Il neolitico

 

 

Introduzione

  Con il termine Neolitico si fa riferimento all’epoca preistorica posteriore al Paleolitico ed anteriore all’ ”Età del Bronzo”; tuttavia il significato di Neolitico è molto più ampio e comprende un insieme di fenomeni complessi che diedero vita a profondi cambiamenti economici, sociali e tecnologici delle comunità preistoriche; tali processi, inoltre, avvennero indipendentemente ed in tempi diversi in varie regioni del mondo.

Gli elementi che caratterizzano quella che viene definita  la “Rivoluzione neolitica”        ( anche se, in realtà, non fu un processo istantaneo e breve, così come il termine rivoluzione potrebbe far pensare, ma lungo secoli ) sono:

 

-          Domesticazione di piante ed animali: l’uomo inizia a scegliere e coltivare le       piante utili (soprattutto cereali e leguminose) per i suoi bisogni essenziali  e per l’alimentazione degli animali);

-          Formazione di comunità sedentarie;

-          Produzione di oggetti in pietra e di vasi di ceramica;

-          Scambio di materie prime e di manufatti;

-          Cambiamenti nei rapporti sociali.

 

Domesticazione delle piante coltivate

  La domesticazione consiste nel trasferire le piante da una situazione naturale, di crescita spontanea, alle condizioni di coltivazione; è un processo lungo  che fa si che la specie diventi incapace di sopravvivere nelle condizioni naturali, senza l’intervento umano.

Il processo di domesticazione delle piante è iniziato circa 10.000 anni fa, quando gli uomini hanno cominciato a dar vita ad insediamenti stabili.

I resti archeologici e botanici forniscono molte informazioni sulla tecnologia, le modalità di insediamento, i rapporti sociali e le specie vegetali scelte e coltivate da queste collettività sedentarie.

I primi agricoltori scelsero, ovviamente, le specie capaci di soddisfare le esigenze alimentari primarie e diedero inizio alla loro domesticazione, processo che comprende ibridazioni naturali delle diverse specie selvatiche e la selezione, da parte dell’uomo, per le caratteristiche desiderate.

Inoltre, durante il Neolitico, gli uomini iniziarono ad utilizzare nuove tecniche per migliorare la crescita e la produzione delle piante, quali l’innesto, la semina, l’irrigazione ecc… ;

 Quindi, esercitando una pressione selettiva sulle specie vegetali,  si sono modificate  notevolmente le caratteristiche morfologiche delle piante.

Le principali differenze tra le forme spontanee e quelle coltivate sono:

 

-      Cambiamenti nella riproduzione delle piante, che includono meccanismi di dispersione, germinazione e dormienza del seme:

 

* Il frumento ha nelle forme selvatiche spighe con rachide fragile e spighette che si disarticolano e cadono facilmente una volta giunte a maturazione, ciò favorisce la dispersione del seme e nelle condizioni naturali la sopravvivenza delle specie; le varietà domesticate sono state, invece, selezionate dall’uomo per i caratteri rachide robusta e spighette non disperdibili (l’uomo ha favorito, quindi, un carattere patologico della pianta), così che la spiga rimane intatta anche quando è giunta a maturazione, rendendo le piante totalmente dipendenti dalla semina artificiale.

* I semi delle forme spontanee presentano una germinazione differente, infatti, i semi che derivano da una singola pianta non germinano tutti contemporaneamente, alcuni possono rimanere intatti anche per molti anni per sopravvivere nelle stagioni sfavorevoli e germinare quando le condizioni ambientali sono ottimali; ciò fa sì che non vadano persi tutti i semi.

* La dormienza dei semi è spesso correlata allo spessore del rivestimento esterno; in alcune piante la maggiore differenza tra le forme spontanee e quelle coltivate e, appunto, lo spessore del rivestimento esterno del seme che è molto più sottile in quest’ultime.

 

-      Cambiamenti nella porzione commestibile della pianta:

 

* Le piante coltivate producono maggiore biomassa commestibile rispetto alle selvatiche.

* In alcune piante, ad esempio pomodori e patate, nel corso della domesticazione si è verificata una detossificazione della parte commestibile.

 

-          Piante che in origine costituivano popolazioni di dimensioni ridotte e che erano presenti solo in ambienti circoscritti attraverso l’agricoltura sono diventate tra le specie maggiormente coltivate.

 

Centri di origine e domesticazione

Determinare il periodo esatto e l’origine geografica delle piante coltivate è piuttosto difficile.

La presenza di resti botanici e delle piante nei siti archeologici può soltanto indicare l’utilizzo di forme spontanee e non della domesticazione.

Comunque, è opinione diffusa che la maggior parte delle piante coltivate sono state domesticate in o nelle vicinanze delle zone d’origine.

 

E’ molto importante conoscere le aree di origine e domesticazione delle piante coltivate perché è proprio in queste zone che si trovano le risorse genetiche naturali che sono la materia prima dei biotecnologi vegetali, così come è parimenti fondamentale preservare la diversità biologica.

 

I movimenti delle piante lontano dai loro centri di origine ha facilitato la ricombinazione genetica con popolazioni di altre piante. Il risultato di queste complesse interazioni è stato lo sviluppo, all’interno di ciascuna specie, di variabilità genetica enorme.

 

I centri di origine sono predominanti nei paesi del terzo mondo; è significativo, a questo proposito, sottolineare come le regioni più ricche di geni siano le meno sviluppate mentre quelle più povere di geni sono le nazioni più industrializzate.

 

Principali centri di domesticazione delle piante coltivate:

 

 

1-    Cinese: riso, soia, mela, pesca, cipolla;

2-    Indiano: (2)- India: riso, canna da zucchero, pepe; (2 a)-Indo-malesiano: riso, banana, noce di cocco;

3-    Centro-asiatico: cotone, carote, uva;

4-    Vicino-orientale: erba medica, cavolo, frumento, segale;

5-    Mediterraneo: frumento duro, sedano, barbabietola;

6-    Etiopico ( detto Abissino ): caffè, sorgo, frumento;

7-    Mesoamericano: mais, patata dolce, cotone;

8-    Sud Americano: (8 a)-Peruviano,Ecuadoriano,Boliviano: cotone, patata, pomodoro, zucca; (8 b)-Brasiliano,Paraguaiano: arachidi.

 

 

Fonti:

1. " Miglioramento genetico delle piante agrarie"  

Autori:F. Lorenzetti-M.Falcinelli-F.Veronesi; Ed.Edagricole.

2. "Human-Plant Interactions"  Angela Gordon, Jan 21-2001

3. "La rivoluzione neolitica"  Archaeotopos Learning Lybrary

4. "Centers of origin of cultivated plants" 

5. "Development of agriculture"

 

 

 

 

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