Il
pomodoro
Famiglia: Solanaceae
Genere: Lycopersicon
Specie:
esculentum
Le
specie appartenenti al genere Lycopersicon sono originarie delle regioni
montuose delle Ande (Perù, Ecuador e Cile) e delle isole Galapagos. Tuttavia la
domesticazione, molto probabilmente, è avvenuta in Messico; questa ipotesi è
avvalorata da numerose prove:
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In Perù, le civiltà pre-colombiane erano solite raffigurare colture e
scene di vita quotidiana nei loro manufatti (tessuti e ceramiche);è
significativo il fatto che non sono state trovate rappresentazioni inerenti la
coltivazione del pomodoro;
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Gli scrittori delle antiche tribù peruviane non fanno alcun riferimento,
nei loro scritti, ad un frutto simile al pomodoro usato come alimento, né al
significato della parola inglese “tomato” che significa appunto pomodoro;
mentre gli Aztechi descrivono nei loro scritti pietanze contenenti pepe, sale e
pomodoro, quest’ultimo indicato col termine “xitomatì”.
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Analisi genetiche delle antiche cultivar, esportate dagli spagnoli,
mostrano che le varietà moderne sono più strettamente correlate alle cultivar
selvatiche del Centro America piuttosto che a quelle peruviane.
Il
pomodoro è arrivato in Europa grazie agli spagnoli e durante tutto il XVI°
secolo si è diffuso nel resto del vecchio continente e in Asia; in Italia venne
chiamato “pomo d’oro”; ciò ci fa presumere
che i primi pomodori giunti sulle nostre coste dal Mediterraneo fossero
appartenenti ad una varietà gialla.
Tuttavia
il pomodoro fu per lungo tempo coltivato in Europa solo a scopo ornamentale
per il semplice fatto che si pensava che i suoi frutti fossero tossici, e
quindi non commestibili, come quelli di altre specie, appartenenti alla famiglia
delle Solanaceae, ad esempio l’ Atropus belladonna.
Il
pomodoro è una pianta prevalentemente autogamia; ciò fa sì che nel corso
delle generazioni si favorisce la fissazione di caratteri omozigoti.
Tuttavia
la presenza di insetti pronubi aumenta la possibilità di fecondazione naturale
incrociata, cosa che è accaduta nella zona di domesticazione originaria proprio
per la presenza di insetti pronubi specifici; ciò ha creato un elevato grado di
eterozigoti nelle popolazioni. Per questo motivo queste terre rappresentano un
serbatoio ricchissimo di variabilità genetica naturale disponibile per il
miglioramento genetico.
Sin
dal 1948, i genetisti si recano nelle Ande e in America Centrale alla ricerca di
nuove specie e ciò ha permesso ai ricercatori di accumulare una riserva di
germoplasma per
il controllo e la prevenzione delle malattie, per la resistenza agli artropodi,
per migliorare la qualità del frutto, la tolleranza agli stress abiotici, la
resistenza al freddo/caldo ecc…
Il
pomodoro non si incrocia con altre specie di piante; i fattori che permettono di
prevenire tali incroci sono ben documentati e applicabili nei pomodori
geneticamente ingegnerizzati.
Il
pomodoro può essere incrociato artificialmente con tutte le specie selvatiche
appartenenti al genere Lycopersicon con vari livelli di successo.
Non
ci sono prove che le piante di pomodoro possano incrociarsi con altre piante
presenti nell’area dei campi sperimentali né che quelle geneticamente
modificate possano incrociarsi con altre piante di pomodoro nelle vicinanze.
Inoltre,
non si conoscono in natura meccanismi capaci di trasferire il materiale genetico
dal genoma del pomodoro ad un altro organismo che il pomodoro non può
fecondare.
Fonti:
1. "I Say Tomato, You Say Tomato..." Sam Cox
3. " Ethnobotany of the Tomato Plant"