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LECCE
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Abitanti |
6.096 |
Superficie |
Ha.
2.482 |
Altezza
s.l.m. |
102 |
C.A.P. |
73054 |
Mercato
Settimanale
|
Sabato |
Municipio |
P.zza
Castello
tel. 0833/726405 |
Polizia
Urbana |
P.zza
Castello
tel. 0833/726934 |
Guardia
Medica |
Via
Toscanini
tel. 0833/727531 |
Carabinieri |
Via
Dattilo
tel. 0833/726010 |
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Presicce è
un centro agricolo situato alle falde della serra di
Pozzo Mauro. L'economia, un tempo prettamente
agricola, comincia ora anche a puntare sulla piccola
industria. Gli imprenditori locali hanno investito
essenzialmente sul comparto calzaturiero, su quello
tessile e su quello mobiliero.
La nascita del paese risale al IV secolo e si deve,
secondo gli studiosi, ad un lungo periodo di siccità che
colpì i casali di Ugento, Specchiano e Pompiniano. Gli
abitanti di questi villaggi dovettero per questo
emigrare, in cerca di acqua, verso una zona vicina ricca
di falde acquifere, Presicce; qualcuno lo fece solo
temporaneamente, qualcuno invece definitivamente, dando
così vita ad un nuovo insediamento urbano. Nulla si sa
su cosa accadde nei secoli successivi; testimonianze
storiche attendibili si hanno nuovamente a partire
dall'XI secolo, quando Presicce apparteneva al principato
di Taranto.
Da questo periodo la storia di Presicce va di pari
passo con quella delle famiglie dei nobili che si sono
succeduti nel Feudo. Nel 1190 re Tancredi la donò al
Cavaliere Securo; nel 1340 appartenne a Giovanni Barrile,
nel XV secolo Maria D'Enghien, Contessa di Lecce la donò
a Ila famiglia Dreimi. Si succedettero poi gli Orsini del
Balzo, i Gonzaga, i Cito ed altri. Patrono di Presicce è
Sant'Andrea di cui festeggiamenti si svolgono molto
sentitamente il 30 novembre.
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Gli abitanti di Presicce
sono chiamati "mascarini" (uomini che agiscono
solo se irriconoscibili), per porre l'accento alla loro
ambiguità. Ciò scaturisce da un fatto di sangue
realmente accaduto nel 1655, All'epoca era signore del
paese Carlo Bartilotti, uomo spregevole sotto ogni punto
di vista ed odiato da tutti i sudditi. Quando decise di
ripristinare il famigerato "jus prime noctis"
(tutte le spose di Presicce avrebbero dovuto concedersi
prima a lui che ai rispettivi mariti), gli abitanti del
paese, per vendicarsi, decisero di spaventarlo,
sparandogli addosso alcuni colpi di fucile a salve.
L'occasione proprizia si presentò durante i tradizionali
festeggiamenti del carnevale. Un gruppo di mascherati
sparò contro il Bartilotti, uno di loro, però, mettendo
in atto la più crudele delle vendette, aveva caricato il
fucile con cartucce vere ed il crudele signor Carlo fu
colpito a morte. |