RETE EUROPEA CONTRO L'EMARGINAZIONE DEGLI ANZIANI

La proposta di costituire una Rete europea contro l’emarginazione degli

anziani nei centri urbani parte nel settembre del 1995 dalla Caritas spagnola,

che coinvolgerà man mano molti paesi europei, l’Italia, la Francia, la Grecia,

il Portogallo, L’Irlanda, l’Inghilterra, la Germania, e la Finlandia.

La Rete viene inaugurata ufficialmente a Madrid il 27 maggio del ’96, con la

presenza di europarlamentari, di cui tre italiani, e rappresentanti del

Ministero Italiano degli Affari sociali. Si tratta della prima Rete a favore degli

anziani che ha come fulcro il sud dell’Europa, mentre nel Nord dell’Europa

esistono già invece ben dodici reti. Il primo passo è stato allora lanciare un

invito alla comunità europea affinché siano sostenuti anche i programmi di

politica sociale espressi dalla nuova Rete. La durata della rete è di quattro

anni, fino al ’99, quindi, che sarà l’anno europeo dell’anziano.

Ma che cos’è la Rete? E’ un percorso comune in cui si confrontano diverse

esperienze intraprese nelle varie realtà europee, con l’obiettivo di prevenire

e ridurre l’emarginazione delle persone anziane.

Ogni Stato membro della Rete ha quindi un proprio progetto significativo

che si ispira a quella che è stata definita la "filosofia delle rete", espressa in

cinque punti che prevedono:

 

Il protagonismo delle persone anziane: l’anziano cioè non tanto come oggetto destinatario di servizi

quanto soggetto attivamente coinvolto, nell’ottica di creare le condizioni affinché anche nell’anziano

non autosufficiente siano potenziati tutti i possibili residui di autonomia.

La responsabilizzazione della comunità: la condizione esistenziale degli anziani deve riguardare

l’intera comunità locale, non solo le famiglie o il volontariato, e quindi occorre corresponsabilizzare

tutti gli agenti sociali affinché siano attuate politiche sociali a tutela e a sostegno degli anziani.

L’intergenerazionalità: lo scambio cioè di relazioni tra gli anziani e le giovani generazioni mentre anche

nel Sud, sia pure in misura minima rispetto

al Nord, aumentano gli anziani che vivono da soli e le coppie di anziani soli che non hanno rapporti

con figli, nipoti o soggetti di generazioni più giovani.

L’immagine positiva degli anziani: l’anziano non come peso ma anche come risorsa e come valore.

L’effetto moltiplicatore: coinvolgimento progressivo di molti e diversi soggetti sociali nei singoli

progetti, in modo da espandere la rete a macchia d’olio.

Il modello organizzativo della Rete è molto lineare:

il Coordinamento europeo è affidato alla Caritas spagnola che ha il compito di promuovere

la Rete e di mantenere i rapporti con la Comunità europea, nonché di coordinare i vari paesi membri della Rete.

Ogni Stato aderente ha un Coordinamento Nazionale, per l’Italia la Caritas Italiana, con la

funzione di promuovere la rete sul territorio nazionale, mantenere i collegamenti con i vari progetti

italiani e organizzare un convegno annuale sul tema degli anziani.

L’Italia è presente nella Rete con quattro progetti:

 

il progetto Emilia Romagna, promosso dal Centro Ferrari di Modena

(con il coinvolgimento delle Caritas diocesane di Modena - Carpi, di Piacenza, di Bologna,

il Movimento Terza Età di Carpi, il Sindacato pensionati CISL di Modena. )

 

il progetto Campania della Caritas diocesana Nocera-Sarno

 

il progetto della Caritas diocesana di Reggio Calabria

 

il progetto della Caritas Ambrosiana di Milano

Ognuno di questi progetti ha proprie peculiarità, e si collegano esperienze

molto avanzate nell’offerta dei servizi alla persona - come in Emilia

Romagna, soprattutto, e in Lombardia, con un terzo settore in espansione e

una rete efficace di risposte organizzate da Enti pubblici, volontariato,

privato e privato sociale - a realtà assai diverse, come la nostra, dove, pur

in presenza di un’ accresciuta sensibilità ai problemi degli anziani, si stenta ad

attuare quanto previsto dalla stessa legislazione regionale.

