCERINO - SARNESE: UN’OPPORTUNITA’ PER RIDEFINIRE LE LINEE DELLO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE E CREARE NUOVA OCCUPAZIONE.

 

L’agro nocerino - sarnese rientra nelle dieci aree del territorio nazionale dove l’Unione Europea intende sostenere l’occupazione e lo sviluppo, attraverso l’istituzione di "Patti territoriali". Che cosa si intende per "Patto territoriale"? Un accordo tra diversi soggetti pubblici e privati, economici, politici e sociali, operanti in un territorio omogeneo, quale è il nostro, rispetto agli obiettivi di sviluppo da realizzare, con la finalità di rivitalizzare il sistema produttivo e i servizi mediante progetti mirati a garantire soprattutto nuova occupazione. Una rete formale, quindi, di soggetti locali disponibili a farsi carico del problema dello sviluppo locale. E un’opportunità offerta dall’U.E. che, per la portata e l’innovatività della stessa idea di "Patto" potrebbe trasformare radicalmente il nostro territorio nella misura in cui vi sia accordo e volontà di uscire dall’arretratezza in cui l’agro è piombato dopo tanti decenni di malgoverno e disimpegno sociale.

Quando e da dove nasce l’idea di "Patto territoriale"? Nasce nei primi anni ’90 dal metodo della programmazione negoziata nelle aree in crisi a seguito del superamento del modello dell’intervento "a pioggia" e soprattutto dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno. Ma è solo negli anni più recenti che l’esigenza di affidare agli attori locali la gestione "ordinaria" dello sviluppo trova attuazione in appositi strumenti normativi con la legge 662/96.

In Italia i Patti costituiti dal 1995 al 1997 sono 109, la gran parte nel Sud. Finora ne sono stati approvati 12. Altri sono in attesa di definizione.

Il Patto territoriale è uno strumento per sperimentare modelli di integrazione intersettoriali, su criteri "razionali" di uso delle risorse. Un incentivo alla formazione e alla crescita di una cultura di organizzazione e gestione delle risorse, esistenti o attivabili, "per progetti utili". Ma il "Patto" è importante anche per il metodo di attuazione che presuppone la definizione di un accordo che individua obiettivi e modalità, e stabilisce gli atti da adottare semplificando i procedimenti amministrativi, predisponendo i termini di espletamento degli adempimenti.

I settori d’intervento sono l’industria, l’agro -.industria, l’ambiente, le infrastrutture, i servizi e il turismo. Si prevede lo stanziamento fino a 100 miliardi di lire ( 50 milioni ECU), oltre ai contributi delle amministrazioni locali e ad altri contributi ottenibili nell’ambito dei fondi strutturali europei da altre linee di finanziamento.

Firmatari del Patto territoriale dell’agro nocerino - sarnese nella prima attività di concertazione sono: i Comuni dell’agro ( Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Angri, Scafati, S. Egidio del Monte Albino, S. Marzano , S. ValentinoTorio, Sarno, Castel S. Giorgio, Roccapiemonte.)

la Regione Campania; la Provincia di Salerno; la CCIAA di Salerno; i Sindacati; le Associazioni di categoria (Confcommercio, Anicav, Confederazione Italiana Agricoltori, Ortofrutta, Associazione Costruttori Edili, CNA, A.P.I. , Lega delle Cooperative); la GEPI; l’Assindustria, il Consorzio di Bonifica, la Soprintendenza BAAS di Avellino e Salerno; la Stazione sperimentale Industria conserve alimentari, il Banco di Napoli la Deutsche Bank, la Cassa di Risparmio salernitana, l’Artigiancassa, la Caritas diocesana, Legambiente e la fondazione A. Genovesi di Salerno-SDOA. Nella seconda attività di concertazione hanno chiesto di aderire al Patto, sottoscrivendolo, anche l’ERSAC e l’ARCI.

Il Patto ha una sede nel Comune di Nocera Inferiore, in via Matteotti n. 14, un punto di riferimento e di coordinamento sul territorio per istituzioni, operatori economici, associazioni e cittadini che vorranno acquisire informazioni sulle attività e le procedure relative al Patto.

