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Dopo la prima distillazione, i sali essenziali vengono raccolti: rigenereranno l'Opera (il
bambino morto). In basso la lunga digestione, che separa le impurita' dalla materia
prima e consente la condensazione.
In questa e nelle due tavole seguenti, assistiamo allo svolgimento della Grande Opera
essendo dettagliatamente illustrate le varie fasi del processo.
I due alchimisti versano in un vasto bacile la rugiada raccolta in precedenza.
Poi il bacile è posto su un fuoco vivace che permetta la distillazione. Tre quarti del liquido
passano nella damigiana tenuta dall'uomo.
La donna, con un cucchiaio, toglie ciò che era rimasto nel bacile, e lo conserva in un piccolo vaso,
che in trasparenza lascia vedere quattro particelle a forma di piccole nuvole. Stanno ad indicare
uno stadio del processo in cui la materia è ancora indifferenziata. La nuvola è il prodotto finale
del processo di evaporazione della rugiada. Indica la metamorfosi, vista non secondo uno dei suoi
elementi costitutivi, ma nell'atto del divenire.
Il Mercurio agisce come primo agente, il punto di partenza dell'Opera. Questa sostanza liquida,
con tutte le sue peculiari proprietà, rappresenta l'inconscio. Il mercurio, nel suo operare,
agisce come la grazia di Dio che entra di prepotenza nel piccolo mondo della nostra coscienza individuale.
Il vaso che contiene le nuvole, viene poi consegnato ad un uomo nudo, zoppo, che regge un bambino in braccio:
si tratta di Efesto, il fabbro dell'Olimpo. Efesto è di natura lunare, come significato dallo spicchio
di luna che ha sul petto, e che è ripreso anche dal disegno sulla parete. Il suo essere lunare lo avvicina alla
polarità del femminino, e del resto Efesto plasma la materia che si trova al centro della madre terra, con utensili e fuoco.
Ci sono due versioni nella mitologia greca, circa la storia di Efesto: una racconta che era stato generato dalla
sola Era, gelosa che Zeus avesse creato Atena dalla sua testa. Un bambino nato dall'odio e non dall'amore, non poteva
che essere brutto e deforme ed Era, vergognandosene, lo allontanò dalla sua vista e da quella degli altri dei,
e lo scagliò giù dal Monte Olimpo. Cresciuto, Efesto divenne un fabbro abilissimo e si vendicò di sua madre.
Un'altra versione dice che Efesto nacque da Era e Zeus quando ancora la loro unione non era stata ufficializzata
con nozze solenni: per questa ragione doveva essere fatto sparire. Di qui il suo volo vertiginoso dalla cima dell'Olimpo
fino in mare, dove fu salvato dalle dee Eurinome e Teti, che lo crebbero per nove anni. In entrambe i casi Efesto
vuole essere la rappresentazione di un Io femminile. Ecco perché è chiamato a dare vita al bambino inerte che reca
tra le braccia.
Infine, il liquido contenuto nella damigiana, viene ripartito in quattro vasi piccoli e tappati. C'è un recipiente
per ciascuna delle quattro particelle, il quattro allude ai Quattro Temperamenti (melanconico, flemmatico,
collerico e sanguigno), ai Quattro Umori del corpo, oltre che ai Quattro Elementi degli alchimisti.
Il numero 40 scritto in basso al centro, indica i quaranta giorni della durata del processo. Altus, raccoglie le
informazioni dell'alchimista Philaletes che diceva:
Giuro che se, stimolando il fuoco in questo regime, farai sublimare qualcosa, perderai inevitabilmente l'Opera.
Contentati che la tenera materia sia detenuta per quaranta giorni e quaranta notti in fondo alla prigione che è il
nido della concezione.
Quaranta indica attesa, preparazione, espiazione e prova. Nella Bibbia ricorre in occasione degli avvenimenti più
importanti, che comportano un intervento divino nella vita dell'Uomo: Noè naviga per quaranta giorni sull'arca prima
di trovare la terra; Mosè rimane sul Sinai per quaranta giorni e quaranta notti per ricevere le Tavole dell'Alleanza;
Gesù Cristo trascorre quaranta giorni nel deserto per digiunare, pregare, e resistere alle tentazioni del Diavolo.
La sua risurrezione avviene dopo quaranta ore dalla morte sulla croce.
Quaranta significa un cambiamento radicale, un aiuto divino, un passaggio ad un'altra vita.
Tav. 6