I meteoroidi in picchiata verso la Terra potrebbero far prendere lucciole per lanterne

Bomba? No, è di origine spaziale

di Claudio Elidoro

Che la situazione politica e militare oggi nel mondo sia sul filo del rasoio lo sanno anche i bambini, come pure che basterebbe un nonnulla per farla precipitare irrimediabilmente e con conseguenze terribili. Il problema è che questo nonnulla potrebbe anche essere un innocuo sasso proveniente dallo spazio.

Sparse in tutto il mondo ci sono moltissime stazioni di ascolto destinate a captare i segnali infrasonici prodotti dai test nucleari. Ogni esplosione nucleare, infatti, genera onde sonore di bassissima frequenza, non percepibili dall'orecchio umano ma rilevabili da apposite apparecchiature. L'analisi dei dati provenienti da queste stazioni di ascolto consente di risalire non solo al luogo del test nucleare, ma anche a determinarne l'intensità. C'è, però, un "piccolo" problema: i meteoroidi che si disintegrano entrando in atmosfera producono un segnale infrasonico pressochè identico.
Scambiare l'esplosione in atmosfera di un sasso spaziale per un test nucleare o, peggio, per un attacco militare potrebbe avere drammatiche conseguenze. E non si tratta di pura fantasia, dato che non tutti i paesi hanno la possibilità e le tecnologie per risalire con esattezza alla vera causa di quell'esplosione.

Al recente Meeting annuale dell'AAAS (American Association for the Advancement of Science) svoltosi qualche giorno fa a Denver (Colorado - USA) sono stati presentati gli ultimi studi relativi a questi falsi allarmi.
Doug ReVelle (Los Alamos' Atmospheric, Climate and Environmental Dynamics Group) ha studiato gli ultimi otto anni di rilevazioni delle stazioni di ascolto e ha calcolato la possibile frequenza di queste esplosioni atmosferiche di natura spaziale. Secondo lo scienziato ogni stazione di ascolto potrebbe rilevare ogni anno, in media, cinque eventi con energia dell'ordine di un chiloton (kton). All'origine di tali esplosioni (1 kton è l'energia prodotta dallo scoppio di 1000 tonnellate di tritolo), non ci sarebbero dunque test o attacchi nucleari, ma la disintegrazione in atmosfera di un sasso spaziale di tre metri di diametro.
Fortunatamente le esplosioni più energetiche sono meno frequenti. ReVelle calcola che per un oggetto spaziale una decina di volte più grande la frequenza possa essere di un evento ogni 100 anni. In quella circostanza, però, si rileverebbe un botto da un megaton (Mton), l'equivalente di un milione di tonnellate di tritolo, più o meno 65 bombe di Hiroshima.

C'è da sperare che le conclusioni di ReVelle e collaboratori possano convincere chi ha nervosamente il dito sul bottone ad aspettare un po' prima di rispondere con un attacco militare ad un innocuo sasso che ha voluto finire la sua corsa spaziale tuffandosi nella nostra atmosfera.

Fonte: Los Alamos National Laboratory

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