Il Protocollo d’Intesa del Patto territoriale per lo sviluppo e l’occupazione nel nostro agro è stato sottoscritto a Roma, presso la sede del CNEL. A questo è stato aggiunto il 22 luglio, su proposta della Caritas diocesana, un protocollo integrativo, come previsto dalla Legge, nel campo dei servizi alla persona. Questa rappresenta una novità e una peculiarità in quanto oltre al programma più strettamente economico è stato inserito anche un programma a favore delle fasce deboli, nell’ambito dello sviluppo di più efficaci politiche sociali nell’agro. La Caritas diocesana, s’impegna, con questa iniziativa nel promuovere le condizioni perché i problemi delle fasce deboli della popolazione (anziani soli e non autosufficienti, disabili, minori a rischio, tossicodipendenti, ecc.) siano considerati anch’essi di prioritaria importanza, estendendo così l’opportunità offerta per la dimensione più direttamente economica anche a quella sociale.

L’intento è arrivare in campo sociale ad un Piano di Zona dei servizi socio-sanitari, così come esiste, ad esempio, il P.R.G. in materia urbanistica.

Alla realizzazione di tale protocollo sociale concorrono, ciascuno per le proprie competenze:

la Regione Campania che si impegna :

 

a favorire la realizzazione degli obiettivi previsti, definendo gli assetti territoriali secondo le esigenze comprensoriali che dovessero maturare .

ad inserire il piano comprensoriale delle strutture e dei servizi alla persona dell’agro Nocerino-sarnese, quale progetto pilota, all’interno di un più vasto e organico piano di programmazione territoriale della Regione.

ad assicurare le fonti di finanziamento per la realizzazione delle opere infrastrutturali di sua competenza.

 

L’Amministrazione Provinciale di Salerno che si impegna 1) a svolgere, quale ente di coordinamento, tutte le iniziative di promozione e 2) a mettere a disposizione proprie fonti di finanziamento.

I Comuni dell’agro e l’ASL che s’impegnano a disegnare e a governare il territorio in una dimensione comprensoriale con la predisposizione anche di una rete di strutture nel campo dei servizi alla persona. La GEPI dà il proprio apporto nella fase progettuale e nelle relazioni con gli Enti Locali.

La CGIL , CISL, UIL, si attivano perché la dimensione sociale dia luogo, con la creazione di strutture e di servizi alla persona, a un aumento della base occupazionale.

 

GLI OBIETTIVI DEL PATTO

 

  1. Le Città: intervenire per la valorizzazione dei centri storici, per la riqualificazione dei quartieri in crisi, per il recupero delle aree dismesse, per la realizzazione delle infrastrutture, per il recupero del patrimonio immobiliare ecc.
  2. L’Ambiente: incentivare le politiche ambientali sia con riguardo all’ambiente naturale (impianti di depurazione, raccolta differenziata, formazione ecc), sia all’ambiente umano (ad es. lotta alla cultura criminale e all’usura, diffusione dell’educazione civica, ecc.)
  3. Industria-servizi-artigianato: realizzare e organizzare aree di insediamento produttivo e sostenere le imprese sia direttamente con aiuti, sia indirettamente con lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, dei servizi e della formazione, delle infrastrutture
  4. Turismo e beni culturali: valorizzare il grande patrimonio artistico, archeologico e culturale dell’area interessata e sostenere le nuove forme di turismo
  5. Ricerca e sviluppo: favorire l’innovazione e il collegamento del mondo della ricerca e della formazione con quello imprenditoriale e con la Pubblica Amministrazione
  6. Politiche sociali e Terzo settore: incentivare e organizzare le imprese del no - profit e i centri di assistenza per creare nuove opportunità di lavoro.
  7. Politiche del lavoro; intervenire sul territorio per promuovere i nuovi strumenti e le nuove opportunità di lavoro e incidere con politiche attive sui fenomeni del lavoro nero e della eccessiva stagionalità dell’occupazione. Incentivare le aziende in emersione.
  8. Pubblica Amministrazione: implementare nuove strategie di organizzazione e gestione degli Enti Pubblici, attraverso la formazione, la riqualificazione e l’adozione di strumenti innovativi ( ad. es. società mista).

 

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