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Stagione 1999 / 2000


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Che succede a Boston?
di Andrea Gandino


La stagione volge ormai al termine e per un altro anno i Boston Celtics hanno fallito l'obiettivo propostosi all'inizio del campionato: che la colpa sia di Pitino o meno, resta il fatto che i playoff i biancoverdi li guarderanno in poltrona, ciascuno a casa sua.
Ma cosa è successo ad una squadra che è dotata di un così grande talento individuale da far invidia a molte delle altre franchigie della lega?

I presupposti per un ritorno alla postseason c'erano tutti: la squadra era giovane e poteva contare su due giocatori, Walker e Pierce, in grado di portarla avanti e cavarla d'impaccio nei momenti difficili delle partite, nonchè su di un discreto play qual è Kenny Anderson e su di un gruppo di lavoratori, dediti al sacrificio, del quale fanno parte Adrian Griffin e Vitaly Potapenko. Nonostante queste ottime premesse il team del Massachussets non è riuscito a confermare le aspettative e adesso naviga con un mediocre 42% di vittorie nella Atlantic Division.

I due giocatori chiave di Boston sono evidentemente Antoine Walker e Paul Pierce, citati in quest'ordine poichè è dalle prestazioni del primo (sempre più altalenanti ogni stagione che passa) che prescinde il rendimento della squadra. Ai Celtics infatti è l'ex giocatore di Kentucky a farla da padrone, nel bene e nel male: Walker è la prima opzione offensiva, è il miglior rimbalzista e spesso è anche colui che porta avanti il gioco, specie nei momenti in cui Anderson si prende il consueto riposo in panchina.
Fin qui niente da dire perchè "Toine" eccelle in tutti i campi sopra citati (20.5 punti, 7.6 rimbalzi e 3.0 assist), ma ciò che fa crescere insistenti dubbi su di lui e che da molto tempo a questa parte non va a genio neanche al pubblico del Fleet Center, è il fatto che le sue percentuali non sono per nulla entusiasmanti : il suo 42.5% dal campo è frutto principalmente di scelte offensive non propriamente sagge, magari cercando più il numero spettacolare che l'azione concreta che assicuri i due punti a referto, scelte che lo portano ad essere il leader della sua squadra quanto a palle perse (addirittura 3.2 ad incontro e solo parzialmente compensate dalle 1.2 palle recuperate).

Dall'altra parte troviamo l'altra faccia della medaglia : Paul Pierce. L'uomo uscito due anni fa da Kansas ha migliori percentuali rispetto al compagno Walker (sta viaggiando con il 43.4%, non certo strepitoso ma dobbiamo considerare che il ragazzo ha alle spalle solamente una stagione e mezza di NBA, non come Antoine che può già essere considerato come un quasi veterano), segna l'11% di liberi in più e soprattutto perde meno palloni. Non possiamo mettere a confronto le statistiche quanto a rimbalzi perchè i due giocano in ruoli molto diversi, ma se prendiamo ad esempio le palle recuperate, osserviamo che Pierce è addirittura secondo nella Lega con 2.3 ad incontro. Peraltro, accanto alle ben note capacità di penetratore, Paul ha accostato anche un ottimo tiro dai cinque metri, su cui il numero 34 biancoverde fa sempre più affidamento e che gli frutta gran parte dei suoi 19.6 punti a sera. Abbiamo già parlato delle doti di Pierce come "ladro di palloni", ma dobbiamo evidenziare che questa è un'attitudine comune a tutta la squadra avendo nel roster altri due elementi che fanno di questa specialità la loro forza.

In particolar modo ciò accade ad Adrian Griffin, rookie dimostratosi subito fondamentale per il gioco di Pitino. Partito subito fortissimo, Griffin si era guadagnato anche il posto da titolare in virtù degli 11 punti che puntualmente faceva scrivere sul tabellino dell'incontro. A partire dalla fine di Dicembre però le sue prestazioni sono calate (pur mantenendo 8.3 punti e 1.8 recuperi, fonte di elogio da parte del coach che ammira sempre di più la sua notevole propensione al lavoro) e il suo posto in quintetto è stato preso da Calbert Cheaney.

Completano il quintetto dei Celtics Kenny Anderson e Vitaly Potapenko, protagonisti di due storie completamente differenti. L'uno può essere considerato un giramondo del basket USA (New Jersey e Portland prima di approdare a Boston), uscito dal college con la pesantissima nomea di "fenomeno", dopo aver compiuto gesta epiche a Georgia Tech e soprattutto sui playground di New York, ma mai definitivamente esploso come tutti si attendevano. Nasce da questo il fatto che i suoi pur discreti 14.4 punti e 5.2 assist non ottengano troppi consensi dagli addetti ai lavori. L'altro è probabilmente il miglior acquisto dei Celtics nell'era Pitino. Proveniente da Cleveland dove stava facendosi largo Zydrunas Ilgauskas, "The Ukrain Train" si dimostrò subito giocatore solido, non certo un fenomeno, non altissimo e neppure gran rimbalzista o stoppatore, ma sicuramente uomo che non ha paura di sporcarsi i gomiti in mezzo all'area e dotato di mani tutt'altro che disprezzabili.

Il principale indiziato per l'ennesimo fallimento della sua compagine è ovviamente l'head coach Rick Pitino, strapagato (10 milioni di dollari a stagione) e che dal suo arrivo non ha cambiato praticamente nulla, ottenendo solamente una squadra distratta che difende poco. A cavallo tra gennaio e febbraio circolavano delle voci che vedevano Walker in partenza verso Indiana in cambio di Jalen Rose, ma altre voci davano per certo uno scambio di Danny Fortson a Toronto. Certamente bisognerà cambiare qualcosa in estate ma la situazione è molto complessa perchè se la scelta più conveniente per la franchigia sarebbe quella di organizzare una trade che coinvolga proprio lo stesso Walker, è anche vero che poche squadre sarebbero disposte a trattare, dal momento che non vale la pena gravarsi di un contratto molto pesante da dare ad un giocatore che fino ad ora ha dimostrato di essere poco affidabile. Ma del resto i Celtics non possono neanche lasciarlo libero senza ottenere nessuna contropartita. Staremo a vedere, ma adesso la città attende una svolta, l'ennesimo tentativo di ricostruzione dopo quei gloriosi anni ottanta, dove i Celtics spadroneggiarono guidati da Larry Bird. E chissà che, come a Boston tutti si augurano, un primo cambiamento non arrivi proprio per mano della leggenda di French Lick...


NotaDelWebamster: dopo anni di coach Pitino nel doppio (e difficilisimo) ruolo di coach e G.M. i Celtics sembrano ancora una squadra da ricostruire: questo non è certamente un buon segno per un allenatore che sembra decisamente più adatto al college basketball...


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