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Quando i pensieri di un qualsiasi fan italiano di basket toccano gli Indiana
Pacers (per la verità non molto spesso, almeno non quanto i Lakers o i Bulls), l'immagine
che viene associata è quella di Reggie Miller, eroico condottiero di
mille battaglie.
Nonostante questo i Pacers odierni sono molto di più: un gruppo unito di giocatori di
diverse età, un mix esplosivo di esperienza e freschezza. Da qualche anno a questa parte,
coincidendo con l'arrivo di Larry Bird, dalla panchina è uscito un uomo
sempre più decisivo, che con il passare del tempo si è costruito una posizione da
titolare ed è diventato addirittura la prima opzione offensiva della squadra.
Stiamo parlando di Jalen Rose, acquistato dal gm Donnie Walsh qualche
anno fa da Denver. I primi periodi nella squadra di Indianapolis non sono stati dei
migliori, soprattutto per i contrasti avuti con l'allora coach Larry Brown. Probabilmente
causa di tali screzi, è stato il carattere non certo facile di Jalen, indisponente e
sicuro di sé, carattere affinato da lui nei playground di Detroit, la
sua città natale.
Ma il fatto forse più importante è che Jalen, il college l'ha fatto a Michigan e che
faceva parte dei Fab Five, il quintetto che sembrava poter dominare il
basket NCAA, che andò vicinissimo al titolo in entrambi gli anni in cui giocò assieme.
Di esperienza Rose ne ha fatta, a Denver viene scelto al primo giro del draft, e si pensa
che possa diventare una specie di Magic Johnson, soprattutto per la sua capacità di giocare
in ogni ruolo.
Ma tali aspettative sono talmente grandi da non poter altro che essere deluse, così
nonostante lo scambio ai Pacers, Rose non sembra essere in grado di sfruttare il suo
talento da All Star.
Ma Larry Bird è un uomo particolarmente intelligente. Una volta salito sulla panchina di
Indiana si rende subito conto del potenziale che può avere una guardia/ala di oltre due
metri, agile , con ottimo trattamento di palla e attitudine difensiva fuori dal comune. In
più quel carattere sicuro di sé sembra quasi ricordare una caratteristica fondamentale
del suo coach.
I numeri per arrivare in alto li ha, e quando viene gettato nella mischia,
Jalen dimostra di aver fatto tesoro delle esperienze e dei consigli che gli sono stati
dati. Si trova per la prima volta sotto i riflettori nei playoff del 1998, quando Indiana
affronta i Bulls. La sua difesa su Michael Jordan , il più grande di tutti i tempi, è la
chiave che spinge la serie alla gara 7, persa poi ovviamente dai Pacers allo United
Center. Sul 2-2 in gara 3, Jalen non può giocare a Chicago perché squalificato e la
partita non ha storia, soprattutto è incredibile l'impatto di MJ che chiude con 28 punti.
Dopo questa partita Larry Bird dichiara: "Rose è importante, ma non così tanto da
giustificare la sconfitta".
In Gara 5 con i Pacers con le spalle al muro, entra a pochi minuti dalla fine del
quarto e subito stoppa Michael e segna dall'altra parte. Jordan si troverà in difficoltà
clamorosa per tutta la gara, tanto da sbagliare il pallone decisivo a pochi secondi dalla
fine, scivolando tra un raddoppio di Jalen e Mcckie.
Rose rispose a Bird con i fatti, da allora si è fatto strada nel team della città dei
motori, fino a raggiungere l'apice di quest'anno diventando il primo realizzatore davanti
a Miller con 19 punti di media.
I Playoff in corso sono l'esempio concreto della maturità raggiunta dal
nostro uomo; tanto per gradire, nella semifinale di Conference in Gara 1 ha stupito il
mondo con 40 punti (ed insieme a lui ne ha messi altrettanti Reggie Miller) e una partita
perfetta sotto ogni punto di vista, e in Gara 2 ha guidato da solo i compagni (Miller
sempre onorevole, 19 punti) mettendone a segno 30. E con un Rose così i Sixers non hanno
speranza.
Questa estate sarà protagonista di una autentica caccia all'uomo, dato che è free
agent, e al termine di questa si troverà il conto in banca sicuramente ingrassato in modo
notevole. C'è chi dice potrebbe tornare a Detroit, la sua patria che ha
sfornato numerosi campioni come Coleman e S.Smith, e nel caso che se ne andasse Grant Hill
sarebbe la stella indiscussa, oppure potrebbe rimanere ai Pacers dando vita ad un nucleo
nuovo e giovane insieme agli amici Best e Croshere.
Comunque vada, per Rose, sarà un successo, e scommettiamo di leggere il suo nome nella
prossima lista di All Star? E se poi, nel frattempo, arrivasse un titolo Nba con Indiana?
NotaDelWebamster: diamo
prima di tutto il benvenuto a Davide Torelli, new-entry nella redazione di NBA TODAY, che
esordisce con questo bell'articolo su Jalen Rose. Dopo essere stato per anni il terzo dei
Fab Five, finalmente il ragazzo da Detroit sembra aver effettuato il sorpasso:
sicuramente migliore di Juwan Howard, è ormai una stella di prima grandezza al pari di
Chris Webber, rispetto al quale ha però migliori risultati di squadra...
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