Tutti i progetti italiani sono molto articolati, ma se ne possono brevemente

individuare delle caratteristiche, per farne una presentazione breve, per

quanto eccessivamente semplificativa:

Il progetto Emilia è incentrato soprattutto sull’utilizzo dei volontari

nell’assistenza domiciliare agli anziani; e sulla valorizzazione della persona

anziana come risorsa, nel recupero delle relazioni intergenerazionali,

mediante cooperative gestite da anziani e giovani;

La Caritas Ambrosiana di Milano, invece, privilegia le iniziative specifiche

rivolte alle famiglie con anziani non autosufficienti. Lo slogan della Caritas

Ambrosiana è: "aiutiamo chi aiuta", creiamo cioè le condizioni affinché

l’anziano possa permanere nel proprio ambiente e la famiglia possa

continuare ad essere il terreno naturale di coltura delle relazioni affettive e

solidaristiche.

Il progetto della Caritas di Reggio Calabria parte, come il progetto

Campania, dall’esigenza di promuovere un rapporto organico con le

istituzioni locali, per avviare una politica sociale a favore degli anziani più

attenta ai loro bisogni e basata su interventi continuativi e non solo

sull’emergenza.

Il progetto Campania promosso dalla Caritas Nocera - Sarno passa

attraverso il coinvolgimento di più soggetti proponenti, primo fra tutti le

istituzioni, Comune, ASL, Provincia e Regione, con protocolli d’intesa per

un impegno comune a favore degli anziani e in particolare per la realizzazione

di una prima attività di Assistenza Domiciliare Integrata. Impegno comune

che si è ora concretizzato con la costituzione di un coordinamento

permanente degli Assessori alle Politiche Sociali di tutti i Comuni della

diocesi, promosso dalla Caritas diocesana.

Base di partenza del progetto Campania un’indagine campionaria sulla

condizione degli anziani della diocesi, allo scopo di individuarne i fattori di

rischio di emarginazione sociale, i cui risultati sono stati utili a diversi

Comuni dell’agro nocerino per presentare i progetti previsti per accedere ai

contributi di cui alla legge 21/89.

Poi si è passati a programmare indagini in singoli comuni, e per quartieri,

anche in prospettiva della costituzione di osservatori sui bisogni degli anziani,

di Centri di ascolto e Gruppi di Servizio del volontariato parrocchiale. Ma

l’assistenza agli anziani, anche se di tipo volontaristico, presuppone una

formazione specifica, ed è per questo che un punto saliente del progetto è la

formazione degli operatori per anziani, mediante corsi rivolti ad operatori

pubblici e ad operatori volontari, con fasi successive di approfondimento.

Altro soggetto coinvolto nel progetto europeo è l’Ente Provinciale per il

Turismo di Salerno che ha accettato la proposta di pacchetti di turismo

sociale a condizioni di particolare favore per le persone anziane, con

soggiorni e visite guidate in zone suggestive della Provincia.

Altro obiettivo del nostro progetto europeo è un intervento di animazione

per gli anziani di una Casa di Riposo localizzata ad Angri, un Comune

dell’agro, coinvolto nel progetto insieme all’AVO, già presente nella Casa di

Riposo con propri volontari a sostegno degli anziani.

Un primo risultato del progetto Campania è l’Assistenza Domiciliare

Integrata agli anziani non autosufficienti o parzialmente autosufficienti che, nel

nostro progetto europeo, rivestono la priorità assoluta. Questo grazie al

protocollo d’intesa con l’ASL Salerno1 e al coordinamento dei geriatri

campani che ha curato il progetto ADI, insieme all' Associazione Archè della

Caritas diocesana, in base a quanto previsto dalle Leggi regionali 21/89 e

32/94, nonché dal "Progetto obiettivo Anziani" approvato il 30.1.92 dal

Parlamento.

 

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