|
E il primo è stato servito. C'è chi lo ha divorato, come Miami e NY, c'è chi l'ha
gradito, come Phila, chi l'ha trovato decisamente indigesto come San Antonio e Charlotte e
chi ha rischiato di farselo andare di traverso, come Lakers e Indiana. Ed ora avanti con
il secondo, che se è possibile è più ricco del primo, composto di quattro succulente
corse:
Los
Angeles - Phoenix: AAA cercasi centro disperatamente. Effettivamente i lunghi di
Phoenix sembrano non avere molte armi contro Shaq, e certo Longley non
sembra la risposta agli storici problemi dei Suns nel ruolo. Note positive per quelli
dell'Arizona sono il rookie Marion, che sui due lati del campo ai Lakers
qualche problema lo può creare, il buon rendimento di Penny, che si
prepara ad un duello western con Kobe, ma soprattutto il recupero di Jason
Kidd, che tornato, pronti via ha scodellato 10 assists. J.K. e K.J. per fermare L.A.?
Si non male ma sinceramente mi sembra poco. Vero che Shaq è andato a corrente alternata
nel turno precedente, ma in casa L.A. ha triturato gli avversari, oltre ad avere avuto un
ottimo Rice. La panchina di L.A. è un po' corta e di questo Phoenix potrebbe
avvantaggiarsi, pescando tra i vari Rogers, Day... e se non sarà impegnato con qualche
hamburger.. Oliver Miller.
Portland
- Utah: Caro Horny, credo che il capolinea sia arrivato. Portland credo che
fermerà la corsa dei Jazz, ponendo fine alla carriera di Hornacek e
forse anche di Stockton. Ma sarà battaglia, non certo come l'anno
scorso. Malone avrà le mani piene contro i lunghi biancorossoneri, senza
aver il necessario aiuto da un cast di supporto che sinceramente l'Oscar non lo vincerà
mai. Sabonis, Wallace, Grant, non c'è confronto per talento e
profondità di panchina tra le due squadre. Russell rincontrerà Pippen,
ma con un quintetto grande in campo di Portland, la difesa per Utah sarà un problema.
Unico vantaggio per i Jazz il confronto in regia, dove Stockton insegnerà un paio di
cosette allo studentello Stoudmire. Interessante anche il confronto Horny-Smith.
Philadelphia
- Indiana: Stesso piatto dello scorso anno, forse con un po' di pepe in più che
ravviverà la serie. Chiave per i Sixers chiaramente la difesa. I due pericoli vengono dal
perimetro e si chiamano Rose e Miller. Su Rose si alternerranno McKie,
Lynch, non credo Kukoc, mentre Miller incrocerà McKie e Iverson. Non tanto i punti sono
importanti quanto le percentuali da due, di solito ottimamente orchestrati da Jackson. In
the paint la lotta sarà puramente difensiva, perché Geiger, Hill e Ratliff
non sono attaccanti nati, e Davis e Smits non sono certo la prima opzione
offensiva dei Pacers. Importante il fattore "blocks", per scongiurare le
penetrazioni di Indiana.
NY -
Miami: Dimenticatevi le statistiche, le percentuali al tiro, i rimbalzi, numeri e
cifre. Conteranno poco anche gli aspetti tecnici, perché questa serie si vincerà con
l'orgoglio, nothing but pride
si lo stesso pride che distingueva i Celtics. Miami vs
New York, destini incrociati verso il titolo, come spesso in questi anni, scontri che
sanno più di battaglie medievali che di match di basket.
Allora è la serie di Thunder Dan, che ai cavalieri medievali non ha
nulla da invidiare e con una schiena che sconsiglierebbe perfino di stare seduti, si butta
nella mischia forse per l'ultima volta.
E' la serie di Spree, occhi iniettati di sangue killer instinct, forse lo
stesso che lo portò a "strangolare" Carlesimo.
E' la serie di Hardaway, che ci sarà eccome perché di scontrarsi contro
il suo acerrimo nemico ex-Golden State
no, non ci rinuncia proprio.
E' la serie dei bravi ragazzi, in senso vero, come Allan Houston, occhi
languidi, tutto casa e chiesa, ma a quelli di Miami non le manda certo a dire, e poi come P.J.
Brown, sempre misurato ed educato, ma che se c'è da fare a botte con quelli
della Grande Mela
beh fate voi.
E' la serie di Zo, centro intimidatore, incarnazione del credo di
Riley
Già Pat Riley, ex di lusso, che ai tifosi di NY ha perdonato tutto o
forse niente, ma che "Don Nelson si veste anche meglio"
no questo non l'ha
proprio mandato giù.
E' la serie di Van Gundy, allenatore poco considerato, ma che ogni anno
è sempre li. Ma soprattutto è la serie di Pat Ewing
un guerriero, si come quelli di Coney Island, duro come il diamante, che ha capito che il
tempo sta vincendo, ma non si arrende
ed al diavolo gli acciacchi, i dolori, ogni
sera tutta la stamina che ha in corpo al servizio della squadra, che se vuole uscire
vincente dalla serie dell'orgoglio di Pat non può proprio farne a mano. Chi uscirà da
qui, sarà temprato, e talmente esaltato che la stanchezza svanirà, e via pronti per
un'altra battaglia magari contro i rivali comuni guidati da uno che di orgoglio ne sa
qualcosa.
Beh...buon appettito, e ricordatevi che le migliori portate sono a venire!!! |