IL PIANO DI ZONA

Il Piano di Zona dell’Agro nocerino – sarnese è sorto su iniziativa della Caritas diocesana, da un’esigenza sentita da tutte le Amministrazioni locali e dalle rappresentanze del terzo settore e del volontariato, nel quadro di una totale assenza di legislazione a livello regionale.

E’ stato, in effetti, lo sbocco organico di una serie di iniziative nel campo della promozione dei servizi sociali, avviate attraverso protocolli di intesa tra la Caritas, e gli Assessorati alle Politiche sociali, costituitisi in un "Coordinamento" formalmente riconosciuto da atti deliberativi delle istituzioni locali interessate.

 

La costruzione del Piano di zona s’è snodata in vari momenti e il progetto formativo e di assistenza tecnica della elaborazione di esso è stato affidato alla Fondazione "E.Zancan" .

 

Il Piano si è innestato su un precedente percorso locale di concertazione tra soggetti. E’ di recente formazione, infatti, il "Patto territoriale per l’occupazione dell’Agro nocerino – sarnese" da parte degli organi competenti nazionali e dell’Unione Europea, che costituisce lo strumento negoziale previsto dalla legislazione vigente deputato a promuovere, dal basso, lo sviluppo del territorio col sostegno delle risorse provenienti da Bruxelles.

 

Lo sviluppo non può prescindere dalla dimensione sociale. Di conseguenza, con l’accordo tra tutti i soggetti concertatori, Comuni, Provincia di Salerno, ASL locali, Regione Campania, Organizzazioni non profit e di volontariato, e con la legittimazione formale dell’ Unione Europea, il Piano di zona dell’agro va a configurarsi, nella nostra specifica esperienza, come protocollo aggiuntivo che qualifica il "Patto" a tre livelli:

 

 

accentua la dimensione e la qualità sociale

 

contribuisce alla promozione di responsabilità condivisa

 

sviluppa posti di lavoro nell’area dei servizi alla persona

 

Già nella fase di predisposizione del Piano, il particolare clima positivo tra i soggetti coinvolti ha permesso che all’unanimità si sottoscrivesse un primo accordo di programma attraverso il quale sono state approvate:

 

azioni strategiche

 

istituzione dell’Ufficio di Piano

 

costruzione del sistema informativo sociale

 

formazione e aggiornamento per gli operatori sociali coinvolti nell’elaborazione, e attuazione del Piano.

 

I momenti di assistenza tecnica sono stati molto efficaci grazie anche alla presenza costante di tutte le componenti previste, gli amministratori, i dirigenti, gli operatori, i rappresentanti delle Onlus.

 

Il Piano di Zona è stato recepito il 2/6/99 con la sottoscrizione del definitivo accordo di programma e l’adesione anche della Regione Campania.

 

L’impianto di attuazione è distribuito nelle cinque aree ad alta integrazione socio – sanitaria e si articola, sotto l’aspetto territoriale, in sei ambiti distrettuali, coincidenti coi distretti sanitari.

 

Si compone di tre livelli di intervento: comunale, distrettuale, comprensoriale

 

Gli oneri di realizzazione sono stati posti a carico del "Patto territoriale" che ha trasformato il Piano in una misura stabile del suo Piano di Azione, e sul quale ha già espresso parere favorevole perché l’Unione Europea riversi i relativi finanziamenti per attuare le azioni e i progetti contemplati.

Il programma si muove lungo due direttrici, la valorizzazione dell’esistente e la realizzazione di nuove iniziative.

Il sostegno richiesto è di circa 32 miliardi a valere sul prossimo QCS 2000 – 2006, di cui il 70% dall’Unione Europea, tramite il Patto, e il resto a carico degli Enti Locali.

Si aggiungeranno, a questo, le risorse provenienti dalle leggi di spesa di settore, nazionali e regionali, in attesa di quelle future della nuova legge di riforma che individua proprio nel Piano di Zona un pilastro fondamentale per l’affermazione di una migliore qualità dei servizi nel campo delle politiche sociali.

Allo stato è stata attivata l’azione relativa alla realizzazione di undici centri di quartiere per minori e famiglie, uno per ogni comune dell’area Patto, per una spesa complessiva, già erogata, di 9 miliardi e mezzo di lire. Siamo nella fase delle gare di appalto. Tale azione, combinata con i progetti della legge 285/97 sull’infanzia e adolescenza, consentirà, a breve, l’attuazione di una delle misure cardine del Piano stesso.

Ruolo fondamentale è stato riservato al terzo settore e al volontariato. Una condizione per l’attuazione del Piano è, infatti, l’impegno delle Amministrazioni pubbliche, che restano titolari dei servizi, ad affidare ad essi la gestione.

 

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