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Stagione 1999 / 2000


"Non poteva andare meglio".

Ecco cosa ha dichiarato Stephon Marbury alla conferenza stampa successiva alla prima partita al Target Center dopo la sua cessione, avvenuta 2 stagioni or sono.

Ed in effetti, Marbury ha giocato una gara che, a livello di motivazioni, Stephon Marbury contro Kevin Garnettnessun giocatore dei Wolves è riuscito ad eguagliare. 39 punti con 12 su 20 dal campo, 5 rimbalzi e 5 assist sono cifre che non danno bene l'idea del tipo di impatto che il playmaker dei Nets ha avuto sulla gara: devastante. Nessuno è mai riuscito a fermarlo per tutta la partita, anzi sia Brandon che Jackson, difensori più che discreti, hanno avuto fin da subito problemi di falli, tanto che la palla è stata portata avanti per lunghi minuti dalla guardia Anthony Peeler.

Il suo ex pubblico, però, non ha dimenticato. Nonostante il lungo abbraccio ad inizio partita con l'idolo locale ed ex compagno Kevin Garnett, ad ogni palla che arrivava nelle sue mani si sono alzati dagli spalti cori di disapprovazione e "boo" di protesta. Ma il buon Starbury l'ha presa sul ridere, forse anche perchè quello che succedeva sul campo gli dava motivo di essere ottimista.

Stephon MarburyLa sua squadra, partita con grandi ambizioni e buoni talenti, non sta navigando in ottime acque, arrancando in fondo alla classifica della Atlantic Division, ma in realtà è stata una partenza disastrosa ad inizio campionato a metterla in grande difficoltà. Il talento c'è, e non si chiama solo Stephon: Van Horn è una delle migliori ali realizzatrici giovani della Lega, è alto, veloce e tecnico, Gill e Kittles due sicurezze del reparto dietro. Il centro, Feick, è una delle rivelazioni della stagione: poco tecnico e sconosciuto ai più, si è dimostrato un ottimo rimbalzista, un combattente molto utile alla causa.

Certo, se fosse rimasto a Minnesota, ora avrebbe come compagni gente di altra caratura: primo fra tutti Kevin Garnett, uno dei primi 3 giocatori al mondo. Eppure, e i tifosi ancora lo ricordano, è stato proprio Stephon a spingere per essere ceduto, dichiarando di essere stanco ed annoiato del clima rigido del Minnesota, e volendo riavvicinarsi a casa...
Non solo: a Marbury non andava giù il fatto di dover essere comunque il numero 2 della squadra, sia come leadership sia soprattutto come contratto: d'altra parte, il compenso che spetta a Kevin Garnett è il più elevato di tutta l'NBA.

Tutto sommato, oggi come oggi il playmaker sembra pienamente soddisfatto della sua scelta: è tornato vicino a casa sua, sulla costa atlantica, in una squadra di cui è il leader incontrastato e che probabilmente non può che migliorare. Le vittorie? Verranno...

 

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