POESIA


Equivoco

Era d'Agosto, e un povero uccelletto,
ferito dallo sparo di un moschetto,
per riparare l'ala offesa,
ando` a finire dentro a una chiesa.

Dalle tendine del confessionale,
il parroco intravide l'animale,
mentre i fedeli stavano a sedere
e recitavano sommessi le preghiere.

Una donna, che vide l'uccelletto,
lo prese e lo mise dentro il petto,
e mentre in chiesa leggero era il fruscio,
d'un tratto si udě un pigolio.

Qualcuno rise a sto cantar d'uccelli,
e il parroco seccato urlo`: "Fratelli,
chi di voi ha l'uccello, mi faccia il favore
d'uscire dalla casa del Signore".

I maschi, un po` perplessi a tal parole,
lenti alzarono le suole.

Ma il parroco lascio` il confessionale
e disse: "Ehi, mi sono espresso male,
tornate indietro e statemi a sentire,
sol chi ha preso l'uccello deve uscire.

A testa bassa e la corona in mano,
le donne uscirono pian piano.

Ma mentre andavano fuori, grido` il prete:
"Ma dove andate stolte che voi siete,
restate qui che ognuno ascolti e sieda.
Io mi rivolgo a chi lo ha preso in chiesa".

Ubbidienti in quello stesso istante,
le monache s'alzarono tutte quante.
E con il volto invaso dal rossore,
lasciavano la casa del Signore.

"Per tutti i santi", grido` il prete,
"sorelle entrate, restate quiete.
Conviene finire fratelli peccatori,
l'equivoco e la serie degli errori".

"Esca soltanto chi e` cosi` villano,
da stare in chiesa con l'uccello in mano".

Ben celata in un angolo appartato,
una ragazza con il fidanzato.
Nascosta in una cappella laterale,
manco` poco che si sentisse male.

E disse, con il volto di un pallore smorto:
"Che ti dicevo, se n'e` accorto".


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since 29 Nov. 1996; Last Updated: 18 Gen. 1997


© Fabio Forzoni 1996